Festa del Santuario

S.E. Gualtiero Sigismondi

 

 

Omelia di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano
in occasione della sua visita al Santuario di Collevalenza
12 -13 ottobre 2024

 

1. Noi siamo quelli dell’impossibile, per reagire alla mediocrità.

Noi siamo quelli dell’impossibile, quelli che non costruiscono i sogni secondo le risorse disponibili; quelli che non giustificano la mediocrità dicendo: "Che posso farci? Sono fatto così! Questo è il mio carattere!", perché sanno di essere chiamati alla santità.

Noi siamo quelli dell’impossibile, quelli che non si perdono d’animo quando incontrano ostacoli, resistenze, ostilità e sono inclini a lasciar perdere, a dare le dimissioni, a ritirarsi in qualche nido rassicurante. Siamo infatti convinti di essere mandati, di avere una missione e se il mondo ha odiato Gesù, forse odierà anche i suoi inviati.

Noi siamo quelli dell’impossibile, quelli che non incasellano gli altri nei loro difetti, non giudicano con giudizi irrevocabili, né interrompono i rapporti in modo definitivo, né restano risentiti per tutta la vita a causa di una offesa, di una ingiustizia. Sanno, infatti, che è chiesto a loro l’impossibile: siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36).

Noi siamo quelli dell’impossibile, quelli che non trasformano la desolazione di fronte allo spettacolo del mondo in uno sterile lamento e si arrendono alla malizia del mondo e si lasciano trascinare nell’abitudine a pensare male e a dire male di tutti. Infatti guardano il mondo senza ingenuità, ma sanno anche che Dio ha mandato suo Figlio nel mondo non per condannare il mondo ma per salvarlo.

 

2. Noi siamo quelli dell’impossibile perché crediamo nel Signore.

Quelli dell’impossibile non sono sognatori persi in un buonismo ingenuo, sono piuttosto discepoli che ascoltano la Parola di Dio e ci credono. Perciò credono che quel bene che la gente non può fare, anche se lo desidera, è possibile a Dio.

Quelli dell’impossibile sono uomini e donne di fede. Cercano di imitare la fede di Maria, la vergine di Nazaret che è inquieta per l’annuncio della sua vocazione ad essere la Madre vergine del Figlio dell’Altissimo. Supera però la sua inquietudine perché l’annuncio comprende la rivelazione: nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37).

Quelli dell’impossibile sono uomini e donne di fede. Perciò sono chiamati a convertirsi alle misure di Gesù. Possono cinque pani e due pesci bastare per i cinquemila? Sì, se Gesù li benedice. Può essere che si prenda qualche pesce dopo una notte di inutile fatica? Sì, se si obbedisce alla parola di Gesù. Può un uomo camminare sulle acque? Sì, se lo chiama Gesù. Quelli dell’impossibile sono uomini e donne di fede. Perciò si mettono in cammino per la missione sproporzionata che manda undici uomini mediocri e dubbiosi ad annunciare il Vangelo fino ai confini della terra.

 

3. Noi siamo quelli dell’impossibile: come ha fatto Gesù, così facciamo anche noi.

L’affidamento a Gesù e la decisione di lasciarsi condurre dalla sua parola è la via che conduce alla sapienza più preziosa dell’oro. Pregai e mi fu elargita la sapienza... la preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto (cfr. Sap 7,7ss), la sapienza che è il modo di Dio di vedere le cose, le persone, il mondo e le sue vicende.

Quelli dell’impossibile hanno una saggia considerazione delle cose. Non disprezzano le ricchezze, ma non ne sono schiavi, usano saggiamente dei beni materiali, ma possono farne a meno. Se ci sono buone ragioni, come la chiamata di Gesù, non si lasciano trattenere o impaurire della sua richiesta di lasciare tutto per stare con Lui. Mentre nella sensibilità contemporanea il denaro è decisivo, per quelli dell’impossibile quello che è decisivo è solo stare con Gesù.

Quelli dell’impossibile sono onesti, sono diritti, sono coerenti. Si lasciano giudicare dalla Parola più tagliente della spada a doppio taglio che penetra nell’anima e costringe a distinguere il bene e il male, quello che è giusto anche se è svantaggioso e quello che è disonesto, anche se è vantaggioso. Siccome si fidano di Dio, non cercano altri appoggi, non cercano compromessi, non cercano di essere un po’ cristiani e un po’ pagani, per non scontentare nessuno.

 

Quelli dell’impossibile pensano volentieri al tesoro nei cieli, alla vita eterna nel mondo che verrà. Mentre la mentalità contemporanea e, in un certo modo, anche la mentalità diffusa ai tempi di Gesù ignorano la speranza, quelli dell’impossibile non sono disperati. Sanno infatti che c’è Gesù, la via della vita, che siamo attesi in paradiso. La vita eterna non è un risarcimento per quello che si è lasciato, come, forse pretende Pietro, facendo l’elenco di quanto ha scelto in risposta alla chiamata ad essere pescatore di uomini. Non è un risarcimento, ma la grazia di una comunione che rende felici per la vita eterna. Questi dunque alcuni tratti della sapienza che hanno ricevuto in dono quelli dell’impossibile: la libertà, la coerenza, la speranza.

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ultimo aggiornamento 15 novembre, 2024