Il tuo Spirito Madre

a cura di P. Mario Gialletti fam

Madre Speranza, Maestra di preghiera

Il Padre nostro e la Novena all’Amore Misericordioso

 

Il maestro della preghiera cristiana è Gesù: Lui ha tanto pregato e ci ha insegnato il Padre nostro; ci ha detto di "adorare il Padre in spirito verità" (Gv 4,23).

Dio Padre "ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abba! Padre! Quindi non siamo più schiavi, ma figli" (Gal 4,6-7).

"E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abba! Padre! Lo Spirito stesso attesta che siamo figli di Dio… Non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili" (Rm 8.15.26).

Lo Spirito ci fa partecipi dell’esperienza filiale di Gesù portandoci nel mistero della Trinità. Per questo la preghiera cristiana, anzi la vita cristiana, inizia col segno della croce e termina "per il nostro Signore Gesù Cristo… Per Cristo, con Cristo, in Cristo…"

Il Padre nostro, riportato da Matteo e Luca, è essenzialmente una preghiera che contiene domande rivolte con fiducia al Padre.

 

Matteo 6,9-13 Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,

1. sia santificato il tuo nome,

2. venga il tuo regno,

3. sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

4. Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

5. e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

6. e non abbandonarci alla tentazione,

7. ma liberaci dal male.

Luca 11,2-4 Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre,

1. sia santificato il tuo nome,

2. venga il tuo regno;

3. dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

4. e perdona a noi i nostri peccati, anche noi
infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

5. e non abbandonarci alla tentazione».

Matteo inserisce la preghiera al centro del discorso della montagna (cc 5-7), in cui la parola Padre è molto ricorrente. Il senso è chiaro: occorre la grazia del Padre per vivere il Vangelo delle beatitudini e seguire Gesù. L’evangelista premette una indicazione di Gesù: non sprecate parole! Alla fine la raccomandazione: se voi (non) perdonerete agli altri, il Padre vostro (non) perdonerà a voi.

 

Luca colloca il Padre nostro come risposta alla domanda dei discepoli: "insegnaci a pregare", dopo la parabola del buon samaritano e l’episodio in casa di Marta e Maria. Alla fine l’invito a pregare con insistenza come l’amico importuno, sicuri che il Padre ci donerà volentieri lo Spirito.

 

Le prime tre domande di Matteo, e le prime due di Luca, sono accompagnate dall’aggettivo tuo: il tuo nome, il tuo regno, la tua volontà. Sono le richieste più importanti riguardanti il mondo di Dio.

Le altre quattro domande di Matteo, e le altre tre di Luca, sono accompagnate dall’aggettivo nostro/noi. Le nostre principali necessità umane sono: il pane, il perdono, vincere le tentazioni, la liberazione dal male e/o dal maligno. Nel Padre nostro non appare mai "io".

 

Abba Padre nostro che sei nei cieli.

È questo l’incipit che solo Gesù poteva mettere nelle nostre labbra. La preghiera cristiana è tutta illuminata da Dio "Padre buono e tenera madre" che in Gesù ci fa "figli del suo AM" e perciò tutti fratelli. Reazione filiale che ci regala la massima confidenza, l’abbandono fiducioso del bambino nelle braccia paterne materne di Dio. Come Gesù che si sentiva "una sola cosa con il Padre" e muore pregando: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 26,46).

 

Scrive Madre Speranza: "Credo che per elevare il cuore a Dio non siano necessari tanti argomenti: ci può bastare la convinzione che Dio è nostro Padre. Questa considerazione muove teneramente il cuore ad un amore intenso, capace di penetrare tutta l’anima per molto tempo, disponendola a grandi cose. Fra tutti i sentimenti, quello che può rimanere più a lungo nel cuore e nella mente, fino al punto di diventare un’idea fissa, è il poter chiamare Padre Dio stesso!

Dio si è chinato verso di noi come il Padre più amoroso verso suo figlio e ci invita ad amarlo e a donargli il nostro cuore.

Devo far sì che gli uomini conoscano Dio come un Padre buono che si adopera con tutti i mezzi e in ogni modo per confortare, aiutare e far felici i suoi figli e che li segue e li cerca con amore instancabile come se non potesse essere felici senza di loro".

