madre speranza di gesù alhama valera,
fondatrice dei Figli e delle Ancelle
dell'Amore Misericordioso, serva di Dio.
Madre Speranza, primogenita di 9 fratelli, come risulta dai registri
parrocchiali, nacque il 29 settembre 1893 e fu battezzata nello stesso giorno; sui
documenti civili, invece, è riportata la data del 30 settembre, giorno in cui di fatto si
festeggiava il compleanno di Madre Speranza Le fu imposto il nome di María Josefa, forse
per attenzione alla nonna paterna che portava questo nome.
sommario
Infanzia - I primi anni della sua vita li passò, insieme alla
sua famiglia, nella "barraca" che il Sig. Antón el Morga aveva dato ai
genitori, José Antonio Alhama Palma e Mª del Carmen Valera Buitrago, viste le loro
precarie condizioni. Il padre era operaio agricolo avventizio e la mamma dedita ai lavori
domestici. Madre Speranza conobbe e condivise la povertà e la miseria della sua famiglia.
A quanto si racconta, un signore di nome Pepe Ireno, che aveva un podere vicino alla
"barraca" dove viveva la famiglia di Madre Speranza , impressionato dalla
sveltezza e dall'intelligenza fuori del comune della bambina, pensò che era una pena
lasciarla in tanta povertà, abbandono e miseria; convinse i genitori ad affidarla al
parroco di Santomera, don Manuel Aliaga, che viveva con due sorelle. Questi fu contento di
portarla a casa sua dove, oltre a ricevere una buona educazione, avrebbe potuto imparare
anche altre cose che, più tardi, le sarebbero state utili. La bambina si trasferì nella
casa del parroco, molto probabilmente, all'età di 6 o 7 anni.
In cambio di piccoli servizi, le due sorelle del parroco, Inés e María, aiutate dalla
Sig.ra María De Las Maravillas Fernández Serna e da una sua sorella religiosa, Carmen,
si incaricarono di dare alla bambina un po' di istruzione e di cultura, oltre che di
insegnarle i lavori domestici. Non frequentò mai la scuola e tutta la sua cultura la
acquisì a casa del parroco, dove rimase fino al 15 ottobre 1914, giorno in cui partì per
farsi religiosa.
E' da supporre che si accostò ufficialmente per la prima volta alla comunione all'età di
dodici anni, come era prassi in quell'epoca. Abbiamo parlato della prima comunione
ufficiale perché la bambina, all'età di otto anni, usando uno stratagemma, riuscì, come
ella stessa direbbe, a "rubare" Gesù. Infatti, una mattina, essendo assente il
parroco, era venuto a celebrare un sacerdote che non la conosceva; si tenne pronta e, al
momento della comunione si portò alla balaustra e fece la sua prima comunione, dopo aver
preso una tazza di caffè-latte con cioccolato! Fu tale la gioia di questo incontro con il
"buen Jesús" che, da quel giorno, non osava nemmeno saltare alla corda per il
timore di disturbarlo. Questo episodio, nella sua ingenuità, dimostra l'amore che Madre
Speranza, fin da bambina, aveva per Gesù, tanto che fin da allora lo invitò a rimanere
con lei, preoccupandosi di fargli costantemente compagnia, di non lasciarlo mai solo e di
non dimenticarlo mai durante la giornata.
Sulla vita che Madre Speranza condusse da giovane si conoscono pochissime cose; si sa, tra
l'altro, che qualche volta faceva visita ai genitori, aiutando la mamma nelle faccende e
che era stimata per la sua simpatia e per la sua bontà.
[ Sommario ]
La vocazione religiosa - Certamente l'ambiente in cui
Madre Speranza trascorse la sua infanzia ed adolescenza favorì il formarsi in lei di un
profondo senso religioso e del proposito di consacrarsi a Dio. Nel desiderio di rispondere
alla chiamata del Signore, Madre Speranza fece la sua prima esperienza di vita religiosa
presso una comunità di suore dedite all'assistenza dei malati. Essendo rimasta
impressionata dalla poca carità usata verso i moribondi, prima che le si facesse "il
cuore duro", decise di andarsene ed abbandonò l'Istituto.
