... Il montanaro che vuole mandare lontano un suo richiamo porta d'abitudine una mano alla bocca, quasi per guidare il percorso iniziale del suono.

L'espressione esatta e': "far delle mani tonavoce".

Questa osservazione diciamo tecnica è alla base della inconsueta forma adottata dall'architetto nel campanile, nel quale ad ogni campana corrisponde appunto un tonavoce, una quinta cioè di muratura in oggetto laterale, a che il suono sia rinforzato e riecheggi più lontano.

Perciò anche il "castello" delle campane è stato abolito, e le cerniere direttamente fissate all'opera muraria, gli assi di rotazione traslati in fuori e le campane poste a filo esterno.

Come pianta il campanile risulta da "rotonde" di cemento e di mattoni, come, già il Santuario, ma qui geometricamente contrapposte a croce.

La luce filtra in mezzo e dona aspetti cangianti secondo i punti di vista: di incredibile leggerezza e di massa potente.