"La Pace, come testimoniano anche le finalità e l’azione delle Nazioni Unite, ha nomi nuovi e richiede in primo luogo uno sforzo che l’ONU, con il vostro speciale apporto e il contributo di tutti, può sostenere: superare la categoria del nemico, di qualsiasi nemico. Escludere la guerra non basta, vanno create le condizioni perché ogni popolo senta di poter amare la patria altrui come la propria, in un reciproco e disinteressato scambio di doni". Sono le parole pronunciate da Chiara Lubich nel discorso tenuto ad un simposio presso l’ONU il 28 maggio 1977. E’ stato un forte richiamo verso l’unità delle Nazioni e l’unità dei popoli; parole che hanno segnato in profondità il secolo scorso e continuano ad essere un messaggio assai pressante, esempio di un nuovo umanesimo planetario, profetico e emancipatore.

Chi è stata Chiara Lubich (22 gennaio 1920 – 14 marzo 2008) e quale messaggio oggi ci lascia. Chiara Lubich, all’anagrafe Silvia, nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli. E’ considerata una delle figure più rappresentative e feconde del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale.

Suo padre Luigi è socialista convinto antifascista, mentre sua madre, Luigia Marinconz, è fervente cattolica. Soppressa la tipografia del padre da parte del regime fascista, fallisce pure l’altra sua attività di esportazione di vini italiani in Germania, a causa della crisi del 1929. Avendo rifiutato la tessera del Partito Nazionale Fascista, il padre di Chiara venne perseguitato e costretto a lavori saltuari e così la famiglia per anni vive a stenti.

Fin da bambina emerge in Chiara la sete della verità e la ricerca di Dio. Appena diplomata si dedica all’insegnamento nelle scuole elementari del Trentino, si iscrive all’università a Venezia, continuando a dare lezioni private, e a seguito dello scoppio della seconda guerra mondiale, interrompe gli studi. Saranno questi gli anni in cui Chiara si fa vicina agli ultimi e ai bisognosi; vive drammi di milioni di vittime, delle deportazioni in massa e dell’Olocausto.

Nell’autunno del 1942, grazie anche al dialogo con il frate cappuccino Casimiro Bonetti, Chiara fa la riscoperta affascinante e decisiva del Dio Amore, che sarà la scintilla ispiratrice dell’opera di pace e di unità che nascerà in seguito.

Intanto nel settembre 1943 il Trentino viene occupato dalle forze naziste e la città stessa di Trento viene bombardata. Il fratello Gino, che era entrato tra le file partigiane comuniste, nell’anno seguente è stato arrestato e torturato.

Per Chiara c’è una sola certezza: sarà l’Amore la salvezza del ventesimo secolo. Il 7 dicembre 1943 si consacra così al Signore con il voto di castità, scegliendolo come il "Tutto" della sua vita. E’ l’atto di nascita dell’Opera di Maria, movimento ecclesiale conosciuto come dei "Focolari".

Intanto il 13 maggio 1944 Trento viene colpita da un altro violento bombardamento. Mentre i familiari di Chiara si rifugiano in montagna, lei decide di rimanere a Trento, mettendosi a servire i poveri convinta che nel vangelo vissuto si trova la soluzione di ogni problema individuale e sociale. In questo trova forza nelle parole del vangelo: "Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi" e "Che tutti siano uno". Con le sue prime compagne nei rifugi antiaerei porta così il vangelo, viveri, vestiario e medicinali.

Ed dall’esperienza del vangelo vissuto nel quotidiano, prende il via una corrente di spiritualità, quella dell’unità, che suscita un movimento di rinnovamento spirituale e sociale a dimensione mondiale: il Movimento dei Focolari. Si diffonde dapprima in Italia, poi in Europa e via via nel mondo. E’ la spiritualità dell’unità, spiccatamente comunitaria, uno stile di vita che ispirandosi a principi cristiani risponde alla diffusa domanda di senso della vita e di autenticità, contribuendo a portare nel mondo pace e unità.

Crollano così da un lato i pregiudizi, mentre dall’altro i semi di verità e di amore insiti nelle diverse culture diventano ricchezza reciproca, permettendo così di raggiungere nuovi orizzonti nei diversi ambiti della società: cultura, politica, economia, arte. Tutti, anche tra cristiani di diverse Chiese, alla ricerca della pienezza di verità e alla fratellanza. Nel 1948 Chiara al parlamento italiano ha incontrato lo scrittore, giornalista e deputato democratico Igino Giordani, ritenuto confondatore del movimento per il suo contributo all’incarnazione nel sociale della spiritualità dell’unità. Il Giordani ha permesso intanto l’appartenenza al movimento non solo i consacrati ma anche persone sposate.

Chiara non aveva idea dei milioni di persone che l’avrebbero seguita, non immaginava che con il suo ideale sarebbe arrivata in 182 nazioni. E sarà la donna in dialogo tra i cristiani separati, con i buddisti, con i musulmani, con il mondo indù. A partire dagli anni novanta darà pure vita al progetto dell’Economia di comunione e nel 1996 al Movimento politico per l’unità.

Tutto questo in quanto mossa dall’amore di Cristo: "Sperimentiamo una gioia, una pace nuova, una pienezza di vita, una luce inconfondibile. E’ Gesù che realizza fra noi quella sua promessa: ‘Dove due o più sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro’. E’ Lui che lega noi, membra sparse, in unità col Padre, e in unità fra noi, quell’unità sinora possibile".

Intervenendo poi al Congresso eucaristico di Pescara nel 1977 dirà: "Quando Dio prende in mano una creatura per far sorgere nella Chiesa qualche sua opera, la persona scelta non sa quello che dovrà fare. E’ uno strumento. E questo, penso, può essere il caso mio… Quando l’avventura iniziò a Trento, io non avevo un programma, non sapevo nulla. L’idea del Movimento era in Dio, il progetto in cielo".

Chiara Lubich si spegne serenamente il 14 marzo 2008 a Rocca di Papa all’età di 88 anni. Nel 2015 ha avuto luogo l’apertura della sua causa di beatificazione con un messaggio di Papa Francesco che ne ha dato le motivazioni: "Far conoscere la vita, e le opere di colei che, accogliendo l’invito del Signore, ha acceso per la Chiesa una nuova luce sul cammino verso l’unità".

 

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ultimo aggiornamento 05 aprile, 2023