Omelia del Superiore Generale fam
P. Ireneo Martin
fam
il giorno 8 febbraio, alle ore 8, nel 41° anniversario della morte della Madre, in Cripta davanti alla sua tomba.

Oggi celebriamo la festa liturgica della Beata Madre Speranza di Gesù nel 41° anniversario della sua nascita al cielo. Mosso da un profondo filiale sentimento di gratitudine verso la nostra Madre, vorrei ripercorrere con voi alcuni momenti significativi della sua vita rileggendoli alla luce delle letture proclamate.

Sottolineo innanzitutto la sua tenerezza materna, che arriva, cari pellegrini, al culmine quando, negli ultimi anni della sua vita, accetta serenamente la solitudine, l’inattività, la malattia, la morte per ridare vita a tutti, anche a chi l’aveva osteggiata.

Madre Speranza lo fa con semplicità, senza far rumore, nel silenzio come il chicco di grano di cui oggi ci parla il Vangelo: "in verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".

Parole queste che la Madre le aveva ricevute dal Buon Gesù in maniera ancor più dettagliata. Nel Diario, quaderno 3, del 1949 scritto da Lei, c’è una pagina molto significativa, nella quale, dopo l’annuncio di un rapido rifiorire di opere, la Madre annota il perché di questa fecondità apostolica: ella dovrà seguire la sorte del chicco di grano: "per arrivare ad essere come desidera Dio".

Gesù le dice "tu devi tenere presente, che io sempre mi sono servito delle cose più povere ed inutili per fare quelle più grandi e magnifiche". La Madre, infatti non ha studiato in celebri università: Salamanca, Parigi, Roma, ma ha studiato all’università di Gesù.

Possiamo qui ritrovare quanto S. Paolo ci ricorda nella seconda Lettura: "quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio l’ha scelto per confondere i forti… perché nessuno possa vantarsi davanti a Dio".

La Beata Speranza di Gesù, fa una descrizione minuziosa di tutto il processo di macerazione del chicco di grano, di cui la tomba è immagine suggestiva ed eloquente e sottolinea: "allora potrà servire di principale alimento per l’uomo. Così tu, le dice Gesù, dovrai passare attraverso questa elaborazione per poter arrivare ad essere ciò che desidero, cioè che io possa servirmi di te come alimento per molte anime". Madre Speranza comprende quindi che l’efficacia apostolica nasce dalla "pedagogia misericordiosa del Padre".

Infatti, ancor prima di fondare la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, nata a Madrid nella notte di Natale del 1930, la Madre, il 18 dicembre del 1927, così scriveva nel suo Diario (Diario1, quaderno 1):"questa notte mi sono distratta e il buon Gesù mi ha detto che non debbo ambire altra cosa che non sia amarlo, soffrire in riparazione delle offese che Egli riceve dal suo amato Clero e far sì che tutti coloro che trattano con me sentano il desiderio di soffrire e offrirsi come vittime di espiazione… e che io mi sforzi nel cercare solo la sua gloria, anche se ciò comporta per me l’essere disprezzata…" .

Con questa logica del chicco di grano, il Roccolo, tra il 1960 e il 1970, diventa un cantiere di opere dove si poteva toccare con mano la Provvidenza di nostro Signore.

Cari amici, anche oggi la fiducia non ci venga mai meno; infatti abbiamo pregato così nel salmo responsoriale: "Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani".

Ma il buon Gesù, Amore Misericordioso, andava preparando Madre Speranza attraverso l’inattività, nel silenzio e nella sofferenza all’offerta della "sua unica creatura" oramai proiettata verso l’eternità: "il chicco di grano annuncia la spiga".

"Nel febbraio del 1981 - racconta Suor Amada - la Madre riportò la rottura del femore, per cui dovette fare 50 giorni di immobilità a letto. A tutti noi che la assistevamo, la Madre diede un esempio indimenticabile di pazienza, rassegnazione e fortezza".

Oggi Madre Speranza, alla luce della sua esperienza di totale abbandono alla volontà del Padre, ci dice con la prima lettura del Siracide "riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato? Perché il Signore è clemente e misericordioso".

Ma la malattia che condusse la Madre alla morte fu un edema polmonare. "La Madre - racconta P. Mario Gialletti - non aveva alcuna paura della morte, anche se desiderava vivere a lungo per poter essere vicina alle figlie e ai figli. La sua morte e quella dei suoi figli e figlie la vedeva come un gioioso trasferimento della sua famiglia a quella a Gesù. La prima volta che morì una sua figlia, la Madre disse a Gesù nella preghiera e poi ripeté alla Comunità: "Ya tengo una hija en el Cielo" ("Ho già una figlia in Cielo")".

La mattina dell’8 febbraio del 1983 la Madre ci lasciò per sempre; così il chicco di grano terminava la sua missione sulla terra.

Il Card. Eduardo Pironio, ora Beato, a quel tempo Prefetto della Congregazione dei Religiosi, non potendo presiedere il funerale a causa di un’influenza, venne per il Trigesimo della sua morte e pronunciò queste meravigliose parole: "L’impressione che ebbi nell’incontro con Madre Speranza è stata molto profonda. Ho ammirato in lei la donna interiore e contemplativa. Gli occhi penetravano veramente il cuore. Una grande semplicità. Una donna, che solo ad avvicinarla, trasmetteva coraggio e speranza. Non ho parlato molto tempo con lei, ma per me, il più grande dono e la più grande grazia, fu l’incontro semplice e diretto con una persona che trasmetteva il Signore. Posso dire veramente che in lei si irradiava questa esperienza dell’Amore Misericordioso". È una descrizione perfetta di come era Madre Speranza: il suo autentico ritratto.

Ben presto una fitta bianca coltre di neve coprì in quei giorni il "chicco di grano" come a voler significare la sua fecondità, la speranza che dopo l’inverno sarebbe spuntata la spiga dell’Amore Misericordioso.

Cari amici, l’esperienza di quei giorni resterà per sempre scolpita nel cuore delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso, dei pellegrini e dei sacerdoti accorsi numerosi, così come ancora oggi rimane impressa nel nostro cuore. Amen!

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ultimo aggiornamento 08 marzo, 2024