Il tuo Spirito Madre a cura di P. Mario Gialletti fam
8 febbraio 1983
I
l giorno 8 febbraio 1983, alle 8 del mattino muore la Madre, la Beata Madre Speranza. Era nata il 30 settembre 1893, la prima di nove figli; l’ultimo dei fratelli era nato nel 1917; il babbo era del 1862, la mamma del 1873. Fin da bambina ebbe la fortuna di vivere nella casa del parroco don Manuel, accolta e seguita dalle sorelle del parroco, Ines e Maria. Probabilmente nel 1905, nella cucina della parrocchia ci fu la visita misteriosa di Santa Teresa di Gesù Bambino che le disse: "Vedi, bambina, io sono venuta a dirti da parte del Buon Dio che tu dovrai cominciare da dove ho finito io". Già qualche anno prima, forse nel 1901, c’era stato l’episodio della prima comunione "rubata". Delle tante cose straordinarie che hanno segnato tutta la vita della Madre, vorrei ricordarne tre:– Il 15/10/1914, a 21 anni, quando parte da casa per farsi suora,
– Il 12/05/1925 quando può dire: "ho imparato ad amare",
– Il 14/05/1949 quando il Signore le parla la prima volta di Collevalenza.
La partenza da casa.
Racconta la Madre: in una Esortazione del 1965, El pan 21,720:
«Partii dalla casa paterna con il grande desiderio di arrivare ad essere santa e di rassomigliarmi un poco a Santa Teresa [d’Avila], la quale era una figura maschia che non si spaventava di niente e che affrontava tutto. Che aspirazione, Figlie mie! Io volevo essere come lei; e così partii da casa in questo giorno, lasciando mia madre nel letto della sua sofferenza, senza la speranza di poterla più rivedere. "Figlia, perché non aspetti un po’?", mi disse. "Mamma, domani è Santa Teresa e io vorrei arrivare ad essere una grande santa come lei; e vorrei che mi aiutasse a seguire il Signore come lo ha seguito lei". E mia madre, che era molto buona, mi disse: "Figlia, il Signore ti benedica; e se io muoio, tu prega per me!". E così, con il dolore di vedere mia madre in pena ma con il grande desiderio di diventare santa, partii da casa accompagnata da mio padre e dal mio fratello maggiore [Juan]"».
Di fatto la Mamma era malata, ma ha sopravvissuto a lungo dopo questa malattia ed è morta nel 1954, il 24 luglio, all’età di 81 anni. Quando è morta era già da qualche anno ricoverata in uno dei "cuarticos" per i poveri in quella che oggi si chiama "calle Madre Esperanza", una stradina (lunga solo 80 metri) del paese di Santomera e dove i figli e i nipoti la andavano a trovare tutti i giorni.
Quando è morta era sola nel cuartico. Quando al pomeriggio la figlia Carmen passò a trovarla la trovò già morta e la salma già composta sopra il letto già rifatto; il Signore aveva condotto la Madre in bilocazione per assistere e comporre il corpo di mamma e le aveva concesso di vederla già in Paradiso.
La Segretaria Madre Speranza Pérez Del Molino annota che la notizia della morte della Mamma della Madre arrivò a Collevalenza il giorno 31 luglio 1954 e subito i Padri di Collevalenza cominciarono a celebrare Messe in suffragio della Mamma della Madre la quale durante una estasi, verso le 8.30 del mattino, "con la generosità di sempre verso i suoi nemici, supplica il Signore perché tutti i suffragi che si fanno per sua mamma siano per i suoi persecutori…"
"Ho imparato ad amare…"
Nel maggio del 1925 la Madre, come religiosa, è trasferita dalla casa di Madrid alla casa di Vélez Rubio. È trasferita per punizione per delle accuse ingiuste, mosse da gelosia, e obbligata a stare per sei mesi sola e isolata.
Racconta la Madre stessa, in Consigli pratici del 1941 / El pan 5,78-79:
"Ho sofferto molto nel vedere che mi si accusava di cose che non avevo né fatto, né pensato. La natura ribelle mi spingeva a scusarmi, però fissando lo sguardo sul Crocifisso, acquistavo forza per non farlo. Mi vedevo disprezzata da tutti, isolata, senza affetto e privata persino del necessario; eppure ero felice, molto felice; però senza mai separare lo sguardo dal Crocifisso il quale mi ha dato la grazia affinché questi sei mesi di segregazione – tale infatti fu il castigo che mi inflissero – non aprissi la mia bocca a lamento alcuno. In essi ho imparato ad amare"».
Il Signore le parla la prima volta di Collevalenza.
