Il tuo Spirito Madre |
a cura di P. Mario Gialletti fam |
FESTA DEL SANTUARIO
TU SEI, O CRISTO, IL RE DELLA GLORIA!
Il vero amore si alimenta di donazione; lo stesso soffrire diventa dolce quando si ama. La scienza dei santi è soffrire costantemente per Dio. (El pan 5, 44)
Se guardiamo il buon Gesù, come potremo lamentarci delle nostre sofferenze? Come potremo scusarci se consideriamo il modo come Egli si è comportato nell’ingiusta condanna della flagellazione? Voglio cercare di prepararmi a portare con pazienza e con gioia e solo per amore a Dio le fatiche, le tribolazioni, le persecuzioni. (El pan 15, 167)
Il buon Gesù sapeva molto bene che per poter noi avanzare nella bontà, tra difficoltà e prove, avevamo bisogno dell’affetto di una madre; dove c’è una madre si può dire che non ci sono più pene insopportabili. Per questo il buon Gesù ci ha dato sua Madre. Maria è colei che più efficacemente ci aiuta a purificarci dal male e a rendere certa la nostra unione con Dio. (El pan 15, 71)
Non è degno del Vangelo chi non è disposto a lasciarsi umiliare come il chicco di grano che, per dar vita a molti altri chicchi, si nasconde sotto terra, marcisce e muore. (El pan 2, 16)
Maria è stata la creatura che più ardentemente ha amato il buon Gesù; Colei che con grande generosità ha accettato le prove di una lunga vita di sacrifici, povertà e privazioni e la dolorosa immolazione del suo Figlio divino sul Calvario. (El pan 15, 17)
La Madonna ai piedi della croce (El pan 7, 413-418)
L’amore è forte come la morte. Fin dalle prime ore del mattino del venerdì santo, la santissima Madre segue le orme insanguinate del Figlio divino. Lo segue dalla colonna della flagellazione all’«ecce homo», e poi per il lungo cammino della croce fino alla cima del Calvario. Non c’è scherno, né ingiuria che possa allontanarla dal Figlio; neanche le minacce brutali dei soldati, né la volgarità della gentaglia che la indica col dito, né tanto meno lo sguardo truce dei farisei.
La santissima Vergine resta in piedi mentre tutto trema. La terra si sgretola, le rocce si spezzano, i sepolcri si aprono, il sole si oscura e la moltitudine fugge da lì spaventata. Ma lei non si muove. Rimane là dove è sospeso il Figlio; tre ore nelle tenebre. Là dove gli danno da bere fiele e aceto; dove Egli pronuncia le sue ultime parole e nel morire consegna al Padre lo spirito; dove gli trafiggono il costato. Dove pende morto e livido, lei resta immobile e in piedi. Assiste a tutto e soffre fino alla fine.
Sta là in piedi anche se tutto sembra un franare inarrestabile, fallimentare e disperato. Non importa se gli altri vacillano, dubitano, si scoraggiano. Lei resta, con fede incrollabile, con speranza invincibile, con un amore più forte della morte.
Non allontana da Lui lo sguardo per la disperazione, come un tempo Agar per non vedere morire suo figlio Ismaele. Anzi lo fissa con amore, restando in piedi, vedendo tutto e ascoltando tutti. Non si lamenta, non geme come una debole donna. Non mormora, non maledice, né invoca vendetta contro chi è causa del suo dolore.
Perdona, come il Figlio ha perdonato. In quest’ora tenebrosa, la più buia della sua vita, rimette tutto nelle mani di Dio, per quanto duro e incomprensibile le possa sembrare, e ripete con cuore deciso come una volta: «ecce ancilla Domini».
Anche Giovanni si trova ai piedi della croce: la forza di perseverare accanto al suo Signore e Maestro, senza abbandonarlo neppure nell’ora della morte, la deve alla Santissima Madre. Fuggito dall’orto, andò a cercare la santissima Madre, e lei gli infuse coraggio e lo portò con sé fino al Calvario.
Anche noi ricorriamo a lei nei momenti di prova e di dolore e al suo fianco procediamo sulla via della croce.
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ultimo aggiornamento
12 ottobre, 2022