Celebrare la solennità dell’Annunciazione del Signore nel tempo pasquale potrebbe sembrare a prima vista fuori luogo, ma non lo è. Il mistero dell’Incarnazione del Verbo è finalizzato al mistero pasquale. «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Allora ho detto: Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà».

Nella liturgia dell’Annunciazione, l’Incarnazione di Gesù è il grande segno dato all’umanità da parte di Dio. Maria è la Figlia di Sion, l’amata Figlia del Padre e la casta Sposa dello Spirito Santo, la prima e più alta espressione dell’umanità redenta dalla resurrezione di Cristo, quell’umanità che si mantiene disponibile e aperta ad accogliere il mistero di Dio e Maria, nella sua persona, concretizza le attese e la speranza del nuovo Israele.

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»: allo stesso tempo, Maria è la terra promessa, arricchita e fecondata da Dio, come fanno intendere le parole dell’angelo, che proclama: «Il Signore è con te, egli ti ha colmata di grazia», cioè il Signore ha ricolmato Maria di ogni virtù rendendola l’Arca della Nuova Alleanza, il Vaso Insigne di devozione, ovvero il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo.

Maria, nella sua disponibilità, accoglie Dio, diviene discepola e ancella della sua Parola e strumento della sua opera. Al come potrà realizzare tutto quello che le viene annunciato, l’angelo la rassicura dicendo: «Lo Spirito Santo verrà su di te, e l’Onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà». La forza di Dio che trasforma gli uomini s’impadronisce di Maria e la trasforma in Madre di Gesù, Uomo-Dio.

Nell’Incarnazione del Verbo eterno nel grembo purissimo di Maria e nella sua nascita a Betlemme, Dio sembra quasi che abbia velato la sua grandezza e la sua gloria. Nel farsi piccolo a Betlemme e fanciullo a Nazaret e nel mostrarsi nella condizione di crocifisso, Dio ha rivelato il vero senso della sua gloria e della sua potenza universale. Il Signore Iddio porrà il suo Unigenito sul trono di David, ed egli regnerà per sempre sul popolo d’Israele. Questa pienezza benefica, opera di Dio, è già significativa ed attiva in Maria, unico fiore dell’umanità, paradiso di Dio sulla terra e immagine della nuova umanità redenta dal preziosissimo Sangue di Gesù. L’«avvenga di me», fatto anche nostro, cambierà tutta la nostra storia personale.

Il Vangelo della solennità dell’Annunciazione suggerisce una bellissima meditazione. Luca ci offre un incontro irripetibile, una esperienza unica tra il Creatore e la creatura, tra l’Essere e il nulla, tra il Padre e la sua eterna figlia. Lo scopo è quello di cambiare la storia e la situazione umana. L’iniziativa della novità parte da Dio: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te». Non è un saluto o augurio qualsiasi, ma è un invito gioioso e fiducioso. Un invito che esprime una novità assoluta, una garanzia, una elezione.

«Rallegrati, o piena di grazia...»: ci ricorda la consacrazione della Vergine, Ella è destinata per una missione altissima, una missione universale che abbraccia l’umanità di tutti i tempi, infatti «tutte le generazioni mi chiameranno beata». Con questo saluto Maria trova un dono, una grazia, un mistero. Dio ha guardato l’umiltà della sua povera creatura e la grazia perduta per colpa di Eva ci viene ridonata con abbondanza in Maria.

Di fronte al mistero, la Vergine concepisce nel suo grembo il Verbo del Padre, il Figlio si fa uomo e così l’Eterno entra nel tempo, l’immenso si racchiude in un piccolo e fragile corpo umano, l’invisibile diventa visibile, il Creatore si fa creatura.

«Rallegrati, o piena di grazia...»: dopo la certezza dell’angelo, la Vergine senza paura, si apre a Dio, si consegna a lui, si fida di lui e dice: «Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». Maria manifesta totalmente la sua disponibilità, presenta il suo "sì" con entusiasmo, con convinzione ma anche con la dovuta trepidazione. Maria si umilia, si abbassa, diventa serva cioè la prima Ancella dell’Amore Misericordioso.

La Vergine è felicissima di prendere l’ultimo posto per fare nascere e servire la nuova umanità e nella sua umiltà, diventa la Madre di Cristo e della Chiesa. Tutta l’esistenza di Maria, è un itinerario di libertà donata, un perseverare nell’abbandono a Dio lasciandosi docilmente plasmare e guidare da lui. Nell’"eccomi" di Maria pensiamo alla nostra vocazione cristiana o religiosa.

