studi Vangelo e santità laicale

a cura della Redazione

Emilio Giaccone nasce l’8 luglio del 1902 a Vaie in Piemonte. I genitori, Silvino Giaccone e Agostina Girardi, provengono da famiglie contadine. Terminati gli studi elementari nell’ottobre del 1914, aiuta la mamma nei lavori dei campi poiché il papà è chiamato al fronte. Ciò non gli impedirà di occupare posti di rilievo nelle strutture amministrative dello Stato e dell’Azione Cattolica Nazionale.

Per Emilio le sue radici contadine e "montanare" sono state fondamentali, infatti scrive nel suo diario che: «quante cose ho potuto osservare e conoscere nel contatto con la natura, attraverso l’aiuto dato al babbo e alla mamma e poi come operaio e come artigiano! La mia fanciullezza, la mia adolescenza, la mia gioventù e la vita dopo hanno una certa somiglianza con la vita di Gesù artigiano, operaio e contadino».

Il 15 maggio del 1919 Emilio entra a lavorare nelle Officine Moncenisio di Condove come falegname e vi rimane fino al 10 maggio del 1921; l’anno successivo, il 4 settembre, è chiamato a svolgere il servizio militare nel corpo degli Alpini. Nel tempo libero ha modo di frequentare il Circolo giovanile di Azione Cattolica "Mario Chiri" e di stabilire un rapporto di profonda amicizia con padre Pietro Briozzo, rettore del Convento Francescano, maturando l’idea – così confiderà a Zaccaria Negroni suo più caro amico e primo biografo – di intraprendere la vita consacrata secondo una modalità laicale e nello stile francescano. Giaccone e Negroni si sono conosciuti e frequentati, tra il 1920 e il 1923, probabilmente in occasione di esercizi spirituali della gioventù piemontese e hanno mantenuto contatti, probabilmente epistolari, quando Negroni, laureatosi in ingegneria a Torino nel dicembre del 1923, torna a Marino in provincia di Roma, sua città natale.

Emilio era iscritto all’Azione Cattolica valsusina dal 1° luglio del 1920, ed è stato tra i fondatori, nello stesso anno, del Circolo giovanile "Pierino Delpiano" di Vaie. Nel Congresso federale della gioventù cattolica valsusina del 16 agosto 1921 è eletto consigliere, il 5 novembre dell’anno successivo responsabile diocesano per l’assistenza ai militari e dell’azione antiblasfema. Resterà nel Consiglio fino alla seduta del 28 ottobre 1925, svoltasi a Vaie, dove si commiata annunciando una "vocazione sacerdotale e un momento di riflessione". La settimana successiva, il 2 novembre, è a Marino nella casa parrocchiale ospite del parroco abate don Guglielmo Grassi, in seguito vescovo di Damiata. Scriverà nel suo diario: «Guidato da una divina chiamata, per unirmi prima a Negroni, poi anche a Ferraris, attratti da un ideale religioso, per consacrarmi con essi al Servizio di Dio».

Per sostenersi economicamente, Negroni e Giaccone, attrezzano una piccola e modesta tipografia in un locale prestato dal parroco, attività che in seguito offrirà anche lavoro e formazione ai giovani meno abbienti di Marino: la "Scuola tipografica Santa Lucia". Nel contempo nasce l’associazione laicale maschile religiosa "I Discepoli di Gesù" guidati da don Grassi (con riconoscimento diocesano nel 1932), ne fanno parte Emilio Giaccone, Clemente Ferraris e Zaccaria Negroni. Ad essi sarà affiancato nel 1949 un Istituto religioso laico maschile sotto il nome di "San Barnaba": il volto sociale e istituzionale dei Discepoli, strumento legale per adempiere a servizi sociali ed educativi. Sono anni intensi, totalmente dediti all’Azione Cattolica parrocchiale e diocesana, poi a servizio delle diocesi di Rieti e Campobasso, alla propria formazione pastorale, spirituale e alla preghiera.

