ROBERTO LANZA

 

"Fratello, una domanda: hai mai davvero pregato?"

Nulla è più dolce della consolazione nella preghiera. Chi è arrivato a gustare qualche volta quanto è dolce il Signore. […] Continuare a pregare nella desolazione, glorifica il Signore; denota una fede solida, una ferma speranza, una carità fedele e vero amore.

(Madre Speranza di Gesù - El pan 7)

L’iniziativa dell’anno della preghiera promossa dal Santo Padre Francesco costituisce un incoraggiamento significativo per noi tutti a dedicare tempo e riflessione approfondita a questo tema di importanza fondamentale per la nostra fede. Attraverso questo anno speciale, ormai giunto al suo termine, siamo spinti a esaminare più attentamente il potere di grazia della preghiera, la sua capacità di confortarci nelle prove, di ispirarci nei momenti di dubbio.

Tuttavia, da dove deriva la crisi spirituale della nostra vita e a volte nelle nostre Chiese, se ci pensiamo bene da una sola risposta: dall’assenza di preghiera, dall’assenza di relazione con Dio. La preghiera, è il respiro dell’anima, quindi l’anima, senza preghiera, non ha vita; l’uomo senza preghiera, non ha forza, energia.

Ma cosa significa pregare?

Forse, sarebbe più facile dire, allora, ciò che non è pregare e ciò che non corrisponde alla preghiera. Quante volte tra la nostra gente abbiamo sentito, queste affermazioni.

 

-Pregare non è recitare.

Il teatro non serve a Dio e nemmeno a noi. Dio ci considera figli suoi liberi di esprimere il cuore: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me."

 

-Pregare non è dilettarsi di sentimenti e di bei pensieri.

Il rischio del sentimentalismo è sempre dietro l’angolo. Dio non è una moda New Age o una di quelle forme moderne di relativismo esistenziale, che non conducono a nulla di significativo.

 

-Pregherò quando avrò più tempo, ora sono occupato.

Ma un momento ideale e perfetto per pregare non esisterà mai! Ci sarà sempre qualcosa da fare, una cosa urgente da risolvere, qualcuno che ti aspetta, una giornata complicata da vivere. Il momento migliore per pregare è oggi! Non dare a Dio ciò che avanza del tuo tempo. Non lasciargli le briciole della tua vita. Dagli il meglio di te, il momento migliore della tua vita, dai a Dio il meglio della tua vita, non quello che ti avanza.

 

-Prego solo quando me lo sento, perché farlo senza sentirlo è una cosa molto ipocrita.

Tutto il contrario! Pregare, quando ne hai voglia è molto semplice, lo fa chiunque, ma pregare quando non lo "senti", quando non sei motivato, questo sì che è eroico e virtuoso! Molto più meritorio, perché hai vinto te stesso, hai dovuto lottare. È un segno del fatto che ciò che ti muove non è solo la tua volontà, ma l’amore per Dio.

 

-Quando prego non "sento" nulla.

Può essere, ma c’è qualcosa di cui non puoi dubitare, anche se non senti nulla. La preghiera ti sta cambiando, ti sta rendendo sempre migliore, perché l’incontro con Dio ci trasforma. Quando incontri una persona molto buona e la ascolti per un pò, qualcosa di buono di lei resta in te, figuriamoci se si tratta di Dio!

 

-Sono troppo peccatore per pregare.

Perfetto, benvenuto nel "posto giusto"! La preghiera non è per i perfetti, ma per i peccatori.

 

-Per cosa prego se Dio non mi risponde mai?

Quando un bambino chiede ai genitori tutto il tempo dolci e caramelle o tutti i giochi del negozio, i genitori non gli danno tutto quello che chiede, perché per educare bisogna insegnare a saper aspettare. A volte Dio non ci concede tutto ciò che gli chiediamo, perché Egli sa cosa è meglio per noi.

 

-Dio non ha bisogno delle mie preghiere.

È vero, ma quanto si sentirà felice vedendo che suo figlio si ricorda di Lui! E non dimenticare che in realtà chi ne ha più bisogno sei tu!

 

O ancora ci potremmo chiederci quali sono gli ostacoli, le difficoltà che ci impediscono di pregare. La preghiera è un combattimento della fede, ma anche vittoria della perseveranza. Pregare e soprattutto entrare nella preghiera, presuppone sempre uno sforzo, una lotta contro noi stessi e contro le insidie di chi ci vuole tentare nella fede. La preghiera cristiana non è esente da pericoli, spesso di varia natura, che possono però essere adeguatamente combattuti. Proprio per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce questa lotta il combattimento della preghiera. Nella parte IV, dedicata interamente alla grande avventura dell’orazione, si legge: "La preghiera è una lotta. Contro chi? Contro noi stessi e contro le astuzie del Tentatore che fa di tutto per distogliere l’uomo dalla preghiera, dall’unione con il suo Dio."1

 

Abbiamo detto tutto? No!

 

La Madre Speranza e il carisma dell’Amore Misericordioso ci dicono un’altra verità e la voglio sottolineare proprio riportando una testimonianza di un fatto accaduto proprio con la Madre. Così racconta Padre Gino Capponi: "Le chiesi un giorno solo a solo con lei: "Madre come mai il Signore le concede tante cose? Ho l’impressione che la preferisce e l’ascolta con parzialità. Che ne dice Madre? Come spiega che il Signore è più "largo" con lei che con tanti altri? Figlio mio mi rispose, forse dipende dal fatto che quando il Signore mi chiede qualcosa gliela faccio; perciò, quando io gli chiedo qualcosa Lui me la concede".

