L
’11 Ottobre è stato celebrato il settantesimo anniversario dell’Enciclica "Ad Coeli Reginam" promulgata dal Venerabile Pio XII l’11 Ottobre del 1954. Pio XII in questa Enciclica ha sintetizzato la dottrina della regalità della Madre di Dio e, accogliendo la plurisecolare riflessione teologica, ha spiegato il senso della regalità di Maria intesa come una regalità materna istituendone la memoria liturgica il 22 agosto.
L’insegnamento della Sacra Scrittura
Anche se nella Sacra Scrittura non ci sono testi che affermano esplicitamente la regalità di Maria, il titolo di Regina le è attribuito dalla tradizione cristiana fin dal IV secolo. Tra le antiche antifone mariane cantate dai fedeli, tre esplicitamente esaltano la regalità di Maria: Salve Regina, Regina Coeli ed Ave Regina Coelorum.
L’iconografia cristiana rappresenta sovente Maria come Regina seduta in trono, ornata delle insegne regali e circondata dalle schiere degli angeli e dei santi.
Il motivo più profondo della sua dignità regale consiste nell’essere la Madre del Redentore, in quanto per il mistero dell’Incarnazione, Gesù ha assunto la natura umana rimanendo completamente Dio allo stesso tempo. Essendo Gesù il Figlio di Dio e Signore e Re dell’universo, Maria partecipa in modo analogo, alla dignità regale di Suo Figlio.
La maternità regale di Maria è predetta e annunciata nell’Antico Testamento attraverso le immagini della Madre del Re messianico (la Regina-madre) che riveste un ruolo ufficiale con poteri speciali. In questo senso possiamo richiamare la figura di Betsabea che da sposa prediletta del re Davide, entra nella sua camera, si inginocchia e si prostra davanti a lui chiamandolo «Re mio Signore» (1Re 1,15-21), mentre da madre di Salomone vede il figlio alzarsi per andarle incontro e prostrarsi. Betsabea gli dice: «Ho una piccola grazia da chiederti, non me la negare»; il re le risponde: «Chiedi, madre mia, non ti respingerò» (1Re 2,12-20). Da questo breve dialogo si comprende come la Regina-madre, con una sensibilità squisitamente materna, presenta al re le necessità del popolo e le sue richieste vengono sempre benevolmente accolte.
Nel Nuovo Testamento troviamo diversi testi che rimandano alla maternità regale di Maria. Nel vangelo di Matteo i Magi «entrati nella casa videro il bambino con Maria sua madre, e prostrati lo adorarono» (Mt 2,11). Qui l’adorazione assume il carattere "regale" e, guardando alla tradizione dell’Antico Testamento, Maria è vista come la Regina-madre del neonato Messia.
Nel Vangelo di Luca l’angelo Gabriele rivela alla Vergine la missione "regale" del bambino che sta per concepire (Lc 1,32-33); poi Elisabetta saluta Maria come "Madre del suo Signore" in virtù della sua missione materna (Lc 1,43). Nel saluto di Elisabetta è contenuta l’idea del dominio regale e messianico proprio del Figlio di Dio e quindi l’espressione "Madre del Signore" sta a indicare che Maria è "Madre di Dio".
Siccome Gesù dopo la sua resurrezione, siede alla destra del Padre, così Maria assunta alla gloria celeste, siede Regina accanto al Figlio. L’Assunzione in Cielo della Madre di Dio, pertanto, inaugura l’esercizio pieno ed effettivo della sua funzione regale: ella siede alla destra di Cristo Signore quale Regina che ha portato nel cuore e nel grembo il Re dei Re (Sal 44,10). In tal proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica, parlando dell’Assunzione di Maria la intende come «una singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e un’anticipazione della risurrezione degli altri cristiani» (n. 966).
La Vergine Maria per esercitare totalmente la sua regalità universale, è necessario che sia pienamente in possesso della sua realtà umana e ciò avviene nel mistero dell’Assunzione di Maria dove si compie l’unione dell’anima con il corpo. L’Assunzione corporea della Madre di Dio, la rende così, più vicina noi e nella sua glorificazione viene anticipato quello che è il destino di glorificazione di tutto il genere umano.