Questa esperienza non poteva certamente appagare quella sete d'amore e di bene che Madre
Speranza sentiva nel suo cuore, non poteva neanche conciliarsi con quella radicalità di
donazione che, più tardi, dimostrerà con la sua scelta. La negatività della prima
esperienza non la farà retrocedere nel cammino e, all'età di 21 anni, entrerà in un
convento di semiclausura, dedito all'insegnamento delle bambine povere.
Consigliata forse dal parroco, Don Manuel Aliaga, o dal Vescovo di Cartagena-Murcia, che
ella conosceva bene, decise di entrare in un convento di clausura di Villena, lontano da
Santomera più di 100 km. Il 15 ottobre 1914, festa di Santa Teresa d'Avila, con il
desiderio di divenire come lei una grande santa, Madre Speranza lasciò Santomera
accompagnata da suo padre e dal fratello Juan e si trasferì nel convento di Villena.
Madre Speranza iniziò la sua formazione religiosa in vista dei voti che emise il 15
agosto 1916, assumendo il nome di "Esperanza de Jesús Agonizante".
L'Istituto delle Figlie del Calvario, era stato fondato nel 1863 a Seo de Urgel (Lérida),
da una giovane chiamata Esperanza Pujol e si dedicava all'educazione ed istruzione di
bambine povere. Dove sorgeva il convento di Villena c'era una cappellina, forse del 1700,
chiamata "El Calvario" o "Las Tres Cruces"; da questa prese nome anche
il Monastero. La vita del convento era caratterizzata da una intensa contemplazione della
Passione di Gesù. Si conservavano in esso "Los pasos de semana santa", che
certamente erano oggetto di culto per le religiose e le bambine accolte.
Madre Speranza, oltre alla enorme povertà materiale, trovò nella comunità anche
mancanza di carità e una certa rilassatezza, dovute forse al fatto che era una comunità
di sette suore molto anziane. La vita nel convento di Villena non doveva essere molto
facile: "...la vida de sacrificio y penitencia que practicaban atemorizaba a las
jóvenes que solicitaban su admisión". Questa affermazione che ritroviamo nel libro
di cepeda f.a., La Sierva de Dios M. Mª Antonia París, Madrid 1928,
p. 300, può aiutarci a comprendere quali furono gli ideali che, fin dall'inizio,
spinsero Madre Speranza, la quale si mostrò desiderosa di raggiungere la santità,
innamorata, intraprendente, sensibile alle necessità dei più poveri, attiva ed impegnata
in un cammino ascetico impostato con molto coraggio e decisione.
Di fronte alle incerte prospettive dell'Istituto, "Las Hijas del Calvario",
grazie all'appoggio di Padre Juan Oteo, cmf, cominciarono a pensare di unirsi alle
"Misioneras Claretianas"; un Istituto fondato a Santiago de Cuba il 25.8.1855
dallo zelante Vescovo S. Antonio Mª Claret e dalla M. Mª Antonia París per il
ministero dell'educazione cristiana.
Dal momento che il Vescovo Antonio Mª Claret aveva appoggiato e promosso la fondazione
delle Figlie del Calvario, alla comunità di Villena piacque la prospettiva dell'unione
con un Istituto da lui fondato e incaricarono per le trattative Madre Mercedes Vilar Prat
e Madre Speranza In data 30 luglio 1921, la Congregazione dei Religiosi accettò l'istanza
con la quale le religiose di Villena chiedevano l'unione con le Religiose di Maria
Immacolata, affidando l'esecuzione della suddetta unione all vescovo di Cartagena-Murcia,
Mons. Vicente Alonso Salgado. Dopo un corso di esercizi spirituali, il 19 novembre cincque
suore vestirono il nuovo abito e due giorni dopo emisero la professione perpetua nelle
mani della priora generale delle religiose di Mª Immacolata. Madre Speranza, divenuta
Claretiana, prese il nome di Sor Mª Esperanza de Santiago.
Madre Speranza visse nove anni tra le Religiose di Mª Immacolata e in questo tempo svolse
diversi uffici: sacrestana, portinaia, assistente delle bambine, economa,
"procuradora". I primi cinque anni Madre Speranza li visse nella normalità di
una intensa vita religiosa; gli ultimi quattro furono travagliati e sofferti anche perché
fenomeni non comuni attirarono l'attenzione delle Madri Claretiane e dei Padri Claretiani,
creando una certa divisione all'interno delle Congregazioni. Madre Speranza divenne causa
di interesse anche di altre personalità in vista, sia della Spagna che di altre nazioni.