I "Discepoli di Gesù", scriverà Negroni, sono una «Associazione che non ha opere proprie, i discepoli lavorano e rinunciano a formarsi una famiglia, sono uomini di preghiera distaccati dai beni del mondo e in gioioso abbandono alla Provvidenza, sono disponibili per ogni attività a cui li chiami la fiducia dei pastori della Chiesa, in particolare nell’Azione Cattolica». L’azione di Giaccone, come quella di Negroni e Ferraris, non passa inosservata. Emilio annota nel suo diario: «negli anni 1928-29 mi mandarono a Rieti; nel 29-30 a Campobasso; nel 30-31 di nuovo a Rieti e poi dal settembre 1931 a Roma per una missione che appariva temporanea in Gioventù Cattolica, missione che invece si è protratta fino ai primi del ‘47 ed è continuata in Presidenza Generale dell’Azione Cattolica Italiana fino al febbraio del 1951».

Tra il 1929 e il 1931 Giaccone ha insegnato matematica nel Seminario minore di Campobasso e poi di Rieti, l’appellativo di professore nasce dal suo ruolo pubblico di educatore e ciò trova conferma da una testimonianza raccolta dal nipote di Zaccaria Negroni ed edita poi nella biografia di Zaccaria Negroni.

Emilio nel settembre del 1931 viene chiamato quale tesoriere centrale della Gioventù dell’Azione Cattolica, durante la presidenza generale di Angelo Raffaele Jervolino Giaccone e per questo si trasferisce nella capitale presso la Casa degli assistenti ecclesiastici dell’A.C. e vi rimarrà per il resto della sua vita. Nasce – e muore – a Vaie ma abiterà per due terzi della sua vita a Roma. In quegli anni Giaccone ha un ruolo amministrativo nella Casa Editrice AVE e del giornale per ragazzi "Il Vittorioso" entrambi emanazione della Gioventù di Azione Cattolica.

L’AVE fu costituita ufficialmente il 7 giugno 1935 (pubblicava tuttavia fin dal 1928 sotto la presidenza Jervolino) da Luigi Gedda, Federico Sargolini e Ferdinando Storchi, con lo scopo di pubblicare libri e opuscoli di propaganda cattolica, divulgazione spirituale e sostenere la formazione religiosa e culturale di adulti, giovani e ragazzi. L’editrice per oltre un ventennio stampa e distribuisce le pubblicazioni ideate e promosse dall’Azione Cattolica.

Emilio Giaccone è stato poi commissario governativo dell’Ente per l’Assistenza agli Orfani dei Lavoratori Infortunati (Eaoli), fondato nel 1941 e poi dell’Ente Nazionale per l’Assistenza degli Orfani dei Lavoratori Italiani (Enaoli) dalla sua fondazione (1948) al 1972. La finalità essenziale di quest’ultimo ente era quello di provvedere al mantenimento e alla educazione morale, civile e professionale degli orfani dei lavoratori, curando quindi l’avviamento professionale ed il collocamento.

Giunto al termine del suo mandato all’Enaoli, avvenuto nel gennaio del 1972, è chiamato, il 30 settembre 1971, ad assumere la Presidenza del Centro Nazionale Economi di Comunità (Cnec) un’organizzazione che realizza importanti servizi di consulenza, promozione e collegamento per le innumerevoli istituzioni che provvedono alle necessità dei cittadini e della società.

Uno degli aspetti meno noti dell’attività professionale e della personalità di Emilio Giaccone è l’attenzione all’evolversi delle idee e delle metodologie in ambito educativo e assistenziale, che fanno di lui un protagonista in questo senso nel panorama italiano. Punto di riferimento nazionale di questa sensibilità sono le riviste "Realtà educativa" e "Ragazzi d’oggi", la prima nasce nel gennaio 1961, espressione dell’attività del Centro Pedagogico dell’Enaoli nato due anni prima e nel cui ambito, accanto ad un Istituto medico-psico-pedagogico, operano anche una Scuola di perfezionamento per gli assistenti sociali Enaoli e un’organica attività di studio e di documentazione delle problematiche educative ed assistenziali in Italia. "Ragazzi d’oggi" nasce nel gennaio del 1950 sotto la direzione di Agostino Ghiraldi. Oltre a farsi portavoce delle iniziative dell’Ente, volte a migliorare i sistemi di assistenza psichica e pedagogica dei minori in Italia, "Ragazzi d’oggi" era considerato dagli esperti un utile strumento di promozione dei temi legati all’educazione e all’igiene mentale infantile per l’intera popolazione.

