ROBERTO LANZA
"Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso"1.
C
i siamo preparati quaranta giorni per arrivare ad augurarci Buona Pasqua, perché celebrare la Pasqua, per ogni cristiano, significa risvegliarci ogni anno ad una dimensione fondamentale della vita: il passaggio ad essere nuovi nel cuore. Tutta la nostra esistenza ha una dimensione Pasquale, è un passaggio continuo dalla morte alla vita e Gesù lo aveva detto con un esempio che abbiamo sempre sotto gli occhi fino a diventare ovvio, ma che rispecchia il dinamismo della vita: "il chicco di grano che muore produce molto frutto".
Allora inizio questa riflessione pasquale partendo non dal solito "approccio", ma cominciando a riflettere su quanto scriveva la Madre Speranza, nell’anno 1933: "In questi tempi nei quali l’inferno lotta per togliere Gesù dal cuore dell’uomo, è necessario che ci impegniamo assai perché l’uomo conosca l’Amore Misericordioso di Gesù e riconosca in Lui un Padre pieno di bontà che arde d’amore per tutti e si è offerto a morire in croce per amore dell’uomo e perché egli viva"2.
Tutti noi sappiamo che la crocifissione di Gesù è la modalità con la quale è stato messo a morte e questo avvenimento, citato in tutti i Vangeli canonici e in altri testi del Nuovo Testamento, in particolare nelle Lettere di Paolo e negli Atti degli Apostoli, è considerato dai cristiani l’evento culminante della storia della salvezza, il sacrificio per cui Cristo ha operato la salvezza. Ecco perché la croce cristiana, è diventata il "simbolo" principale delle prime comunità cristiane a partire dai primi secoli. Lo sviluppo del Cristianesimo ha prodotto poi, un vastissimo processo iconografico nel quale confluiscono le innumerevoli rappresentazioni con le quali si è cercato di raffigurare e dare forma a questo tragico avvenimento consumato sul Calvario. Molte di queste "riproduzioni", nelle varie epoche della nostra storia e nei vari passaggi artistici, hanno evidenziato soprattutto un Cristo sofferente sulla Croce, un uomo schiacciato dal dolore e umiliato dai suoi nemici trionfanti, un Cristo quasi morto, a volte con gli occhi chiusi ed il capo chino. Ed in fondo non poteva essere altrimenti se immaginiamo a come poteva essere ridotto il suo corpo dopo la devastante flagellazione, il giogo della croce, i chiodi, le percosse; un uomo messo in croce che manifestava tutti i segni di una morte imminente se pensiamo che era ormai estremamente debole e disidratato.
Il crocifisso dell’Amore Misericordioso, invece, raffigura il Cristo nel tormento della morte, ma nella regale serenità di Colui che, innalzato da terra, vuole attirare tutti a sé con la forza dell’amore.Esso ci presenta, un Cristo vivo, sereno, un corpo non straziato né accasciato, ma dritto con gli occhi rivolti verso l’alto, un "immagine" che fa comprendere molto bene ed in maniera determinante che Gesù si è immolato per noi, mentre eravamo ancora peccatori, per darci la vita. Questo "elemento" di un Cristo vivo sulla croce è molto importante, perché ci fa capire che in quell’ora atroce il Signore è restato libero, padrone di sé stesso e della sua volontà, ha potuto portare a termine la sua missione senza che nessuno glielo ha impedito, sofferenza e dolore compresi.
Essere vivi non solo a livello "biologico", ma soprattutto nel cuore e nell’anima, ha significato, per Gesù, restare nella verità del proprio essere e di non perdere la propria libertà interiore; una consapevolezza che lo ha reso mansueto di fronte alla sua passione, dando prova di grande forza interiore e manifestando un vero esempio di obbedienza al Padre. Quante volte abbiamo pensato che la croce sia stata un incidente di percorso nella vita di Gesù e che Lui stesso abbia recitato un copione già scritto e al quale non poteva sottrarsi.
Non è così!
La morte in croce di Gesù non può essere vista come un destino prestabilito che ha pesato sulle spalle del Figlio di Dio fatto uomo. Come abbiamo detto i racconti della passione attestano una libertà umana autentica e piena di Gesù che vive l’obbedienza al Padre in ogni istante della sua vita "fino alla morte e alla morte di croce". Ha accettato volontariamente di bere quel calice mostrando sempre non passività o fatalismo, ma ferma accettazione di una realtà della quale si è mostrato sempre "padrone". Il suo profilo interiore è quello di una persona determinata, padrona di sé e padrona degli eventi, convinta, di dover realizzare una specifica missione; una missione che tuttavia non vede come qualcosa di esterno a sé, bensì come espressione di ciò che egli stesso testimonia di sé ed è profondamente convinto di essere. Ed Egli la comprende, inseparabilmente, come compimento della volontà del Padre, come rivelazione dell’Amore Misericordioso per il mondo e come sua personale testimonianza alla Verità: "Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce."3
Gesù ha dato la sua vita volontariamente, il suo non è un morire, ma un realizzare la propria vita come dono totale d’amore. Nessuno può togliere la vita a Colui che è vita di tutto. Egli ha dato la sua vita mettendola a nostra disposizione, con un atto libero di amore. Il suo "deporre" la vita ha come fine il riceverla di nuovo. In Lui la vita diventa ciò che è: circolazione viva d’amore, dono ricevuto e dato. La vita è amore, si realizza solamente nel dono di sé. Questo l’Amore Misericordioso è venuto a rilevarci: un Dio che si è donato sulla croce per i suoi figli, e la genesi del suo perdono universale, concesso dalla croce, nasce proprio da questo atto di donazione, di dono gratuito, è stato un atto di vita. Il massimo dell’Amore è il "DONARSI", e Dio ha "concesso", che suo Figlio "desse la vita" e morisse di quella morte di croce, per svelare sé stesso, e a che punto è arrivato il suo Amore Misericordioso per l’uomo. L’amore non è una soddisfazione egocentrica, è qualcosa di più profondo, è donazione totale del proprio io. Solo l’amore che culmina nel dono, con il corrispondente sacrificio di sé, risulta essere Amore vero. Solo nel rinnegamento di noi stessi si può essere liberi di amare veramente e di conformarsi all’Amore crocifisso di Gesù.
