ROBERTO LANZA

 

"I tempi che attraversiamo sono di particolare difficoltà e disorientamento, alla ricerca di qualche cosa di meglio e di più originale; con molta frequenza si finisce per mettere da parte e tradire la propria vocazione." (Madre Speranza di Gesù)

Quale epoca stiamo vivendo oggi? Sono veramente, come dicono alcuni, gli ultimi tempi?

Sono tempi difficili quelli che stiamo vivendo, non solo per la "coda" del Covid e la devastante guerra che si sta combattendo, (ed è già molto sufficiente) ma anche perché avvertiamo tutti un disagio di un’epoca caratterizzata da fortissimi contrasti ideologici, culturali, religiosi, che sono la causa poi di tanti conflitti e di tanti atteggiamenti diffusi di indifferenza. E’ inutile dire così come è inutile affermare il contrario, che viviamo in un tempo, dove Dio è stato "eliminato" dalla nostra vita, i tempi odierni, sono caratterizzati da una rilevante trasformazione relazionale, che condiziona profondamente il modo di vivere delle persone. Se ci sarà da dare una definizione filosofica attuale di questo tempo, non sbaglieremo di certo se lo definissimo come l’età del caos, della confusione. È il potere di un vero e proprio soggettivismo esistenziale, un egocentrismo ideologico che è diventato egoismo perché all’individualismo sfrenato si è associato paradossalmente, il ricercare solo e soltanto il proprio beneficio.

 

Davvero non ci sbagliamo se osiamo dire che il vero problema del nostro tempo è la "Crisi di Dio", l’assenza di Dio, camuffata da una religiosità vuota, tutto cambia, se Dio c’è o se Dio non c’è. Purtroppo, anche noi cristiani viviamo spesso come se Dio non esistesse (si Deus non daretur).

 

Il nostro secolo, è diventato un tempo di "anarchia dell’essere."

Il dramma è che tanti di noi ormai non capiscono più nulla del tempo che stanno vivendo e il grande "paradosso" che esiste oggi, è che l’uomo in un mondo così all’avanguardia da un punto di vista scientifico, non sa più chi sia, ha perso la propria identità, è diventato un problema a sé stesso, non sa perché esiste, e non sa dove sta andando. Spesso si ha la sensazione di vivere come se fossimo tutti dei numeri, dei pezzi di un ingranaggio. Tutto ciò ad un certo punto, lascia un vuoto ed il nulla e allora ci si chiede, se la vita vale la pena di essere vissuta.

 

Si può vivere così?

Un "allarme", che sembra che la Madre Speranza, in modo profetico, aveva già percepito addirittura nell’anno 1933: "In questi tempi nei quali l’inferno lotta per togliere Gesù dal cuore dell’uomo, è necessario che ci impegniamo assai perché l’uomo conosca l’Amore Misericordioso di Gesù e riconosca in Lui un Padre pieno di bontà che arde d’amore per tutti e si è offerto a morire in croce per amore dell’uomo e perché egli viva"1.

Noi siamo in un tempo di grande prova e nei tempi di prova è più facile vedere la tenebra che la luce, ma la luce è presente, perché Dio, come buon Padre non abbandona mai i suoi figli: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherei mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me"2. Dio non è "scappato" dal mondo, non è assente, non ci ha abbandonato a noi stessi, ma ci viene incontro in diversi modi, che dobbiamo imparare a discernere e riconoscere. E anche noi, con la nostra fede, siamo chiamati ogni giorno a scorgere e a testimoniare questa presenza nel mondo spesso superficiale e distratto.

 

Stiamo vivendo la fine dei tempi? Il carisma dell’Amore Misericordioso può essere attuale oggi? Può essere quella "medicina" capace di sanare il cuore degli uomini?

 

La risposta è SI, Assolutamente SI!

Il richiamo, l’avvertimento, che il nostro carisma è venuto a dirci, è quello di recuperare quella consapevolezza che ci deve spingere a ripensare il nostro modo di vivere, occorre un ripensamento globale, un cambiamento della nostra vita che vada alla radice delle nostre azioni e decisioni.

 

Questo è quello che vuole il Signore da noi: desidera la nostra conversione.