Purtroppo l’esperienza terrena ci dice che accanto ai "sì" dell’uomo ci sono stati anche dei "no". Il Signore però non ci abbandona poiché è fedele alla sua chiamata e per questo ogni giorno, in mille modi, ci rivolge nuovamente il suo invito: «Seguimi», e attende da noi una rinnovata risposta. Rispondere ogni giorno e in ogni situazione il nostro "sì" al Signore, il "sì" della libertà e dell’amore, significa lasciarlo libero di agire in noi, perché chi perde la propria vita per Gesù è in Gesù che la ritrova.

 

Il mistero dell’Incarnazione in Madre Speranza

L’Incarnazione di Gesù sta certamente alla base della riflessione spirituale di Madre Speranza, infatti meditando questa verità di fede scrive: «La Misericordia divina decise l’incarnazione del suo divin Figlio vedendo che l’uomo aveva peccato perché tentato dal demonio, il quale per invidia aveva voluto vendicarsi di Dio sull’uomo, sua creatura ed immagine. Così Dio volle assumere come propria la situazione dell’uomo e sanarla» (El Pan 8,303).

Nelle meditazioni per le sue figlie, la Fondatrice sottolinea che in questo grande mistero, risplendono alcune virtù, innanzitutto la giustizia «perché soltanto Dio che è infinito incarnandosi poteva con rigorosa giustizia dare soddisfazione a se stesso, offeso in modo infinito dal peccato» (El Pan 8,304); poi la sapienza «perché solo il sapere infinito poté unire, per raggiungere il fine che Dio si era proposto, realtà così distanti come Dio, che non è passibile, con la creatura passibile» (El Pan 8,304) ed infine l’onnipotenza «dato che solo il potere infinito di Dio poteva congiungere il Creatore e la creatura che si trovano a distanza infinita» (El Pan 8,304).

Soprattutto nell’Incarnazione si manifesta ed opera l’infinita carità di Dio, infatti il Padre «si dona alla creatura, così indegna e vile, e non per proprio vantaggio, ma della creatura stessa per liberarla dalla schiavitù del peccato, del demonio e dell’inferno» (El Pan 8,305).

La decisione da parte di Dio di nascere da Maria Vergine è stata voluta «perché la nostra perdizione era stata causata da un uomo e da una donna e la nostra Redenzione doveva perciò ugualmente realizzarsi mediante un uomo e una donna» (El Pan 8,318). Maria Santissima per singolare privilegio viene innalzata «alla dignità di Madre sua e l’uomo alla dignità di Figlio di Dio e ci diede esempio di umiltà e di obbedienza procurandosi una madre alla quale obbedire come un bambino» (El Pan 8,318).

La Vergine così è stata scelta «perché santa, adorna di quelle grazie e virtù che voleva prodigare a tutte le creature» (El Pan 8,319), virtù esercitate e «superate con tutti i gradi possibili della purezza» (El Pan 8,319). Maria è benedetta tra tutte le donne perché Dio l’ha prediletta «con liberalità tra tutte le donne, dono singolarissimo per il quale la Vergine fu grata a Dio durante tutta la vita» (El Pan 8,319).

La Vergine Maria è infine colei che vive nella Trinità Santissima e proprio la Trinità «inviò l’angelo ad annunciare alla Vergine il mistero dell’Incarnazione» (El Pan 8,324) e «l’incarnazione è riflesso dell’Eucaristia» (El Pan 8,1298). Per Madre Speranza pertanto l’Eucaristia viene vissuta «come una nuova incarnazione nella quale il Verbo fatto carne si unisce, con tutti coloro che ricevono il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue» (El Pan 8,1298).

 

Conclusione

Nel messaggio del Nuovo Testamento, l’Incarnazione del Verbo e la sua risurrezione dai morti sono considerate come i due poli essenziali che sintetizzano la persona e l’opera di Cristo Salvatore; l’annuncio del Kerigma più volte unisce in successione immediata i due misteri della nostra salvezza, divenendo la perfetta sintesi del Verbo Incarnato.

Le «grandi cose» compiute da Dio in Maria hanno una finalità comunitaria ed ecclesiale, cioè sono ordinate al bene della comunità dei credenti e la grazia profusa su Maria va a beneficio di tutta l’umanità. L’umanità da parte sua ha il compito di riconoscere e celebrare l’opera di Dio compiuta nel più alto grado in Maria. Infine se la nuova evangelizzazione vuole essere integra, fedele ed efficace, deve avere una particolare predilezione per Maria, Madre del Messia Cristo e dell’intero popolo di Dio.

 

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ultimo aggiornamento 11 maggio, 2024