 

Ecco arrivato l’elemento nuovo: pregare è aderire alla volontà di Dio, significa trovare la forza per compiere quello che Lui ci chiede. Si deve pregare per suscitare in noi l’amore per Dio, ed amare Dio significa fare ciò che Egli desidera. Non dobbiamo con la preghiera pretendere di far cambiare idea a Dio, o di tirarlo dalla nostra parte per imporgli il nostro punto di vista, ma, al contrario, la preghiera deve spingere noi dalla parte di Dio.

A pensarci bene, tutte le deviazioni della preghiera possono essere ricondotte a una sola: vogliamo che Dio faccia la nostra volontà. No! Lo scopo della preghiera non è di ottenere che Dio compia la nostra volontà, ma che noi facciamo la sua. Gesù ci ha insegnato: "Quando pregate, dite: Padre nostro... sia fatta la tua volontà."2 Al di fuori di questo atteggiamento ogni preghiera è illusione. Quando la nostra vita coincide perfettamente e costantemente con la volontà di Dio, siamo arrivati alla preghiera del cuore, alla preghiera della santità, siamo a tutta velocità.

 

C’è una legge della preghiera!

 

È una legge che vuole sradicare le nostre preghiere "meschine" ed incentrate su noi stessi, e nello stesso tempo vuole rendere possibili le preghiere di richiesta fatte con fede. In altre parole: possiamo pregare per qualunque cosa vogliamo, sempre che sia nella Sua volontà: "…se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce."3 Noi sappiamo troppo su quello che vogliamo e troppo poco su quello che Dio vuole; compiere la volontà di Dio "non è facile", per questo occorre pregare per avere la voglia di seguirla, pregare per conoscerla e pregare, una volta conosciuta, per andare avanti con la volontà di Dio. Lo testimonia l’episodio evangelico successivo all’incontro con la samaritana, quando "in quel mezzogiorno, nel calore di quella zona un po’ desertica", i discepoli dissero a Gesù: "Mangia, maestro", egli rispose: "No: "il mio cibo è fare la volontà del Padre."4 Facendo capire in tal modo che la volontà di Dio, per lui, "era come il cibo, quello che gli dava forza, quello che gli permetteva di andare avanti". Certo, sono cose difficili, e noi non siamo in grado, con le nostre forze, di accettare quello che il Signore ci dice, ma un aiuto per farlo c’è ed è proprio la preghiera: "Signore, dammi il coraggio, dammi la forza di andare avanti, secondo la tua volontà".

 

Quando amiamo qualcuno, noi cerchiamo spontaneamente di fare ciò che piace a quella persona, di agire per la sua felicità. Ed è proprio quello che chiediamo quando recitiamo la frase: "sia fatta la tua volontà". Siamo chiamati ad allargare i nostri orizzonti superando ogni nostra riduzione della nostra vita ai nostri desideri o progetti personali. La volontà di Dio è il principio e il fine di tutto ciò che esiste.  La volontà di Dio deve essere paragonata come al sole verso cui l’anima, come il girasole, deve sempre essere rivolta, ecco perché la preghiera è il respiro dell’anima.

 

Ma, allora, perché a volte sembra che Dio non risponda alle nostre preghiere? 

 

È importante, porsi questa domanda e la risposta può essere molteplice: forse non capiamo o non sappiamo riconoscere la risposta di Dio, forse non stiamo pregando correttamente, o forse non conosciamo il senso pieno della preghiera. È probabile che Dio risponda, ma non secondo le nostre aspettative limitate, perché quel che pensiamo essere "bene" per noi spesso non coincide con quel che è davvero "bene" per noi agli occhi di Dio. Così come è anche vero che viviamo in un tempo dove facciamo fatica a rimetterci nelle mani di un "altro", soffriamo ormai di un persistente indifferentismo religioso e di svariate forme di ateismo che hanno portato l’uomo a non riconoscersi più in un progetto di salvezza.

 

Credo che ci siano degli scritti della Madre Speranza da meditare attentamente e che sono veramente illuminanti per quello che stiamo affermando: "Gesù mio concedi continuamente alla mia volontà la forza e la costanza necessarie per non desiderare né cercare altra cosa all’infuori di Te e non desideri che fare la tua volontà. Che si realizzi in me la tua volontà, anche se mi costa, non la capisco e non mi è chiara".5

 

Si prega per questo, per incontrare il Signore nella verità della sua volontà per noi, prego per entrare nel cuore di Dio e conoscere quello che Lui vuole da me, prego per restare FEDELE.

 

A te che hai letto queste poche righe voglio fare un augurio sincero: che il Signore ti manchi terribilmente, una assenza da toglierti il fiato ed il respiro. Possa tu sperimentare davvero una vita arida e senza senso; racconta la tua debolezza, apri il tuo cuore…perché solo così sperimenterai cosa significa pregare, proverai come è davvero bello gridare al Signore. Non c’è davvero una gioia più grande per una madre nel vedere per la prima volta come il suo bambino, dal profondo del cuore, gli rivolge la parola: "Mamma." La stessa gioia la deve provare Dio ogni volta che vede uno dei suoi figli che gli s’inginocchia davanti e con tutto il cuore gli rivolge una preghiera……

 

Fratello e Sorella cari, ricordatevi che la preghiera non è mai una "ruota di scorta" che utilizziamo quando hai una preoccupazione... ma è il volante che serve per controllare la direzione della strada …è l’Amore Misericordioso che ti guida per tutta la tua vita!

 

Buon viaggio!


1 CCC 2725

2 Mt. 6, 9-10

3 1 Gv. 5,14

4 Gv. 4, 31-34

5 Diario (1927-1962) (El Pan 18)

 

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ultimo aggiornamento 15 novembre, 2024