ROBERTO LANZA
"Amiamo le tribolazioni e ricordiamo che esse sono il terreno che crea l’umiltà e purificano i nostri peccati. Saranno esse che c’insegneranno a separare il grano dalla zizzania e ci otterranno grazie abbondanti."
(Madre Speranza di Gesù - Consigli pratici (1941)
Mai avremmo immaginato di vivere quello che stiamo vivendo a causa della pandemia del Covid-19. Ci siamo tutti ritrovati a combattere contro un unico avversario, da un giorno all’altro le città e le strade sono diventate vuote, siamo stati privati di tutto, il nostro futuro è stato sospeso; un nemico piccolo, invisibile, ma inesorabile ci ha tolto l’affetto di tanti cari. Il monotono ritornello che tante volte abbiamo sentito ripetere: "siamo sempre a correre, correre, correre..." si è interrotto. Davanti a tutto questo è lecito porsi una delle tante domande che sentiamo ormai dire dalla nostra gente: "Come interpretare questa situazione drammatica che stiamo vivendo?
Tuttavia l’esperienza della fragilità, del limite, che questo minuscolo virus ci ha risvegliato, può insegnarci alcune cose fondamentali. La prima è che non siamo onnipotenti, nonostante i progressi della scienza e della medicina, infine, l’esperienza della nostra debolezza ci insegna e ci costringe a mettere nel giusto ordine le cose che contano davvero.
Ma è tutto qui?
Dio non interferisce con la libertà umana e con il suo inesorabile corso, non ha creato il mondo come un meccanismo congegnato automaticamente in ogni suo movimento, ma tutto però può servire al suo piano; questa è quella che le Scritture chiamano la “sapienza creatrice di Dio.
Ci sono momenti nella nostra vita dove siamo chiamati ad alzare un po’ l’asticella della nostra fede, di come vivere il nostro rapporto con il Signore. A volte siamo tentati di chiudere il cuore e di dare le "dimissioni" dalla vita e di lasciarci vivere senza più sperare nulla. Ma forse, a volte, lo sconforto è frutto di un sottile orgoglio di chi sperava di salvarsi da solo, di darsi da solo un senso alla vita. Così fa a volte Dio con noi, viene a sconvolgere i nostri progetti e la nostra tranquillità, per salvarci dal baratro che a volte non vediamo. Ma attenzione a non essere tentati nel credere che il coronavirus è stato provocato dalla volontà divina. Dio con questa epidemia c’entra, ma soltanto nel bene, perché la profonda verità che dobbiamo dirci è che non tutto ha una spiegazione, ma tutto ha un proposito nelle mani di Dio.
Dio non interferisce con la libertà umana e con il suo inesorabile corso, non ha creato il mondo come un meccanismo congegnato automaticamente in ogni suo movimento, ma tutto però può servire al suo piano; questa è quella che le Scritture chiamano la "sapienza creatrice di Dio." Scriveva la Madre Speranza: "Dio non vuole né permette alcuna cosa che non sia il nostro bene."1 Forse per troppo tempo abbiamo avuto un’immagine di Dio "sbagliata", un Dio che somiglia a quella di un giudice severo e spietato, al quale interessa solo stabilire le nostre colpe e punirci se siamo colpevoli.
Non è così!
Anche in questo tempo del coronavirus riecheggia con forza e urgenza, l’Amore Misericordioso di Dio.
A me sembra di vedere in questi giorni difficili ancora quel Padre misericordioso che sulla porta di casa attende i suoi figli, che soffre con loro; quel pastore che vuole avere fuori dal recinto tutte e cento le sue pecore; quella donna che spazza la casa per ritrovare ciò che ha perduto. Io credo fermamente che sia un tempo di grande misericordia, un Dio Padre all’opera per trovare vie sempre nuove perché ogni figlio sia raggiunto da una parola e da un segno di salvezza.
Oggi più che mai c’è bisogno dell’Amore Misericordioso! Abbiamo bisogno di misericordia per ricostruirci e per ripartire!
Le sofferenze sono necessarie per aiutarci nella nostra santificazione. Come l’oro si saggia con il fuoco, così il Signore mette a prova i nostri cuori; come il forno i cocci del vasaio, così la sofferenza prova le anime dei giusti
Il nostro carisma con la sua speranza di misericordia è veramente un grande faro di luce per leggere profondamente il senso di questo tempo che stiamo vivendo: "Non dimentichiamo quali ricchezze spirituali ci procurano le tribolazioni e capiremo che invece di rifiutarle o temerle le cercheremo. Ma perché? Cosa sono le tribolazioni? Le tribolazioni sono una misericordiosa visita del Buon Gesù, una prova d’amore che ci dimostra il nostro Buon Padre."2 Ma come è possibile pensare che l’Amore Misericordioso abbandoni la sua creatura più cara, che non si curi di lei in ogni momento, anche in quello magari più triste? Se Dio è accanto a noi, non abbiamo più nulla da temere e se ancora la paura ci assale è perché non abbiamo ancora capito il Suo infinito amore e lo scopo per cui ci ha creati. Fede e paura non possono e non devono coesistere, sono nemici e due forze opposte, se la fede è forte, scaccerà via ogni paura: "Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?...