È su questa paternità di Dio, riflessa nei tantissimi colloqui con Gesù, che la Madre trova il fondamento sicuro della fede viva, della speranza certa e della carità ardente. Per lei Gesù e il Padre sono in qualche modo interscambiabili: "Chi vede me, dice Gesù, vede il Padre".

 

Dalla Novena all’AM. La Madre commenta il Padre nostro con una piccola meditazione e una preghiera.

 

Per ogni giorno. "Noi abbiamo la disgrazia di offenderti tante volte, tu invece con cuore di Padre non solo mi perdoni, ma mi inviti a chiederti quanto mi è necessario. Pieno di fiducia ricorro al tuo Amore Misericordioso…Fa che possa ardere nel fuoco della tua carità".

Vuole che lo chiamiamo Padre perché gli dobbiamo tutto e per farci vivere nella fiducia e nell’amore filiale. Ci abbandoniamo perciò nelle sue mani chiedendo di fare di noi ciò che a Lui è gradito.

 

Padre nostro. "Gesù mio, sii per me Padre, custode e guida nel mio pellegrinaggio affinché nulla mi turbi e non sbagli il cammino che conduce a te. E tu, madre mia… di’ per me a Gesù: ricevi questo figlio, te lo raccomando con tutta l’insistenza del mio cuore materno".

Sia santificato il tuo nome. È la prima cosa da desiderare e chiedere, l’intenzione che deve orientare tutte le nostre azioni, vivendo, liberi da affetti illeciti, con amore, gioia e sincerità.

 

Venga il tuo regno, quello della grazia e della comunione dei santi. Chiediamo perciò la fine del regno del peccato, del demonio e delle tenebre. Ci dia il Padre un cuore simile a quello di Gesù, orientato alla beatitudine eterna.

 

Sia fatta la tua volontà in tutti e in tutto, dandoci una fede viva, tale da farci correre, pieni del suo amore, sulla via dei comandamenti, accompagnati dalla benedizione della Trinità.

 

Dacci oggi il nostro pane quotidiano che è soprattutto l’eucarestia, i sacramenti, le ispirazioni divine ed anche l’alimento necessario per sostenere con moderazione il nostro corpo.

Gesù ci doni anche l’acqua viva che sgorga dal suo costato, ci anneghi interamente nell’abisso del suo amore e della sua misericordia, ci santifichi col suo sangue prezioso, ci riempia del suo Spirito e ci riporti all’innocenza battesimale.

 

Rimetti a noi i nostri debiti… Solo Dio Padre, per mezzo del sangue di Gesù, può perdonare i nostri peccati e darci la forza di perdonare, ricordando che se non perdoniamo non ci perdonerà. Gesù che ha pietà di tutti e accoglie i peccatori, ci conceda il perdono e annienti tutto ciò che si oppone alla sua volontà.

 

Non abbandonarci alla tentazione. Il Padre, che permette la tentazione per il nostro bene dandoci le grazie necessarie, non ci lasci cadere nel male. "Gesù mio sii protezione, conforto, difesa nella tentazione e nei pericoli; sii il mio compagno e la mia speranza… Guidami nel vasto mare di questo mondo e mi sia di porto sicurissimo l’abisso del tuo amore e della tua misericordia"".

 

Ma liberaci dal male. Amen. Dio ci liberi da ogni male dell’anima e del corpo, dai mali passati, presenti e futuri, temporali ed eterni; dai peccati, vizi e passioni disordinate.

 

Tutte le richieste sono rivolte al Padre per mezzo di Gesù. Con affetto e fiducia dicendo amen perché Dio vuole e comanda che chiediamo così.

 

Preghiera finale: "Gesù mio, lavami col sangue del tuo divino costato, entra nel mio povero cuore e accompagnami nel pericoloso cammino che percorro affinchéé non mi perda, sostieni la mia debolezza e consolami nelle angustie dicendomi che non mi lascerai un solo momento".

 

P. Domenico Cancian fam

Collevalenza 21.2.24

Articolo precedente

Articolo successivo

[Home page | Sommario Rivista]


realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento 11 giugno, 2024