E’ necessario sottolineare che Maria è Regina con Cristo in quanto il Figlio di Dio ha promesso di legare lei alla sua regalità, così come vi ha associato i suoi discepoli. In maniera unica in Maria si adempiono le condizioni per aver parte attiva alla regalità di Cristo: dall’Annunciazione alla Pentecoste Maria ha accettato e vissuto il disegno divino sulla propria esistenza, prestando ascolto alla Parola del Figlio, seguendolo fino alla fine.
Stando all’immagine tratta dal libro dell’Apocalisse, Cristo Signore fa sedere sua Madre accanto a Lui rendendola compartecipe del potere divino di sottomettere a sé tutte le cose (Fil 3,21). La grandezza di Maria sta dunque nel fatto che pur vivendo sulla terra una vita comune a tutti, piena di laboriosità familiare, è stata intimamente unita al suo Figlio nel cooperare in modo tutto singolare all’opera del Salvatore.
La regalità di Maria, similmente a quella di Cristo, si realizza poi nello Spirito Santo. Se il ruolo dello Spirito Santo è quello di aprire il cuore dell’uomo alla verità che il Padre ha rivelato nel Figlio, tanto più questo si realizza in Maria. La Vergine Santissima ha una relazione diretta e immediata, con il Verbo di Dio, pertanto la sua maternità è "divina".
Infine, la Vergine diviene Madre del Re messianico in quanto si dichiara "serva" del Signore (Lc 1,38). Come Cristo risorto viene esaltato per essersi umiliato quale servo sofferente del Padre, anche Maria è esaltata perché ha cooperato generosamente nell’opera di salvezza. La Madre di Dio non smette mai di servire il Figlio in noi che siamo suoi figli, fino al compimento di tutte le cose. Il comando espresso durante le Nozze di Cana, «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5), permette di comprendere appieno l’importanza del ruolo di Maria nell’essere per noi maestra nella fede.
L’insegnamento della Chiesa sulla regalità di Maria
La riflessione teologica nel corso dei secoli ha sempre sottolineato il valore soprannaturale della regalità di Maria, che rimanda a quel regno di verità e di vita, di amore e di pace, che Gesù è venuto ad istaurare con la sua Incarnazione e Redenzione.
Il titolo di Maria Regina degli Angeli e dei Santi, contemplato nel quinto mistero glorioso del Santo Rosario, mostra quella connessione che c’è tra il potere sovrano concesso da Dio alla Madonna e la dottrina della sua regalità.
Il secondo Concilio di Nicea (787), in questo senso, conferisce a Maria il titolo di Signora e Regina e Papa Leone XIII nell’Enciclica "Iucunda semper expectatione" (1894), richiama questo appellativo della Vergine come «Regina e Signora dell’universo».
San Pio X nell’Enciclica "Ad diem illum laetissimum" del 2 febbraio 1904, parla di Maria come Regina che sta «alla sua destra [di Cristo]» e poi Pio XI con l’Enciclica "Rerum Ecclesia" del 28 febbraio 1926, riferendosi all’opera missionaria della Chiesa, invoca Maria con il titolo «Regina degli Apostoli».
La regalità mariana, dal punto di vista teologico, rileva l’eccellenza e la dignità della Vergine su tutte le creature nonché gli inestimabili tesori e privilegi soprannaturali ricevuti da Dio. Da qui ne consegue che la regalità di Maria è soprattutto a livello spirituale e soprannaturale anziché temporale e naturale. Emblematica in questo senso la risposta che la Vergine da all’Angelo Gabriele al momento dell’Annunciazione: «Eccomi, sono la Serva del Signore» (Lc 1,38). La Madre del Redentore, pertanto, è Regina in quanto associata in modo unico al Figlio Gesù.
Paolo VI nell’Esortazione apostolica "Marialis Cultus" del 2 febbraio 1974 ricorda che «Nella Vergine Maria tutto è relativo a Cristo e tutto da lui dipende: in vista di lui Dio Padre, da tutta l’eternità, la scelse Madre tutta santa e la ornò di doni dello Spirito, a nessun altro concessi» (n. 25).
