ROBERTO LANZA

 

"Gesù mio, donaci un grande amore alla preghiera e fa’ che, in ogni angustia e abbandono, sentiamo sempre viva la necessità di ricorrere a Te"

(Madre Speranza di Gesù)

Il 22 febbraio, con la liturgia delle Ceneri, è iniziato il percorso Quaresimale e come sappiamo ormai molto bene, la Quaresima, è un periodo che precede la celebrazione della Pasqua. Un tempo caratterizzato dall’invito al­la con­ver­sione a Dio, è il "tempo forte" che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Come dice san Paolo, è "il momento favorevole" per compiere un autentico cammino di vera riconciliazione e conversione con Dio così da "affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male", come si legge nell’orazione colletta all’inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri. Il messaggio biblico del ciclo A che stiamo seguendo in quest’anno liturgico, diversamente da quello del ciclo B, che è cristologico pasquale, e da quello del ciclo C prettamente di tipo penitenziale, sviluppa in modo organico il tema del battesimo.

La vita è un viaggio, da sempre e per tutti e anche la Quare­si­ma vuol essere un itinerario per rimetterci in cammino con più fede e consapevolezza! Un viaggio, consapevole, da vivere con responsabilità e con serietà per non sbagliare strada nella vita.

E come in tutti i viaggi avremo bisogno di fermarci e trovare acqua buona per dissetarci: dobbiamo lasciarci lavare, purificare dalla Parola e dallo Spirito del Cristo per accogliere poi quell’esplosione di VITA che è la Pasqua e testimoniarla agli uomini di oggi con coraggio.

 

Proviamo, allora, a ripercorrere questo viaggio!

La Quaresima inizia sempre con il ritorno del deserto, arido, secco, senza vita, luogo di insidie e di pericoli. Gli ebrei ritenevano il deserto il luogo ideale per una vita spirituale più profonda perché richiamava il periodo in cui Dio si era fidanzato nel deserto del Sinai con il suo popolo dopo averlo liberato dalla schiavitù egizia: "Così dice il Signore: Io mi ricordo dell’affetto che avevi per me quand’eri giovane, del tuo amore da fidanzata, quando mi seguivi nel deserto."

Il deserto è il luogo della rivelazione di Dio: "Ecco, io la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore", è nel deserto che Dio parla al nostro cuore. Il deserto non è un luogo piacevole, ricco di comodità e in cui la gioia rende tutto facile. Nelle strade della nostra vita abitudinaria non è neppure segnato, le cartine geografiche delle direzioni che prendiamo nella vita non lo indicano.

 

Eppure, è il luogo in cui Dio si rivela!

Lì Dio parla da un fuoco in un cespuglio che arde senza consumarsi, è ancora il luogo in cui conosciamo i nostri limiti, la nostra debolezza, la nostra scarsa resistenza e la dura lotta per la vita: il deserto è il luogo dove la fede si fa difficile e richiede una scelta personalissima e definitiva.

 

Fratello mio, perché quest’anno non vai nel deserto del tuo cuore per ascoltare il battito della vita di Dio?

La Scrittura ci dice che l’uomo non può vedere Dio e continuare a vivere, sappiamo già con quale amore e con quali precauzioni Dio si è manifestato a Mosè e ad Elia per non annientarli. Quale il profondo significato della trasfigurazione?

 

Siamo chiamati a trasfigurare la nostra vita, dobbiamo vivere come persone trasfigurate non sfigurate!

Saliamo sul Tabor con Gesù allora, lassù ci vuole donare la fede adulta, che guarda la terra dalla sommità di un monte, il punto più vicino al Cielo. Il mondo e la carne, invece, cercano di vedere e capire il Cielo dalla terra, con i limitati parametri umani. Da "un alto monte" si abbraccia un insieme che a terra non si può vedere, la fede adulta è proprio questo: cambiare forma per entrare nella storia, mentre la sapienza umana cerca di cambiare forma alla storia. La nostra vita trasfigurata dovrebbe essere una vita evangelizzata, illuminata dalla Buona notizia: una vita "bella", perché, come aveva sperimentato Pietro, "è bello stare con Gesù".

 

Fratello mio, quest’anno perché non provi a trasfigurare la tua vita?

Il popolo di Israele nel deserto soffre per la sete e si lamenta, mormora, non si fida di Mosè, non si affida al Signore, perde la speranza e vede solo il proprio bisogno. Così come la donna samaritana assetata che Gesù incontra al pozzo di Sicar: noi corriamo sempre un grosso pericolo, ossia quello di pensare che siamo noi "a darci da fare" per incontrare il Signore; ma è più precisamente il contrario, è Lui che si fa vicino all’uomo, si "incarna" nella nostra storia. Davvero Dio "le studia tutte" per incontrarsi con noi, un appuntamento che è un dono, perché è Lui che prende l’iniziativa. Qui al pozzo di Sicar c’è la rivelazione più piena dell’amore di Dio, perché le parole pronunciate da Gesù rappresentano il paradossale gesto di Dio che si fa povero e mendicante per rendere l’uomo ricco.

 

Il segno che Dio ha donato è Cristo Gesù, l’Acqua Viva per ogni uomo che sottrae per sempre la vita alla morte. La sete che quest’acqua può spegnere è quella che riguarda i bisogni e i desideri più profondi di ogni persona: di superare la paura della sofferenza e della morte, di sentirsi pensati, voluti e amati da sempre, di sentirsi perdonati per le proprie mancanze, il desiderio di avere una vita ricca di significato. In ognuno di noi convive una samaritana, per questo è sempre più urgente e necessario riscoprire e prendere coscienza che Dio è nostro Padre, essere stimolati a vivere questa meravigliosa realtà significa attingere alla sorgente di acqua viva, zampillante, eterna, che si chiama Amore Misericordioso.

