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n’altra figura di santità laicale è Salvo Rosario Antonio D’Acquisto (15 ottobre 1920 – 23 settembre 1943), vicebrigadiere dei carabinieri, Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria.Salvo D’Acquisto è nato a Napoli, primogenito di cinque figli in una famiglia profondamente cristiana. Il padre, Salvatore, era nativo di Palermo, mentre la madre, Ines Marignetti, era nativa di Napoli.
Salvo da bambino frequenta l’asilo presso l’Istituto salesiano "Figli di Maria Ausiliatrice" e il ginnasio presso l’Istituto salesiano "Sacro Cuore".
Nel 1934 lascia gli studi, pur frequentando per un certo periodo il conservatorio, cantando da baritono.
Nel 1939 si arruola volontario nell’Arma dei Carabinieri. Terminato il corso, inizialmente viene assegnato a Roma, prima alla Legione dei Carabinieri e poi alla Nucleo Carabinieri fabbricazioni di guerra.
Con l’entrata in guerra dell’Italia si arruolò come volontario per la Libia italiana nella Campagna del Nordafrica (1940 – 1943). Dopo alcuni mesi, alla fine del 1941, Salvo rimase ferito a una gamba durante uno scontro con le truppe inglesi. E per una forte febbre malarica, Salvo rientrò in Italia per una licenza di tre mesi. Nel settembre 1942 fu aggregato alla scuola centrale carabinieri di Firenze per frequentare il corso accelerato per la promozione a vicebrigadiere, grado che conseguì nel mese di dicembre successivo.
Dopo questa sede, Salvo fu destinato alla stazione di Torrimpietra, una borgata a 30 km da Roma. Fu qui che l’8 settembre 1943, a seguito dei bombardamenti alle porte della Capitale, un reparto delle SS tedesche si era installato nel territorio della Stazione di Torrimpietra, occupando una caserma abbandonata della Guardia di Finanza, propriamente nella borgata limitrofa di Torre di Palidoro, del Comune di Fiumicino. Il 22 settembre di quello stesso mese alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa abbandonata, provocarono lo scoppio di una bomba a mano. Ne seguì la morte di due militari tedeschi, mentre altri due rimasero gravemente feriti.
Questo fortuito episodio dai tedeschi fu interpretato come un attentato, tanto che il mattino seguente il comandante del reparto tedesco si diresse alla stazione di Torrimpietra alla ricerca del comandante. Non c’era il maresciallo titolare, ma il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto.
Gli fu chiesto di individuare i responsabili dell’accaduto. A nulla servirono le argomentazioni del vice brigadiere dicendo che il tragico episodio era da attribuirsi ad una casualità priva di autori. L’ufficiale tedesco così decise la rappresaglia; il mattino seguente furono eseguiti dei rastrellamenti catturando 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona.
Anche lo stesso D’Acquisto fu fortemente prelevato dalla caserma e condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli altri ostaggi. Fu tenuto un sommario interrogatorio, nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono innocenti.
I testimoni oculari assistettero ai maltrattamenti fatti nei confronti del brigadiere il quale "Quantunque malmenato e a volte anche bastonato dai suoi guardiani, serbò un contegno calmo e dignitoso", come ebbe a riferire uno dei testimoni oculari, Wanda Baglioni. Gli ostaggi e D’Acquisto, poi, vennero trasferiti fuori del paese. Agli ostaggi venne data una vanga per ognuno perché scavassero una fosse comune, prossimi per la loro fucilazione.
Fu a questo punto che intervenne decisamente Salvo D’Acquisto.
Angelo Amadio, che era uno degli ostaggi ed aveva all’epoca 18 anni, ha deposto in seguito questa testimonianza: "All’ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, furono tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D’Acquisto… Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottoufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell’interprete. Cosa disse il D’Acquisto all’ufficiale in parola non c’è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l’ultimo ad allontanarmi da detta località".
Evidentemente Salvo D’Acquisto dinanzi ai militari tedeschi si era autoaccusato del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell’accaduto e richiedendo la liberazione dei 22 cittadini rastrellati.
Fu lo stesso testimone Angelo Amadio che mentre scappava da quel luogo, dove venne rilasciato, sentì il grido "Viva l’Italia" lanciato dal vicebrigadiere, seguito subito dopo dalla scarica di un’arma automatica che portava a termine l’esecuzione. Girandosi indietro, questo testimone vide il corpo di Salvo D’Acquisto riverso per terra e i soldati ricoprire il corpo con il terriccio, spostandolo con i piedi. Aveva soltanto 23 anni. Era il 23 settembre 1943, nei pressi di Fiumicino.
Furono gli stessi tedeschi che l’indomani riferirono ad alcune persone del borgo: "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte".
Fu la madre di Salvo D’Acquisto, contrariamente alla popolazione di Palidoro, a far traslare le spoglie del figlio da Palidoro a Napoli, dove fu seppellito quindi presso il Sacrario Militare di Posillipo.
Nel 1986 le spoglie furono nuovamente traslate nella basilica di Santa Chiara a Napoli.
Nel 1983 l’Ordinario Militare Mons. Gaetano Bonicelli ha avviato il processo per la causa di canonizzazione. E’ stato nel quarantesimo anniversario della morte che il presule, nell’avviare il processo per la causa di canonizzazione ha detto: "Salvo D’Acquisto ha fatto il suo dovere in grado eroico, ben oltre quello che il regolamento gli chiedeva. Ma perché l’ha fatto? Forse, in quel momento tragico, gli sono risuonate nel cuore le parole di Cristo:’Che non c’è amore più grande per dare la vita per chi ama’. Ma anche se la memoria del testo evangelico non l’ha aiutato, la forte educazione ricevuta in famiglia e nella scuola gli ha fatto cogliere l’essenziale del Vangelo".
Dal riconoscimento dell’eroismo delle virtù si è voluto poi richiedere il riconoscimento "dell’eroica testimonianza della carità", definizione applicabile per i martiri; nel 2007, però, la Congregazione per le cause dei Santi ha portato a una sospensione di quest’ultimo riconoscimento. Sembra più di una la strada percorribile per accompagnare Salvo D’Acquisto verso gli altari. Attualmente per la Chiesa Salvo D’Acquisto è "Servo di Dio".
Tanti sono stati i riconoscimenti attribuitigli, come diverse sono le Caserme in varie parti d’Italia a lui intitolate; così anche diverse scuole. Nella torre di Palidoro è stata collocata una lapide a suo ricordo.
La figura di questo militare è stata ricordata particolarmente da Papa san Giovanni Paolo II in un discorso ai Carabinieri, quando il 26 febbraio 2001 ebbe a dire: " La storia dell’Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vece-brigadiere Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione".
Un eroe e un martire cristiano che ci lascia quest’altro insegnamento: "Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura".
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ultimo aggiornamento
26 maggio, 2023