Non dovremmo mai dimenticare che la croce è stato uno strumento di tortura e di morte, ma il Cristo la resa gloriosa e salvifica, perché ci ha fatto vedere non "come venirne fuori, ma come starci dentro." Per tutti noi oggi la domanda deve essere: come mi è chiesto di stare dentro questa situazione? Posso starci con il solo dubbio che non mi tocchi più di tanto, o che se ne venga fuori appena possibile. Oppure posso starci, invece, chiedendo a Dio di aumentare la mia fede e la mia capacità di pazienza; posso starci cambiando il mio rapporto con il Cristo, posso starci nel rivedere la mia vita: "Le sofferenze sono necessarie per aiutarci nella nostra santificazione. Come l’oro si saggia con il fuoco, così il Signore mette a prova i nostri cuori; come il forno i cocci del vasaio, così la sofferenza prova le anime dei giusti. Quanto più dura è la prova, tanto più gloriosa sarà la ricompensa."3
E noi come ci stiamo?
Anche nella vita dei figli di Dio si abbattono delle tempeste che sembrano portare disastri ma che, se affrontate e vissute con il Signore, si rivelano importanti per la nostra vita. Dio non è spettatore delle tragedie umane, ma partecipe; non è osservatore del dolore, ma compagno nel nostro cammino: "Mi dici, Gesù mio, che debbo essere triturata da grandi sofferenze per diventare degna del tuo amore e per darti la più autentica prova di fede nelle tue promesse; mi dici che vuoi provare la mia fedeltà e fortezza. Dammi il tuo amore, Gesù mio, e chiedimi quello che vuoi."4
È una strada perdente? È LA STRADA DI DIO. È l’unica strada!
Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza, e la costanza compia in voi un’opera perfetta.
La Madre Speranza ci ha indicato, il metodo perfetto per entrare nel cuore di Dio: quello dell’abbandono filiale. E sono sicuro di dire che se oggi la Madre Speranza fosse ancora in vita ci direbbe proprio questo: "Figlio, ma non sarà che non ti fidi più del Signore?"
Dovremmo cercare di non permettere alle difficoltà di confonderci e distrarci dalla volontà di Dio. Sarebbe meglio, invece, renderci conto che Dio si sta servendo di quei problemi per attirare la nostra attenzione su di Lui, è questa la chiave per vincere qualsiasi difficoltà: contare esclusivamente su Dio. Significa saper leggere i segni che Dio compie: "Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza, e la costanza compia in voi un’opera perfetta."5 Il nostro carisma è proprio caratterizzato da questo legame fortissimo, un’obbedienza ed una fedeltà a Dio tanto forte da affrontare qualsiasi prova o difficoltà e si capisce anche perché poi ogni obbedienza a Dio porta con sè un "prezzo da pagare", perché ti chiede di mettere in discussione la tua vita.
L’Amore Misericordioso vuole la nostra obbedienza, la vuole per farci crescere nella santità: "Cristo imparò l’obbedienza dalle cose che patì."6 Questo amore di Dio ha trasformato la storia umana in storia della salvezza, perché l’Amore Misericordioso di Dio deriva da una promessa eterna: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò."7
A volte il sacrificio è necessario a manifestare l’amore, come l’amato che muore per l’amata, come la madre che veglia insonne la malattia del figlio. Esiste sempre un momento in cui la fede viene messa a durissima prova, dove tutto sembra essere sbagliato, ma è in quei momenti che impariamo a credere davvero. Oggi più che mai siamo chiamati alla conversione, il coronavirus non è lontano da noi, non bisogna cercarlo chissà dove, ce l’abbiamo nel cuore: è quello che noi chiamiamo orgoglio di sé, delle proprie convinzioni, di sapere sempre tutto, è l’arroganza di chi pretende di avere sempre ragione anche davanti al Signore.
Caro fratello mio, impara a scoprire che, la tua fede, ti lascerà sempre un’ultima "chance" per fare esperienza dell’amore di Dio e quando sei sconfortato, non ti ritirare, insisti, anche se tutto sembra inutile, perché questa è l’ora del coraggio! Dove non trovi una soluzione in piedi, la trovi in ginocchio e sappi che se rinunci all’inverno perderai la promessa della primavera e la ricchezza dell’estate. Non giudicare mai la tua vita in una stagione difficile, persevera attraverso le difficoltà…perché se resta sempre vivo l’amore…
il tuo grido arriverà al CUORE MISERICORDIOSO DI DIO.
1 El Pan de nuestra casa
2 Consigli Pratici (1941) (El Pan 5)
3 El Pan de nuestra casa
4 Diario (1927-1962) (El Pan 18)
5 Gc. 1, 2-4
6 Eb. 5,8
7 Is. 49, 15
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ultimo aggiornamento
19 agosto, 2020