 

Fratello mio, hai davvero sete di Dio?

A volte chi può vedere, non riesce a mettere bene a fuoco le priorità e può lasciarsi ingannare dall’apparenza, in fondo il rischio è sempre quello di far pesare sugli altri il giudizio di condanna. Il cieco nato, di lui non sappiamo neppure il nome, ma lo conosciamo ben presto come l’unico che veramente ci vede. A differenza di altri episodi di guarigione dove sono i malati a chiedere a Gesù, qui, se non fosse stato per i discepoli, quell’uomo forse sarebbe rimasto a chiedere l’elemosina per tutto il tempo della sua vita. E’, però, un tipo scaltro, ascolta attentamente le parole di Gesù ed esegue immediatamente i suoi ordini, lasciandosi addirittura mettere del fango sugli occhi ed andandosi a lavare alla piscina, ma non cede una virgola ai farisei che vorrebbero chiudergli la bocca.

C’è un rapporto stretto tra il vedere fisico e il "vedere" dell’anima, il credere!

 

Gesù, che non vede il peccato ma piuttosto la sofferenza e il grido di aiuto in essa presente, dichiara che quella malattia è l’occasione per il manifestarsi del Dio che interviene e salva. Il suo è uno sguardo diametralmente opposto a quello colpevolizzante dei discepoli, uno sguardo che dice interesse per la sofferenza umana e volontà di cura conforme al desiderio di Dio. Sono venuto perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi. Vedere un segno compiuto da Gesù e non riconoscere il bene che esso rappresenta, non riconoscere che Dio è all’origine del suo agire, significa essere gettati fuori, essere nelle tenebre, non vedere.

 

Solo chi ama sa vedere! L’amore rende penetrante lo sguardo, coglie la situazione!

 

Fratello mio, chiediti se anche tu sei cieco nella fede, forse credi di vedere e invece non riconosci la luce del Cristo?

 

La scena è quella di Lazzaro, non c’è appunto nella storia di Gesù un incontro più commovente di questo: commuove non perché si tratta di un "amico" morto, commuove vedere un uomo-Dio provare compassione. Ecco chi è Dio: si commuove e prova compassione per la miseria umana, una miseria senza via d’uscita; e la morte ne è la prova suprema. E se Dio si commuove e piange è solo perché vede che la miseria umana è senza via d’uscita, che la vita è una tragedia senza soluzione. La risurrezione di Lazzaro è la dimostrazione della potenza di Gesù e della sua misericordia. La potenza di Dio è sempre al servizio della sua misericordia, perché è la potenza dell’amore. Dio interviene con amore potente nella vita dei singoli e mostra la sua benevolenza verso il suo popolo. La nostra speranza è in questa fede che fa sì che Gesù sia per noi il Signore. Dio è più forte del male e della stessa morte.

 

Il Signore è in grado di fare di ogni situazione una risurrezione!

Quella risurrezione è un segno: un segno che ci manifesta che Gesù ha un cuore, ci manifesta quanto egli ama la vita, quanto ha compassione di chi soffre, quanto può fare per tutti noi, che siamo oggetto del suo amore. Quella risurrezione è un segno perché ormai il Signore è presente e non lascia che nessuno sia definitivamente travolto dalla morte; Gesù, davanti a Lazzaro, ha dato il segno che la morte deve ormai indietreggiare e perdere il suo potere, quella risurrezione è il segno che nel regno della morte è già entrata una fessura, una breccia: la vita di Dio!

 

Fratello mio, vuoi davvero risorgere dalle morti della tua vita?

Madre Speranza sul cammino quaresimale diceva: "Si avvicina il tempo della Quaresima, tempo di purificazione dell’anima perché possa giungere all’intima unione con il buon Gesù risuscitato. In questo tempo dedichiamoci in modo particolare a ricordare con sincero dolore i nostri peccati, a detestarli di cuore e a ripararli con penitenze e mortificazioni". L’amore di Dio per l’uomo non è un amore qualsiasi: è un amore misericordioso, un amore che "sente" la nostra debolezza e miseria ed opera per toglierla.

Gesù Cristo è la risposta concreta per l’uomo che deve essere salvato dal peccato e dalla morte, in Gesù crocifisso si è realizzata la rivelazione più alta su Dio: è lì che si è capito che Dio è amore, agisce verso di noi con infinito amore perché è Padre, quel Padre Misericordioso, "…il quale nel Signore Gesù si è manifestato meravigliosamente ricco di misericordia con ogni uomo specialmente con chi è povero, misero e peccatore".

 

Venite all’Amore Misericordioso, voi tutti che vi sentite soli, abbandonati, sfiduciati, che avete il cuore appesantito da tanta sofferenza, che avete perso il senso della vita, che brancolate nel buio dei vostri pensieri, venite senza paura, aprite la vostra anima e troverete nella misericordia di Dio, un "balsamo" santo capace di alleviare ogni tribolazione e ogni sofferenza.

 

…Ceneri, gioia di coloro che intraprendono la via del ritorno al Padre..." te lo auguro con tutto il cuore!

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ultimo aggiornamento 21 marzo, 2023