 

Conversione, significa cambiare atteggiamento, significa ri-orientare la nostra vita: questo è il frutto che ci è richiesto. È la grande responsabilità che viene a noi dai doni che il Signore ci ha dato. Così l’amore che Egli ci porta, se rifiutato, diventa ragione della nostra condanna: "Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo"3. Convertirsi, consiste nel­l’avere sempre più vivo il senso di Dio, ossia il senso della sua presenza e della sua misericordia per ognuno di noi, nessuno escluso, e il tentativo di vedere le cose come Lui le vede. Consiste ancora nel gustare come è buono il Signore e rifugiarsi in Lui. Le "tenebre", ce l’abbiamo nel cuore: sono quelle che noi chiamiamo orgoglio di sé, delle proprie convinzioni, è l’arroganza di chi pretende di avere sempre ragione anche davanti al Signore, è la freddezza di chi è indifferente ai bisogni degli altri.

Si può cercare Dio solo se si abbandona la propria presunzione, bisogna, invece, sviluppare un atteggiamento di disponibilità, di apertura, di ricerca, bisogna essere pronti ad attendere con umiltà e a consentire a Dio, di mostrarsi come vuole e non come si vuole. La "buona notizia", è che Dio ha scelto di intervenire nella storia per salvare l’umanità. Significa, ancora, cogliere al volo una grande e meravigliosa opportunità, quella di conoscere Dio come un Padre. La Madre Speranza ha portato ed annunciato questo messaggio, parole che provengono da un patto, da una nuova alleanza che ci richiama anche ai nostri doveri e responsabilità. Questa è la "novità" dell’annuncio dell’Amore Misericordioso: Dio non condanna, Dio non giudica, Dio non castiga. Era questa la sua pace, una "beatitudine interiore" che veniva, soprattutto, dalla sua profonda esperienza della misericordia di Dio. Aveva sperimentato, in prima persona, l’amore di Dio e quel dolce balsamo di misericordia racchiuso in quelle meravigliose parole evangeliche: "Và in pace, il Signore ti ha perdonato". Nessuno al pari di Lei ha accolto, nella sua mente e nel suo cuore, il mistero della misericordia di Dio verso la miseria di ogni uomo. Per la Madre Speranza, questa "responsabilità profetica", è consistita nel fatto di non smettere mai di essere "segno", ovvero di non finire mai di proclamare che Dio è Amore Misericordioso. Il suo compito è stato quello di richiamare chi si perde e chi si allontana da Dio, in modo che possa avere la possibilità di cambiare atteggiamento e redimersi. È questo il motivo per cui il carisma dell’Amore Misericordioso è così importante oggi, e non solo: esso è soprattutto una chiave di lettura per comprendere tutto lo "sforzo" divino di riportare l’uomo nel circolo dell’amore trinitario. Senza una cultura di Misericordia, la carità può scivolare nel sentimentalismo, l’amore può diventare un "guscio" vuoto, la misericordia stessa può correre il rischio di essere e di diventare il "nulla", in una cultura senza verità. In sostanza, il carisma dell’Amore Misericordioso deve essere visto come una nuova "catechesi" che può generare una nuova sapienza, a noi oggi, infatti, si chiede di fare della cultura della misericordia anche e principalmente un "codice" di interpretazione, di rigenerazione e di ricostituzione della società in cui viviamo. Il "patrimonio" della misericordia deve diventare il prisma attraverso il quale osserviamo e interagiamo con la società moderna, un paradigma che caratterizza ogni aspetto della nostra esistenza.

Radicarsi in Cristo Amore Misericordioso per vivere in pieno la nostra vita, per dare senso e valore a tutto quello che essa comporta: "Io credo che prima di tutto dobbiamo unirci all’Amore Misericordioso, considerarlo nostro buon Padre e chiedergli che ci tenga sempre uniti a Lui. Allora potremo fare del bene ai nostri fratelli, particolarmente in questi tempi"4.

Ecco il principio fondamentale che deve guidarci nell’esperienza quotidiana delle nostre miserie e delle nostre cadute, non si tratta tanto di compiere sforzi sovrumani per togliere totalmente le nostre imperfezioni, quanto di saper ritrovare al più presto la pace quando ci capita di vivere situazioni gravi o quando siamo turbati dall’esperienza dei nostri peccati, evitando sempre la tristezza e lo scoraggiamento. Madre Speranza è risuscita ad incarnare in modo esemplare, nella propria esistenza, tutta questa "teologia" di misericordia di un Dio, che ci segue e ci ama instancabilmente. Gli affanni si placano gettandoli in Dio, secondo il saggio insegnamento di Pietro: "Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi"5.