E questo il Vangelo non ha paura a dirlo, perché chi non perde la propria vita, la perderà sul serio!
Chi vorrà conservarla la perderà in modo inesorabile, chi invece la perderà, per il Signore, la ritroverà aumentata, dilatata: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà"4. Il Dio che noi abbiamo incontrato e conosciuto, il Dio di Gesù Cristo, non è un Dio della morte, ma un Dio della vita. La volontà del nostro Dio non è la morte dell’uomo, giusto o peccatore che sia, ma che l’uomo viva.
Il nostro Dio non chiede "sacrifici", ma offre la Sua vita, perché l’uomo viva.
Dio è il Vivente, colui che dona la vita e che indica la via della vita piena. Dio è la fonte della vita; è grazie al suo soffio che l’uomo ha vita ed è il suo soffio che sostiene il cammino della sua esistenza terrena. È la misericordia di Dio che porta la vita, di fronte a tante opere di morte, di fronte al peccato, all’egoismo, alla chiusura in sé stessi. È il suo amore che accoglie, ama, solleva, incoraggia, perdona e dona nuovamente la forza di camminare, ridona vita.
Chi è un Dio? Un Dio è colui al quale chiedi la vita, vive in te, sta vicino a te, intorno a te, sopra di te.
Esistere non significa VIVERE, molti uomini esistono ed è un dato di fatto oggettivo, ma questo non significa che stanno VIVENDO. La Vera Vita, la Vita piena è solo in Gesù Cristo. Il Signore vuole venire a cercare i propri figli; vuole entrare nella loro vita, perché possano sentire la Sua voce che chiama ognuno di loro per nome. Egli ci circonda, ci trova, ci tocca, si mette in contatto con noi, siamo sotto l’influenza della Sua mano, della Sua Persona, della Sua presenza. Dobbiamo capire che ogni nostro dolore, ogni nostra sofferenza è una porta aperta alla relazione con Dio, perché è lì che Dio viene a cercarci, nei nostri inferi per farci poi risorgere. La vera morte è la sterilità di chi non sa donare nulla, di chi non sa spendere la propria vita, ma vuole conservarla gelosamente, mentre il dare la vita fino a morire è la via della vita abbondante, per noi e per gli altri. L’essenza del cristianesimo è andare dietro a Gesù e non seguire i propri desideri personali o le proprie idee. Gesù chiama tutti noi a capire che la vita è dono di Dio, a non avere l’angoscia di doverla salvare da soli, ma ad affidarla con speranza alla paternità di Dio che è amore totale. Ciascuno di noi deve essere certo di stare nel cuore di Dio, e a questa verità noi forse pensiamo poco, e così non diamo importanza a noi stessi, mentre sta proprio qui la fonte della nostra dignità personale e della nostra felicità, il nostro essere vivi. L’Amore Misericordioso, ci chiama per nome, ci conosce, perché siamo suoi, ha solo una preoccupazione: che ciascuno di noi abbia la vita e l’abbia abbondantemente!
Fratello mio scusa un attimo…ma non è questa forse la Pasqua? Risorgere non significa forse tutto questo? Quale mirabile amore, quale incredibile misericordia!
Lui Gesù, che muore così per me, Lui che ha illuminato le zone più oscure della mia storia e le ha trasformate in occasione di vita; Lui che mi ha fatto dono del futuro anticipata nella speranza; Lui ora, si rivela a me, attraverso il compimento della sua vita, come sorgente di Amore. La lettera enciclica Deus Caritas Est evidenzia proprio questo aspetto: "Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro sé stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo, amore, questo, nella sua forma più radicale"5.
Questa è ora la sfida dell’Amore Misericordioso da accogliere, una proposta di Dio agli uomini: accettare la vita, risorgere a vita nuova!
Fratello mio, ricordati vince solo chi dona la vita! Ti pare poco?
Buona Pasqua!
1 Gv. 10, 17-18
2 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)
3 Gv. 18, 37
4 Matteo 16,24
5 N. 12
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ultimo aggiornamento
26 maggio, 2023