L’errore assolutamente da evitare è quello di vedere nella regalità mariana un titolo puramente decorativo e la definizione della Vergine Maria come Regina dell’universo trova la sua origine e il suo significato nel fatto che Dio le ha donato un potere regale su tutta la creazione e la sua misericordia, per il bene degli uomini, giunge fino agli estremi della terra.
La Provvidenza ha voluto Maria come Regina dell’universo perché guardando a lei il genere umano afflitto dal peccato avrebbe trovato forza e consolazione. A tal proposito il Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmatica "Lumen gentium", del 21 novembre 1964, afferma che «L’Immacolata Vergine preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo, e dal Signore esaltata quale Regina dell’Universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei dominanti (cfr. Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte» (n. 59).
L’Enciclica "Ad Coeli Reginam"
Nel Magistero della Chiesa, come brevemente abbiamo visto, sono presenti fin dall’antichità testimonianze e argomentazioni relative alla regalità di Maria. È però con l’enciclica "Ad Coeli Reginam" di Pio XII che giungiamo ad una esposizione sistematica sulla regalità di Maria.
Istituendo questa festa liturgica di Maria Regina, Pio XII sottolinea in primo luogo che «non si tratta di una nuova verità proposta al popolo cristiano, perché il fondamento e le ragioni della dignità regale di Maria, abbondantemente espresse in ogni età, si trovano nei documenti antichi della Chiesa». Piuttosto invece questa verità è da intendersi come un "compendio" di venti secoli di cristianesimo che riconosce nella Madre di Dio i tratti di una divina regalità.
Il tema principale sul quale si innesta la dignità regale di Maria è già evidente nei testi della tradizione antica e nella sacra liturgia: «Nelle Sacre Scritture infatti, del Figlio, che sarà partorito dalla Vergine, si afferma: "Sarà chiamato Figlio dell’Altissimo ed il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre, e regnerà nella casa di Giacobbe eternamente ed il suo regno non avrà fine" (Lc 1,32-33); e inoltre Maria è proclamata "madre del Signore" (Lc 1,43). Ne segue logicamente che ella stessa è regina, avendo dato la vita ad un Figlio, che nel medesimo istante del concepimento, anche come uomo, era Re e Signore di tutte le cose, per l’unione ipostatica della natura umana col Verbo».
Nell’enciclica si spiega poi che la regalità della Madonna, anche se ha un’efficacia sovrana su tutta la vita della Chiesa e della società temporale, si realizza in primo luogo all’interno delle anime. Dal santuario interiore di ogni anima, la regalità di Maria si riflette sulla vita religiosa e sociale. «Se infatti il Verbo opera i miracoli e infonde la grazia per mezzo dell’umanità che ha assunto – scrive Pio XII nella parte III dell’Enciclica –, se si serve dei sacramenti dei suoi santi come di strumenti per la salvezza delle anime, perché non può servirsi dell’ufficio e dell’opera della Madre sua santissima per distribuire a noi i frutti della redenzione?».
La dottrina della regalità di Maria si fonda quindi sulla sua maternità divina e sulla sua cooperazione all’opera della Redenzione. Le ragioni teologiche che avvalorano la regalità di Maria si riducono sostanzialmente a due: Maria è Madre di Dio e Socia del Redentore. La Vergine attraverso la sua maternità si relaziona in modo tutto speciale, diretto ed immediato, al Verbo Incarnato e in quanto nuova Eva viene associata al nuovo Adamo (Cristo) nella redenzione del genere umano. Pio XII scrive in proposito: «Se Cristo ha fatto miracoli per mezzo dell’umanità che ha assunto, se si serve dei sacramenti e dei suoi santi come di strumenti per la salvezza delle anime, perché non può servirsi dell’ufficio e dell’opera della Madre sua santissima per distribuire a noi i frutti della redenzione?».
La regalità di Maria, in ultima istanza, è la conseguenza della sua vita di donazione e di servizio che estende vegliando maternamente su noi suoi figli che ci rivolgiamo a Lei nella preghiera, per ringraziarla o per chiedere la sua protezione e il suo celeste aiuto. In conclusione la regalità di Maria deve essere sempre associata alla sua intercessione materna: Maria è Regina perché è associata alla regalità di Cristo e coopera con il Figlio nel procurare la salvezza delle nostre anime.
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
11 dicembre, 2024