studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

Ci piace sapere che in questi ultimi anni, sempre più frequentemente, con i suoi riconoscimenti ufficiali, la Chiesa propone alla venerazione e all’imitazione del popolo cristiano figure di giovani laici come nel caso di Carlo Acutis, legato al mondo dell’informatica, tanto che i suoi amici come gli adulti laureati in ingegneria informatica, lo consideravano un genio. E’ da ritenersi veramente un modello di santità giovanile.

Carlo Acutis (3 maggio 1991 – 12 ottobre 2006) è stato un ragazzo che avrebbe potuto fare di tutto nella vita; ma Dio aveva su di lui un piano diverso. Era nato a Londra dove i suoi genitori si trovavano per esigenze di lavoro. A quattro mesi dalla nascita, la famiglia rientra nella propria città di Milano.

Fatta la prima comunione a sette anni non ha mancato all’appuntamento quotidiano con la partecipazione alla Messa. A quell’età ha curato e realizzato pure una mostra sui miracoli eucaristici.

Carlo è cresciuto fin da piccolo con il desiderio della santità. Amava sostare davanti all’Eucarestia dopo la messa, recitava quotidianamente il rosario, leggeva e meditava la Sacra Scrittura, praticava la confessione settimanale, si impegnava sempre a fare qualcosa per gli altri, stava con i bambini all’oratorio; brillava per la virtù della purezza.

Ma trovava pure il tempo per suonare il sassofono, giocava al pallone, progettava programmi al computer; frequentò con profitto il liceo milanese "Leone XIII", retto dai padri gesuiti.

Ciò che lo ha contraddistinto fin da subito è stato l’amore per Gesù Cristo. Una volta scopertolo, ha trovato il Lui l’amico e il maestro. In un mondo basato sull’effimero e sulla volgarità, Carlo Acutis preferiva testimoniare Gesù e il suo vangelo, andando contro corrente. Si tratta di un giovane che si è lasciato sedurre dall’amicizia per Cristo.

La forza la riceveva dalla santa eucarestia, di cui si nutriva ogni giorno e dall’eucarestia imparava a comprendere l’amore che Gesù nutre per tutti gli uomini. Per questo il suo desiderio è stato sempre quello di condurre a Gesù le persone che conosce e che frequenta. E li ricorda tutti quanti sostando davanti al tabernacolo dove sembra rapito dall’amore, amando definire l’eucarestia: "La mia autostrada per il cielo". Gesù era per lui la forza della sua vita e lo scopo di tutto ciò che faceva.

Coltivava pure molto la devozione alla Madonna, recitando ogni giorno il rosario. Era stato nel febbraio 2005 che i suoi genitori, Andrea e Antonia Salzano, lo hanno portato a fare un giro in auto in Spagna. Carlo in quella occasione chiese che si facesse anche una tappa a Lourdes per vedere i luoghi dove era apparsa la Madonna a Bernadette Soubirous e per bere l’acqua della grotta. Rimase impressionato delle parole della Madonna rivolte alla santa. L’esempio della piccola Bernadette lo fece riflettere sulla predilezione che Dio ha fatto per le persone umili e semplici. Fu davanti a quella grotta di Lourdes, quindi, che Carlo fece il voto alla Vergine Maria di essere sempre fedele alla recita del rosario, promessa mantenuta.

Carlo Acutis spiccava pure in uno dei suoi talenti: un campione dello spirito ma anche amante del computer. Era disponibile con i suoi compagni nel fare usare meglio il computer, esperto nei programmi. Era dotatissimo per tutto ciò che è legato all’informatica, si dedicava alla creazione dei siti web; curava la redazione e l’impaginazione dei giornalini che servivano per le persone legate alla parrocchia; costruiva programmi per trasmettere il vangelo, per comunicare valori e bellezza.

Alla mamma ogni qual volta si parlava di Carlo, le si diceva: "Signora, suo figlio è speciale". Lo dicevano i sacerdoti della parrocchia di Milano, gli insegnanti, i compagni di classe e quanti altri lo conoscevano.

Carlo Acutis amava confessarsi frequentemente; così la paragonava: "come la mongolfiera per salire in alto ha bisogno di scaricare i pesi, così l’anima per levarsi al cielo ha bisogno di togliere anche quei piccoli pesi che sono i peccati veniali".

Era pure distaccato dai soldi. Disapprovava la mamma quando questa gli voleva comprare un secondo paio di scarpe; con i risparmi faceva l’elemosina oppure comprava qualcosa per i poveri, come nel caso del sacco a pelo che ha acquistato per donarlo a un barbone che sostava davanti la chiesa dove lui andava a messa tutti i giorni.

Nell’estate 2006, in vacanza, Carlo aveva chiesto alla mamma: "Secondo te, devo farmi sacerdote?". E lei: "Lo capirai da solo. E’ Dio che te lo farà capire". Intanto nel mese di ottobre seguente Carlo si ammala e viene colpito di leucemia fulminante, il tipo M3, la peggiore.

Appena entra all’ospedale S. Gerardo di Monza, per essere ricoverato, Carlo ha la piena consapevolezza della gravità della malattia e dice alla mamma: "Da qui non esco più". Pochi giorni prima aveva detto ai genitori: "Offro le sofferenze che dovrò patire al Signore per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio ed andare diritto in paradiso".

Arrivano intanto le sofferenze e all’infermiera che gli aveva domandato come si sentisse, Carlo rispose: "Bene. C’è gente che sta peggio. Non svegli la mamma che è stanca e si preoccuperebbe di più". Chiese l’unzione degli infermi e muore il 12 ottobre 2006 a soli 15 anni. In tutti ha lasciato un grande vuoto e una profonda ammirazione per la sua testimonianza di vita autenticamente cristiana.

Venne sepolto ad Assisi, luogo che amava e nel quale tornava volentieri per ritemprare lo spirito.

Nel gennaio 2019 i suoi resti mortali dal cimitero furono traslati nella chiesa S. Maria Maggiore, sempre ad Assisi. Completata la fase istruttoria per il processo canonico ed ottenuto il miracolo per sua intercessione, il 10 ottobre 2020 la Chiesa, nella basilica superiore di san Francesco ad Assisi, lo ha proclamato beato.

Una grande gioia per i giovani che trovano in Carlo Acutis un modello di vita. Con l’augurio anche che potrà essere dichiarato un giorno come patrono di internet e protettore di tutti i cybernauti.

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ultimo aggiornamento 12 ottobre, 2022