Attualità |
Paolo Damosso |
UNA FESTA IN FAMIGLIA
Carissimi,
sono rientrato da pochi giorni, dopo una settimana molto intensa trascorsa a Collevalenza.
Mi fa piacere condividere ciò che ho portato a casa e che custodisco nel mio cuore. Mi rendo conto che dovrò lasciare decantare tutte le emozioni raccolte che sono sorprendenti e mi interrogano in forme sempre nuove.
Arrivare a Collevalenza prima di tutto, ormai, ha il sapore di un ritorno a casa, in famiglia.
Dal momento in cui varco la soglia della Casa del Pellegrino, dopo un viaggio non brevissimo che parte dalla mia Torino, ogni volto, ogni persona che incontro rappresenta una testimonianza, una storia, un’amicizia che mi coinvolge ed avvolge.
Una giostra di saluti e abbracci a cui non ci si può abituare.
Eravamo tra i primi il 6 febbraio, l’antivigilia della festa di Madre Speranza.
Siamo arrivati Antonella, Tony ed io come di consueto, in un luogo in cui si ha la netta percezione di sentirsi… attesi e questa è una delle più belle cose che ci si può augurare.
Per noi quest’anno c’era un nuovo e virtuale taglio del nastro: l’inaugurazione del nuovo sito internet www.collevalenza.org.
Un nuovo roccolo, come ho già avuto modo di scrivere e dire pubblicamente, per attrarre le anime dei navigatori di internet che spesso viaggiano senza meta nel grande bosco del web. A questo proposito proprio il superiore generale, padre Aurelio Pérez, mi ha ricordato che spesso internet è definita come la rete ed è quindi molto bello pensare al sito come ad una rete nella rete che fa del bene catturando anime alla ricerca di qualcosa che non si riesce a trovare…
Chi entrerà in questo nuovo spazio?
Chi lo guarderà?
Chi navigherà tra le pagine virtuali che abbiamo preparato?
È una domanda che spesso mi pongo perché ci sono storie molto belle che abbiamo raccolto, di persone che, anche casualmente, s’imbattono in un messaggio che tocca loro il cuore, suggerendo un cambiamento.
Con questa speranza abbiamo lavorato intensamente, nel desiderio di traghettare su internet un poco di tutto ciò che abbiamo vissuto a Collevalenza in questi anni.
Un’esperienza viva, forte, che cambia le prospettive.
Basti pensare alla festa dell’8 febbraio in questo Santuario, che ha il sapore di un rinnovamento interiore. È come rinascere e riconfermare quella Fede che ci ha portati fino qui, insieme a tutti quei volti sereni e fiduciosi che riempiono il mio sguardo, ovunque vadano i miei occhi.
La celebrazione delle otto del mattino ha il sapore di una Pasqua che fa risorgere il nostro animo. Se Madre Speranza in questa data e a quest’ora è rinata al cielo, noi insieme a lei ci sentiamo rinati e tutte le paure che spesso si presentano nel quotidiano, non ci sono più. Non ha senso avere timore, perché la Madre ci indica una direzione, una strada che non ha mai fine e rassicura.
L’Amore Misericordioso si fa tangibile, diventa esperienza comune intorno all’altare. Qualcosa di concreto che deve guidare le nostre azioni.
Qui si ha la netta sensazione che non si vivono teorie astruse o sentimenti estemporanei, questa è un’esperienza profondamente incarnata e ispirata nello stesso tempo.
Un fatto che dà sicurezza e accompagna in tutto ciò che si vive tra queste mura.
Il secondo impegno da parte nostra era legato ad alcune riflessioni pubbliche nel salone Giovanni Paolo II dal titolo I social tra bene e male.
Un tema attualissimo e su cui occorre accendere un’attenzione particolare proprio per i rischi che può nascondere l’abuso dello smartphone e di tutto ciò che è legato a Facebook e alle altre forme di relazione virtuale.
Anche in questo caso il confronto con le persone presenti è stato molto interessante e ci ha confermato la delicatezza dell’argomento e l’attenzione che provoca questo tema.
Negli anni ’60 e ’70, Madre Speranza metteva in guardia la sua famiglia religiosa dall’uso indiscriminato della televisione, intuendo il fatto che stava cambiando un’epoca e il modo di comunicare.
Oggi dobbiamo essere consapevoli della grande sfida che abbiamo di fronte a noi, chiamati all’impegno attivo nei mass media e nello stesso tempo lucidamente ancorati ai valori condivisi che guidano la nostra vita.
Come fare sintesi di tutto questo?
Domanda complessa che non richiede tanto una risposta certa ma un’attenzione, una sensibilità e un’autodisciplina nel governare le dinamiche dell’uso dei nuovi mezzi di comunicazione.
Queste nostre incursioni ci hanno coinvolti totalmente nei giorni di festa a Collevalenza, comprese le tante riprese e interviste che sono state raccolte per completare il materiale necessario a costruire un progetto audiovisivo su Collevalenza che sarà messo a disposizione prossimamente e il cui estratto potrà essere proiettato alla Casa del Pellegrino e al Centro Informazioni per i pellegrini in arrivo.
Speriamo davvero di riuscire a esprimere almeno in parte tutto ciò che abbiamo raccolto non solo con le telecamere!
Mi fa piacere sottolineare ancora due esperienze che mi hanno colpito in particolare.
Prima di tutto la presenza di centinaia di giovani.
Che spettacolo!
Una risposta al pessimismo che alcune volte si respira nelle nostre parrocchie quando si dice che non c’è più risposta e presenza da parte delle giovani generazioni.
Non è vero che i giovani non rispondono più alle chiamate dello Spirito. Se la proposta c’è ed è chiara ci sono eccome! Con partecipazione ed attenzione.
Mi ha colpito in particolare il clima dell’Adorazione Eucaristica combinata a sonorità musicali attuali. Ho percepito una partecipazione sorprendente che fa capire la sete e il desiderio di Dio che è innato in qualsiasi persona.
Bando allora agli allarmismi e ai pessimismi. Diamo fiducia a chi ha tutta la vita davanti e cerca una sua dimensione umana e spirituale.
Mi impegnerò a comunicarlo agli animatori degli oratori e dei gruppi giovanili delle parrocchie, per alimentare una fiducia che possa tenere lontano qualsiasi tentazione di rassegnazione.
In secondo luogo mi fa piacere ricordare l’intervista a Emanuela Aureli. Una persona particolarmente legata a Collevalenza che ha voluto sottolineare l’importanza del messaggio di Madre Speranza nella sua vita e nella sua famiglia.
Un’appartenenza che arriva dal mondo dello spettacolo che spesso ci sembra lontano e poco sensibile. Anche in questo caso possiamo confutare queste sensazioni, toccando con mano quanto bene continua a fare il messaggio dell’Amore Misericordioso.
Allora è proprio vero che da Collevalenza può partire un messaggio sempre nuovo. Basta vivere quest’esperienza di persona.
Grazie a tutta la Famiglia dell’Amore Misericordioso per avermi dato l’opportunità di vivere quest’esperienza.
Una bella storia da raccontare.
Un chiaro segno per ognuno di noi.
Una festa grande e semplice nello stesso tempo.
Una festa in famiglia.
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ultimo aggiornamento
12 marzo, 2019