Gesù, Fonte di vita, fa’ che gustando di Te, io non abbia altra sete che di Te

Un ulteriore simbolo attribuito all’acqua è quello utilizzato dai Maestri di spirito per parlare della preghiera, che può zampillare e dissetare all’improvviso senza fatica, per puro dono di Dio o come ricompensa ad una lunga, faticosa e perseverante ricerca. Come l’acqua la preghiera è dono e insieme conquista, e poiché non si può improvvisare e necessita di tutta la nostra collaborazione, proveremo a imparare a pregare alla scuola di Madre Speranza

PREGHIERA DI UNIONE

"Quale maggior consolazione può avere l’anima che ama, che ricavare dalle contrarietà il frutto di purificarsi per unirsi più intensamente al suo Dio?

Nella sofferenza e in ogni angustia ci consoli il pensiero che Dio manda o permette le croci perché lo amiamo sempre più." (El pan 9, 324-325)

Come la stessa Madre Speranza spiega, scopo di ogni purificazione passiva è la perfezione della carità: imparare ad amare come Dio stesso ama.

"Vi devo dire che dove non c’è carità verso il prossimo non c’è neppure l’ombra di perfezione o di santità. La santità infatti consiste essenzialmente nell’amare Gesù e tale amore ha come componente fondamentale quello ai nostri simili. Ne consegue che per sapere se amiamo veramente Gesù, basta verificare se nel nostro cuore arde l’amore verso il prossimo e la grandezza di tale fiamma sarà la misura dell’autentico amore a Gesù." (El pan2, 60)

Per quanto intensa possa essere la percezione di solitudine interiore e di abbandono perfino da parte di Dio, in realtà non si viene mai abbandonati da Lui. È proprio in questo stato di purificazione in cui non si riesce a sentirLo che lo Spirito Santo è particolarmente presente per guidare efficacemente l’anima che non si ribella e non manca di coraggio. Da parte sua l’anima troverà un po’ di sollievo alla sua pena continua soltanto nell’abbandonarsi sempre di più alla fiducia e alla speranza in Dio e nel compiere gesti di carità verso chi le sta accanto; piccoli gesti concreti di carità che moltiplica e distribuisce senza tener conto delle qualità o del merito del suo prossimo.

Raccontando in terza persona la sua stessa esperienza, Madre Speranza confida che fu proprio accettando di soffrire una difficile prova, forse una delle più assurde e ingiuste, che imparò ad amare.

"Poco tempo fa parlavo con un’anima che amava e mi diceva che aveva sofferto molto per un castigo impostole dai suoi superiori: "Ho sofferto molto perché mi accusavano di cose che non avevo fatto, né pensato. La natura ribelle mi spingeva a difendermi, ma tenendo lo sguardo fisso al Crocifisso trovavo la forza di accettare. Mi vedevo disprezzata da tutti, sola e senza affetto, privata perfino del necessario, ma ero felice e molto, però senza staccare lo sguardo dal Crocifisso che durante i sei mesi di isolamento, che è stato il castigo impostomi, mi ha dato la forza di non lamentarmi mai e in tale circostanza ho imparato ad amare"." (El pan 5, 78-79)

Maria Antonietta Sansone

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ultimo aggiornamento 14 giugno, 2018