 

Incredibile, ma vero! Ma c’è forse qualche cosa di impossibile per il Signore?

 

Dio non viene a condannarci, a rinfacciarci la nostra indigenza, la nostra debolezza, Egli viene a salvarci, a perdonarci, a scusare le nostre colpe, a portarci la pace e la gioia: "Io ho progetti di pace e non di sventura"6. Se saremo capaci di vivere profondamente il nostro rapporto meraviglioso con Dio, da veri figli responsabili e non "usurpatori" di questa vita, i nostri cuori cambieranno, e ci renderemo conto che davanti ai nostri occhi si potrà aprire uno scenario del tutto nuovo, ricco di grazia, di luce, di pace. La Pace è la presenza di Dio nella nostra vita, sempre e comunque: "Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?

 

La pace è una Persona, è Gesù Cristo!

Cosa può dire, allora, il nostro carisma alla società di oggi? Come ritrovare il significato della propria vita, in una società che sembra averlo completamente perso?

 

La Madre Speranza, con la sua testimonianza, ci ha detto che dare un senso alla vita, significa riscoprire gli autentici valori evangelici che possono illuminare e orientare la nostra esistenza, verso una responsabile crescita e maturazione del nostro essere. La vita è un bellissimo viaggio che vale la pena vivere con responsabilità verso sé e verso gli altri. L’Amore Misericordioso è venuto a dirci che non si può vivere senza luce, che soltanto nel vivere la vita in modo pieno si può trovare lo scopo della propria esistenza. Essere ciò che siamo e diventare ciò che siamo capaci di diventare, questo è il solo fine della vita: quello di imparare a vivere da figli di Dio. Imparare a vivere da figli di Dio ci rende veramente liberi, siamo liberi dalla morte, dalla paura, possiamo respirare la VITA: "[…] Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà"7.

 

L’Amore Misericordioso ci chiama a guardare al prossimo con occhi di compassione e di amore, a estendere la mano a chi è nel bisogno, a perdonare chi ci ha ferito. È un invito a superare le barriere dell’egoismo e dell’indifferenza, a tendere ponti di solidarietà e di fraternità in un mondo spesso segnato dalla divisione e dal conflitto. Il Dio che Gesù è venuto a rivelarci non è come gli idoli che hanno bocca e non parlano, hanno mani e non toccano, hanno orecchi e non sentono, hanno occhi e non vedono, hanno piedi e non camminano8, è un Padre che ci ripete di non avere paura, di non avere timore pensando che abbiamo poche doti, Lui è con noi, tocca i nostri limiti e perciò non siamo soli. Forse noi pensiamo di non farcela, di non avere le forze sufficienti, ma Dio ci tiene per mano, sempre, ovunque e dovunque. L’Amore Misericordioso visita il suo gregge, lo osserva con attenzione e se ne prende cura: "Andrò in cerca della pecora perduta, ricondurrò all’ovile quella smarrita: il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto"9.

 

Fratello mio, rifletti un momento, l’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e forse anche l’unica che veramente conti, è vivere fino in fondo l’amore di Dio in noi stessi…è questo amore, ricco di misericordia e compassione, che ci abbraccia nelle nostre fragilità e ci solleva nei momenti di smarrimento…è come se in mezzo alla tempesta della vita, l’Amore Misericordioso fosse il nostro porto sicuro, il rifugio dove possiamo trovare riposo e consolazione…è l’ancora a cui aggrapparci quando le onde minacciose della disperazione cercano di trascinarci via.

 

…e ricordati che la vita e la gioia non si misurano da quanti respiri abbiamo fatto, ma dai momenti meravigliosi che abbiamo vissuto con l’Amore Misericordioso e che ci hanno lasciato senza fiato!

E così sia!


1 Consigli pratici (1933) (El Pan 2)

2 Isaia 49, 15-16

3 Lc. 13,3

4 Consigli pratici (1933) El Pan n ° 2

5 1Pt. 5,6-7

6 Geremia 29,11

7 Mt. 16, 24-25

8 Salmo115, 5-7

9 Lc. 19,10

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ultimo aggiornamento 11 maggio, 2024