studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

Vangelo e santità laicale

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Giuseppe
Toniolo,
economista
sociologo
cattolico

 

"Il principio della destinazione universale dei beni richiede che riguardi con particolare sollecitudine ai poveri, a coloro che si trovano in situazioni di marginalità e , in ogni caso, alle persone a cui le condizioni di vita impediscono una crescita adeguata. A tale proposito va ribadita, in tutta la sua forza, l’opzione preferenziale per i poveri" (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa,182).

Si tratta di un documento recente del Magistero della Chiesa, del 2004, ma che ben rispecchia da sempre l’insegnamento sociale a cui la Chiesa non ha mai rinunciato – secondo le parole del papa Leone XIII – a dire la "parola che le spetta" sulle questioni della vita sociale.

Ed è proprio guardando a questo periodo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 che desidero soffermarmi su una figura laicale impegnata nel sociale: Giuseppe Toniolo (1845 – 1918), grande economista, sociologo e accademico italiano tra i protagonisti del movimento cattolico italiano, colui che ha proposto e realizzato in concreto la visione di un mondo di organizzazione sociale cristianamente ispirato e fondato sul primato della sussidiarietà.

Qualche breve cenno sulla sua vita, prima di sottolineare l’impegno profuso nel campo economico sociale, da cattolico. Giuseppe Toniolo nasce a Treviso il 7 marzo 1845; dal padre ereditò l’interesse per le vicende politiche e sociali dell’epoca, dalla madre acquisì un profondo attaccamento ai principi della fede cristiana e della pietà mariana. Compie gli studi a Venezia e frequenta l’università di Padova dove consegue la laurea in giurisprudenza. Inizia la sua carriera universitaria, come docente in economia politica, a Padova, a Modena e dal 1879 all’università di Pisa, dove insegnerà ininterrottamente fino al 1917. Intanto nel 1878 sposa Maria Schiratti, dalla quale avrà sette figli, tre dei quali moriranno in tenera età e un’altra, Emilia, si consacra alla vita religiosa come suora della Visitazione.

Giuseppe Toniolo fu uno dei protagonisti del movimento cattolico tra fine Ottocento e inizi Novecento, promotore della Rerum Novarum di papa Leone XIII, proteso ad reinserire la Chiesa nella società e nella cultura del tempo. Il suo pensiero entra nel concreto di un’economia centrata sulla persona, in una dimensione etica che impone agli operatori economici e ai soggetti sociali di produrre e di ridistribuire ricchezza in modo da ridurre le condizioni di bisogno e di povertà sia dagli egoismi individuali sia dagli eccessi dell’autoritarismo statale.

L’appoggio di Leone XIII e del suo segretario di Stato, il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, spinse Toniolo a proseguire nell’intento di fornire una più diretta partecipazione del laicato alla vita della Chiesa. Aderì all’Opera dei Congressi, al servizio dei quali mise le sue competenze e nel 1889 fondò l’Unione Cattolica per gli studi sociali. Coltivò un progetto per la ricostruzione della società contemporanea che considerava ammalata a causa dell’ideologia liberale e minacciata di aggravamento a opera del socialismo.

Le sue scelte erano basate sempre su principi di base indicati dal Magistero della Chiesa, dando uno sforzo concreto in ciò che operava. A lui si devono anche le "Settimane sociali dei cattolici italiani", la "Rivista internazionale di scienze sociale e discipline ausiliare" e nel 1917, in piena guerra, la proposta di un istituto internazionale per la pace. E quando poi, tra il 1905 e il 1906, padre Agostino Gemelli gli chiese un aiuto nel promuovere un istituto scientifico per le ricerche degli studiosi cattolici, il Toniolo avanzò la proposta di costituire anche in Italia l’Università Cattolica. Non solo vi partecipò in maniera qualificata, ma una volta realizzata nel 1920, fu lo stesso gruppo di padre Gemelli ad intitolare l’Istituto fondatore e finanziatore proprio a Giuseppe Toniolo.

Tutto faceva con uno spirito profondamente cristiano. "Noi credenti – scriveva – sentiamo, nel fondo dell’anima… che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi". E dalla sua cattedra universitaria guardando i suoi studenti esternava questo suo proposito: "avere massima sollecitudine dei miei discepoli, trattandoli come sacro deposito, come amici del mio cuore, da dirigere nelle vie del Signore".

Il Toniolo è stato, insomma, questo testimone di fede che ha gettato le premesse per individuare non solo nell’etica, ma anche nella stessa fede cristiana un elemento chiave per la costruzione di un valido sistema economico, secondo la dottrina cristiana. Per lui la scelta di Cristo o il rifiuto erano condizione del progresso o del regresso della civiltà, non solamente dal punto di vista tecnologico o culturale, ma soprattutto morale.

Teneva forte la "questione sociale" e guardava con attenzione e premura il mondo operario e le classi più deboli della società, in seguito al processo dell’industrializzazione, con la conseguente formazione del proletariato e cambiamenti che riguardarono l’assesto degli Stati, la configurazione della società e il costume. Ha dato pure attenzione anche al ruolo delle banche agricole e alle banche popolari a vantaggio dell’agricoltura.

La mole impressionante degli scritti che ha lasciato confermano la varietà dei suoi interessi, distinguendosi non solo come professore di cattedra, ma anche di azione.

Un esempio di fede e di vita, tanto che la Chiesa riconoscendo la santità laicale di questo professore pisano, il 29 aprile 2012 lo ha proclamato beato. Le sue spoglie riposano presso il Duomo di santa Maria Assunta a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso.

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ultimo aggiornamento 12 novembre, 2019