Maria canta la gioia, la gratitudine, la speranza, la certezza che l’Amore Misericordioso del Signore pervade e illumina ogni vicenda umana
Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria - 31 maggio
Omelia di P. Domenico Cancian fam
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ggi la Chiesa celebra la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria che conclude il mese a lei dedicato ed anche il 10º anniversario della Beatificazione di Madre Speranza che con tanto amore e sacrificio, su ispirazione del Signore, ha costruito questo Santuario, dopo aver fondato la Famiglia dell’Amore Misericordioso.Siamo qui a chiedere anche la grazia della sua Canonizzazione.
Stiamo celebrando lo stupendo incontro tra due madri uniche: la giovanissima Vergine Maria che da poco tempo porta in grembo Gesù, figlio di Dio, e l’anziana parente Elisabetta che, pur sterile, è incinta di San Giovanni Battista.
Con le due madri si incontrano anche i due figli appena concepiti. Due figli, davvero i più importanti tra gli uomini: il Figlio di Dio fatto carne nel seno di Maria e il precursore Giovanni Battista di cui Gesù disse: "non c’è uomo più grande di lui".
Maria, dopo aver detto sì alla proposta del Signore, accoglie nel suo seno Gesù. Un’esperienza, possiamo appena immaginarla, davvero straordinaria: Vergine Madre di Dio, figlia del suo Figlio. Invece di esaltarsi, andarlo a dire a Giuseppe e a tutti, lei sceglie di "custodire" il Mistero, meditarlo in silenzio, portare con amore e umiltà quel Bambino appena concepito per opera dello Spirito Santo.
Emerge una prima indicazione per noi: la cosa principale della nostra vita è far spazio a Gesù, accoglierlo, custodirlo nel nostro cuore, restare in profonda comunione con Lui, in umiltà e silenzio. "Chi mangia la mia carne beve il mio sangue rimane in me ed io in lui" con ciò noi facciamo in qualche modo la stessa esperienza di Maria. No alla dispersione, alle chiacchiere inutili ed offensive. Sì alla dimensione contemplativa che ci concentra sulla nostra comunione con Gesù.
Con questo atteggiamento interiore Maria decide di avventurarsi in modo coraggioso in un lungo viaggio, 100 km a piedi, da sola o forse in carovana, un viaggio difficile anche pericoloso per una ragazza.
Ci va in fretta, decisa, ritenendo che questa azione, fondamentalmente un atto di carità, fosse la più giusta. Per la parentela e l’amicizia, ma anche per condividere la gioia della singolarissima maternità.
L’incontro è illuminato dallo Spirito Santo e pervaso da grandissima esultanza: tutti esultano, "saltano per la gioia", pervasi da una commozione profonda e da immensa gratitudine per la grazia divina che proviene dal Figlio di Maria. E’ lui la fonte della luce e della gioia. Gesù appena concepito fa "sussultare di gioia" Giovanni Battista nel seno di Elisabetta. Questa, al saluto di Maria, colma di Spirito Santo, esclama: "Benedetta tu fra le donne. Benedetto Colui che porti in grembo! Tu sei la Madre del mio Signore! Beata perché hai creduto e l’hai accolto!".
Elisabetta è la prima che dà il benvenuto su questo mondo a Gesù, la prima che riconosce ed onora Maria come la Madre del Signore! E così si completa la prima parte dell’Ave Maria: dopo le parole dell’Angelo (Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te), seguono per l’appunto le parole di Elisabetta (Benedetta tu fra le donne, benedetto il frutto del tuo seno Gesù). La Chiesa ha aggiunto: Santa Maria prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte.
Maria risponde ad Elisabetta con il Magnificat, prima preghiera dei Vangeli, il primo cantico del Nuovo Testamento: "L’anima mia magnifica il Signore… Il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore". Da quando aveva accolto Gesù e durante il lungo e faticoso viaggio Maria aveva sicuramente meditato molto. Facendo riferimento alla Parola di Dio, in particolare al cantico di Anna, mamma di Samuele, aveva composto la sua preghiera. Una preghiera che la Chiesa ritiene così importante da proporcela ogni sera.
Maria ci insegna come leggere in profondità e semplicità la storia personale, quella del mondo e quella della Chiesa. Con il suo acuto sguardo di fede, Maria canta la gioia, la gratitudine, la speranza, la certezza che l’Amore Misericordioso del Signore pervade e illumina ogni vicenda umana. Ci aiuta a passare dalla cronaca, compresa quella nera che racconta le tragedie in modo triste, alla lettura positiva e gioiosa, certa e sicura che è la misericordia di Dio a prevalere e guidare la storia.
Andando oltre la superficie e la banalità del quotidiano, oltre il racconto dei fatti più diversi, Maria ci aiuta a trovare «il bandolo della matassa», a trovare il filo d’oro che tiene insieme ogni cosa in modo profondo e significativo, addirittura divino. Perché il Verbo si è fatto carne in Maria, ma anche in ogni uomo che voglia credere ed accogliere Gesù, il Salvatore di tutti, la Speranza di tutti. Nella sua stupenda preghiera Maria anzitutto canta al Signore che volgendo gratuitamente lo sguardo all’umile sua serva ha voluto, bontà sua, operare grandi cose al punto che tutte le generazioni la chiameranno Beata. Ma proprio a partire dalla sua esperienza, Maria afferma con sicurezza che questo stesso Amore Misericordioso attraversa tutte le generazioni, la storia personale universale facendo una chiara scelta di campo. Lui si pone dalla parte dei poveri, degli umili, di quelli che soffrono e per opposto disperde i superbi, rovescia i potenti, rimanda i ricchi a mani vuote. È già successo, dice Maria, e succederà ancora nelle misteriose modalità con le quali Dio interviene.
Come è accaduto anche nella storia della Beata Madre Speranza, "il Signore mi ha detto ed io ho cercato di obbedire. Lui si è voluto servire di una povera donna come me per fare grandi cose e che io non ho mai sognato di fare. È stato lui che in questo modo si è rivelato Amore Misericordioso».
Quindi anche noi, con Maria, e con la Beata Madre Speranza cantiamo il Magnificat, la nostra grande riconoscenza. Maria canta il Magnificat nel momento bello e gioioso dell’incontro con Elisabetta, in una relazione profonda di amicizia, in un gesto di carità concreta che possiamo fare anche noi. Tutto parte dall’amore di Dio effuso nei nostri cuori. È questo l’Amore Misericordioso che, oltre a riempirci di gioia, ci spinge a gesti che Lo incarnino. San Paolo sottolinea tante volte la multiforme espressione di questa Carità che proviene dal Signore e arriva agli altri attraverso noi… se siamo disponibili.
Ecco il senso pieno della gioia, del rallegrarci come abbiamo ascoltato nella prima lettura di Sofonia e come l’Angelo saluta Maria: rallegrati! Non temere, non lasciarti cadere le braccia, Gerusalemme, perché il Signore è in mezzo a te. Lui gioisce per te, e ti rinnoverà con il suo amore. Esulterà per te con grida di gioia!
Impariamo il canto di Lode, l’Alleluia, il Magnificat perché davvero eterna è la sua misericordia!
Collevalenza, 31 maggio 2024
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ultimo aggiornamento
13 luglio, 2024