Attualità a cura di Don Beniamino Nuzzo, Sdfam
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ichiamati a Collevalenza dallo spirito materno della Beata Madre Speranza e dal bisogno di sentire l’abbraccio dell’Amore Misericordioso, nel clima accogliente della fraternità dei figli e delle ancelle, intriso di silenzio, raccoglimento e preghiera, abbiamo vissuto dall’11 al 15 novembre 2024 la XXIII Assemblea sdfam e fam. Un anno speciale il 2024, perché celebrativo del 70° di Fondazione dei sacerdoti diocesani FAM (8 dicembre 1954). Ovviamente il tema che ha caratterizzato gli incontri e che ci accompagnerà negli anni successivi è stato l’approfondimento comunitario dello Statuto tra memoria, presenza e profezia.Come da programma la giornata di martedì 12 novembre è stata dedicata ad una gita distensiva e fraterna fuoriporta presso l’Abbazia di Sassovivo (Foligno), sia per raccontarsi il vissuto personale e pastorale e sia per conoscere i nuovi confratelli "simpatizzanti" provenienti da varie diocesi d’italia, interessati al nostro carisma e alla missione con e per i sacerdoti. Abbiamo vissuto un momento di spiritualità con la meditazione offerta da P. Gabriele Faraghini, dei piccoli fratelli di Charles de Foucauld. Trattando il tema della Preghiera nella vita del presbitero…verso il Giubileo del 2025, egli ha commentato i paragrafi 32-34 della lettera enciclica Spe Salvi di Papa Benedetto XVI, riguardanti la preghiera come scuola della speranza. Dopo il pranzo ad Assisi abbiamo fatto una sosta nella Basilica di S. Maria degli Angeli, dove abbiamo beneficiato dell’indulgenza plenaria.
Nella mattinata di mercoledì 13 novembre don Ciro Galisi ha sviluppato in modo chiaro e puntuale la riflessione sul carisma dell’Amore Misericordioso nella spiritualità del presbitero diocesano. In premessa egli ha detto che è necessario ripartire dall’esperienza spirituale che riguarda tutti i cristiani credenti; noi sacerdoti particolarmente, per il nostro ministero siamo chiamati a trasmettere l’esperienza di Dio. Ovviamente lo possiamo fare solo se siamo in Dio, se viviamo di Dio. Successivamente, a proposito del contenuto specifico della vita spirituale del presbitero diocesano, ovvero quali siano gli elementi che permettono al prete di vivere la sua esistenza nello spirito a servizio di Dio e in comunione con la Chiesa, sono state evidenziate: la carità pastorale, la dimensione diocesana, la fraternità presbiterale, il vissuto del prete e in particolare l’unità di vita. Nel terzo punto della riflessione sono stati sottolineati i criteri per una "regola di vita": a) ordinare il tempo nel rispetto delle priorità; b) mettere al centro l’incontro personale con il Signore; c) riservare un tempo conveniente per lo studio; d) tendere alla preghiera incessante richiestaci da Gesù.
Nella giornata di giovedì 14 novembre abbiamo approfondito, aiutati dagli interventi di don Gaetano Sorbello e don Massimo Bazzichetto, il tema della Missione specifica dei sacerdoti diocesani fam all’interno del presbiterio diocesano. Alternandosi nell’esposizione hanno dapprima richiamato, alla luce delle Costituzioni e dello Statuto Sdfam, la principale opera di carità della famiglia religiosa: l’unione del clero secolare. Appare, pertanto, evidente che lo specifico dei Sdfam è rendere visibile, quali segni e strumenti, l’unione dei religiosi con il clero diocesano. Attraverso la Beata Madre Speranza il buen Jesus ha messo in atto una strategia misericordiosa per raggiungere il suo "amato clero".
Successivamente ci siamo messi in ascolto della nostra storia lunga settanta anni, considerando i frutti da festeggiare, (come l’avviata esperienza di fraternità e attività pastorale a Paternò e a Vittorio Veneto) e resistenze e stanchezze da portare a consapevolezza. Il ramo dei Sdfam nacque l’8 dicembre 1954 nella casa di Fermo con la emissione dei voti nella Cappella dei Figli dell’Amore Misericordioso da parte dei due primi sacerdoti del clero secolare, don Luigi Leonardi e don Lucio Marinozzi. La loro appartenenza alla Congregazione non li sottrarrà mai dalla realtà della Chiesa particolare e del presbiterio dove essi fomentavano l’unità e la comunione. Per volontà della Madre non doveva essere compromesso il servizio alla diocesi e in qualche modo lo stile diocesano; tutta ella ha voluto inserire apposite e specifiche norme all’interno delle Costituzioni, quali una certa vita comune e di cura reciproca, la preghiera comune e personale, lo studio e il raccoglimento.
Interessante è stato il terzo punto della riflessione: la profezia dell’unione dei sacerdoti diocesani, con la proposta di un laboratorio per incarnare nell’oggi il nostro carisma, riprendendo la traccia della Beata Speranza circa il tema della conoscenza di sé, come condizione originaria per vivere l’unione con Dio e con il prossimo (Bilancio mensile del 1955 – El pan 15,210-214) e più ancora per vivere l’unione con i sacerdoti diocesani e dei sacerdoti diocesani. Occorre indubbiamente maturare una realistica conoscenza di noi stessi, secondo il metodo della conversazione nello spirito che il sinodo nazionale ci ha consegnato.
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ultimo aggiornamento
14 gennaio, 2025