Così la Madre nel Diario, El pan 18, 991-1000:
14 maggio 1949 - Questa notte, 14 maggio, mi sono distratta e il buon Gesù mi ha detto che desidera si riprendano i lavori di questa casa quanto prima. Gli ho risposto che conosce il mio grande desiderio e anche il mio dolore, perché se Lui non pone rimedio, la casa generalizia delle Ancelle dell’Amore Misericordioso non si finirà mai, poiché dalla Spagna non posso avere più niente, in quanto il governo spagnolo ha confiscato i beni di Pilar e non so cosa fare perché non accada quello che Pilar mi aveva preannunciato con grande dispiacere, dal momento che non ho accettato la donazione dei suoi beni alla Congregazione, "proposta che, come ben sai, Gesù mio, non ho accettato perché tu non volevi; e adesso, come facciamo, Gesù mio?".Tu desideri che finisca questa grande casa col sacrificio, il lavoro e il dolore per dare esempio alle figlie e ai figli di domani e perché imparino a non approfittare mai della generosità dei benefattori, come non ne approfittò questa loro Madre, nonostante sapesse che tutti i beni di quella creatura fossero a sua disposizione e che la gioia più grande che potessi dare a quell’anima, era disporre liberamente dei suoi beni. A me, Gesù mio, bastò sapere che non lo volevi, per non accettare tale patrimonio, anche se capivo che non potevo portare a termine la costruzione di questa casa così necessaria ed utile per la recente Congregazione e per quella che sta per venire alla luce.
Questo gioverà molto alle figlie, come è stato per il laboratorio militare; così sarà per la conclusione della costruzione di questa casa e del laboratorio che anni più tardi, dice Gesù, dovrò avviare sempre condito con sacrificio, lotte e grandi travagli; ma tanto il laboratorio come il lavoro che dovrò affrontare per costruire il secondo padiglione di questa casa, servirà sempre per stimolare le figlie fedeli al sacrificio e al lavoro, allontanando dalla Congregazione la pigrizia e lo sfruttamento della carità dei benefattori per realizzare grandi cose; evitando di importunarli, infatti spesso sono questi che si sacrificano perché i religiosi e le religiose realizzino grandi opere e portino a compimento grandi imprese con i soldi e col sacrificio di tali anime caritatevoli e molto generose.
"Questo – dice il Signore – non voglio vederlo nelle Ancelle dell’Amore Misericordioso e tanto meno nei Figli dell’Amore Misericordioso; e tu sei stata chiamata a sradicare dalle due Congregazioni questo abuso col tuo esempio, facendo grandi cose e rendendo grandi le Congregazioni col lavoro, col sacrificio, col dolore e col mio aiuto che non ti mancherà mai; perciò ti ordino di cominciare a muoverti senza sosta già da domani, per poter ospitare in questa casa almeno 500 pellegrini al giorno, dal primo all’ultimo giorno dell’anno santo. Ti assicuro che se ti darai totalmente a questo lavoro per te molto doloroso, al sacrificio che questo ti richiederà e alla sofferenza che lo svolgimento dell’organizzazione di tale lavoro ti procurerà, come grande apprendistato… tu, al termine dell’anno santo, avrai finito di pagare l’importo della casa e del mobilio, lasciando alla Congregazione una casa magnifica e un’organizzazione speciale.
Così potranno vivere per tanti anni, senza disturbare alcun benefattore, non solo il governo generale, il noviziato e l’internato delle bambine povere, ma anche i Figli dell’Amore Misericordioso che queste figlie aiuteranno con amore di sorelle e con grandi sacrifici, perché si preoccupino non tanto delle cose materiali, ma si diano totalmente al bene delle anime e alle cose spirituali.
Finché, anni più tardi, tu col mio aiuto, con maggiori angosce, fatiche, dispiaceri e sacrifici, organizzerai l’ultimo magnifico laboratorio che sarà di grande aiuto materiale e morale per le figlie e le giovani che avranno la grazia di potervi essere accolte.
Insieme a questo laboratorio, ci sarà anche una grande e magnifica organizzazione di un Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso, una casa per infermi, una per pellegrini, una casa del clero, il noviziato delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, il seminario dei miei Figli dell’Amore Misericordioso. Tutti vivranno senza più il grande aiuto di questa casa di Roma dove sempre rimarrà il governo generale, aiutandosi mutuamente, le figlie con il lavoro materiale, i figli assorbiti dal lavoro spirituale, diffondendo attorno a loro il soave profumo del buon esempio e attirando a Me quanti passeranno o si fermeranno in questo "Roccolo" di anime, diventando entrambi il richiamo che attira a Me le anime che visiteranno questo unico Santuario del mio Amore Misericordioso.
Però mai devi dimenticare che Io mi sono sempre servito dei mezzi più insignificanti e piccoli per fare cose grandi e meravigliose; ho parlato a Balaam per mezzo di un asino, anziché per mezzo di un angelo, e così, come per avere un grande covone di grano occorre seminare un piccolo seme, coprirlo con la terra, straziarlo con acqua, sole, freddo, neve e finalmente farlo marcire e annientare perché fruttifichi e produca grano in grande abbondanza.
E ancora tutto ciò non basta perché il frutto possa servire come nutrimento per l’uomo, ma occorre che il grano venga triturato, poi macinato e trasformato in polvere; quindi la polvere passata al setaccio per dividere la crusca dalla farina e questa sia impastata con acqua e ben cotta, per servire da nutrimento o principale alimento per il sostentamento dell’uomo.
Così, tu devi passare per tutta questa elaborazione, per essere come io ti voglio, cioè voglio servirmi di te come alimento e sostegno di molte anime e che i figli e le figlie succhino da te la sostanza di questa elaborazione per darmi molta gloria in questo Santuario, con il soave profumo del sacrificio, dell’orazione, della rinuncia e con il continuo esercizio della carità e dell’amore ai più bisognosi".
Le illustrazioni di questo articolo sono tratte dal volume a fumetti «Madre Speranza, racconto per bambini»
![]() |
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
09 febbraio, 2023