Sempre in questo ambito vanno ricordate le Assemblee nazionali sui problemi dell’assistenza pubblica all’infanzia e all’adolescenza svoltesi a Roma negli anni 1951, 1955 e 1958 che hanno avuto una vasta eco nelle comunità educative.

Dal 1967 alla sua morte Giaccone sarà anche presidente Centro Nazionale della Bontà nella Scuola promotore del Concorso nazionale Premio "Livio Tempesta" con l’intento di diffondere ed esaltare nella scuola la cultura dei valori etici e sociali. Nel suo ruolo ha modo di incontrare molte autorità, presidenti della Repubblica e Pontefici. Ha l’occasione di aiutare ragazzi e bambini in difficoltà e donare tutte le sue risorse materiali, spirituali e affettive. Lui che, per servire la Chiesa, come laico consacrato ha rinunciato a formarsi una famiglia, si ritrova migliaia di figli adottivi che affettuosamente lo chiamano "Papà Giaccone". I giovani sono sempre al primo posto nei suoi pensieri e nelle sue premure, è sempre in sintonia con loro attraverso una eccezionale capacità di farsi comprendere e amare.

Vissuto nella semplicità è morto povero nel suo paese natale. Emilio era solito trascorrere le vacanze di Pasqua e di Natale tra i detenuti o con i "suoi" bambini, ma nel mese di agosto trascorreva qualche settimana nella casa paterna a Vaie con il fratello e i familiari. Qui, il l° agosto 1972, colpito da una scheggia a seguito di un’esplosione di una mina in montagna, viene portato subito all’Ospedale di Giaveno e da qui al S. Giovanni di Torino, dove poi morirà.

La vita di Emilio Giaccone resta un esempio di cristianesimo impegnato a cui le giovani generazioni, possono guardare con fiducia. Per questo motivo l’Azione Cattolica della Diocesi di Susa, nell’autunno del 2010, domanda al Vescovo diocesano Mons. Alfonso Badini Confalonieri, la possibilità di istituire un gruppo denominato "Amici di papà Giaccone". Il 25 aprile 2011, il Gruppo riceve l’incarico e si mette al lavoro. Due anni dopo, a motivo della consistenza del materiale raccolto e la fama di santità riscontrata tra la popolazione della Valle di Susa e di molte città d’Italia, propone all’Azione Cattolica di farsi "attore della causa di beatificazione del Servo di Dio Emilio Giaccone". Il 18 settembre del 2021, ottenuto il parere positivo della Commissione episcopale piemontese e il nulla osta all’avvio del processo da parte della Congregazione delle Cause dei Santi si è aperto presso la cattedrale di S. Giusto di Susa il processo diocesano.

In questi anni sono state raccolte oltre settanta testimonianze sulla sua vita e sull’esercizio delle virtù cristiane, un buon numero di articoli e relazioni sui diversi aspetti della sua attività in particolare in ambito educativo e buona parte dei suoi diari spirituali, circa duemila pagine dense di riflessioni, propositi e preghiera.

Gli scritti del Servo di Dio sono la prova di una lettura costante delle Sacre Scritture e dei testi di spiritualità, una fedeltà giornaliera alla S. Messa e alla recita del Santo Rosario, corroborati da corsi ed esercizi spirituali e dalla guida di un sacerdote che con regolarità lo seguiva spiritualmente.

 

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ultimo aggiornamento 11 settembre, 2024