Probabilmente proprio per tali divergenze, Madre Speranza fu sempre affidata alla guida
dei più prestigiosi direttori di anime di quell'epoca, primo fra tutti il Padre Antonio
Naval, quindi il fratello Padre Francisco Naval, Padre Juan Postíus. Seguirono molto da
vicino la vita di Madre Speranza anche Padre Felipe Maroto cmf, ed altri noti canonisti e
teologi.
Il 30 novembre 1921, dopo appena nove giorni dalla sua professione come Claretiana, Madre
Speranza ebbe il suo primo trasferimento alla casa di Vicálvaro-Madrid. La vedremo poi a
Vélez-Rubio (Almería), e di nuovo a Madrid in Calle Toledo e Calle del Pinar.
In questo tempo, Madre Speranza fu fortemente provata nella salute: la sofferenza non
le diede tregua tanto da condurla alle porte della morte. A partire dal 1922 si può dire
che per tutta la vita il Signore abbia chiamato Madre Speranza a partecipare più da
vicino alla sofferenza con tante e svariate malattie che in diverse circostanze la
condurranno al punto di morte. In questo travagliato e sofferto periodo, a detta di molti
testimoni, Madre Speranza non trascurò di cogliere l'occasione per unirsi sempre più al
Signore e per essere di esempio e di edificazione con la sua pazienza, mortificazione,
carità e sottomissione ai medici.
E' di questi anni anche il nuovo esperimento che le Claretiane stavano tentando: in
collaborazione con la "Junta de Señoras", che ebbe il merito di dare
un'educazione gratuita a più di dodicimila bambini e bambine, si organizzò, in Calle
Toledo, un collegio che potesse accogliere bambine povere. Questo esperimento fu proposto
e pilotato da Madre Speranza che desiderava esprimere concretamente l'attenzione e
l'accoglienza ad ogni bisognoso, a chi non aveva da mangiare, a chi era infermo e solo.
Tale iniziativa fu appoggiata da Madre Pilar Antín, dal Consiglio generale rmi ed
incoraggiata dal Vescovo di Madrid, Mons. Leopoldo Eijo y Garay. Dopo pochi anni, per una
serie di divergenze tra Madre Speranza e la "Junta de Señoras", si andò
maturando l'idea di lasciare Calle Toledo per avere una casa propria dove poter svolgere
liberamente, senza restrizioni, la missione verso i poveri. Con la sola fede nella Divina
Provvidenza e nella promessa del Signore che, se Doña Angelina (Presidente della
"Junta") non le apriva una porta, Lui le avrebbe aperto una casa, Madre Speranza
si lanciò con tutta se stessa per portare a compimento questa ispirazione. Si cominciò
quindi a preparare una nuova esperienza, sempre in Madrid. Con il consenso della Madre
generale ed il consiglio di Padre Antonio Naval, che riteneva la fondazione opera di Dio,
il 23 febbraio 1929 fu ufficialmente inaugurato dal Vescovo il collegio di "Nuestra
Señora de la Esperanza", in Calle del Pinar 7.
Madre Speranza si dedicò a quest'opera con tutte le sue forze, senza risparmiare nulla di
sé. Ma, con il passare del tempo, andò percependo sempre più chiaramente, grazie anche
all'aiuto del suo padre spirituale, che Dio desiderava un'Opera di maggior respiro, più
dilatata e con più ampi orizzonti. In questo periodo Madre Speranza, mentre portava
avanti un progetto di riforma all'interno del suo Istituto, percepì di essere chiamata
non tanto a proporre una riforma nell'ambito delle Claretiane - sia pure con alcune
deroghe alle Costituzioni - ma ad impegnarsi per realizzare la fondazione di due nuove
Congregazioni, una femminile e l'altra maschile: le Congregazioni delle Ancelle e dei
Figli dell'A.M..
La decisione di inoltrare a Roma la domanda di separazione dall'Istituto, appoggiata per
altro dallo stesso Vescovo, scatenò numerose difficoltà all'interno delle Claretiane
che, in questa petizione, vedevano una minaccia all'integrità dell'Istituto dato che
diverse Suore erano disposte a sottoscrivere la loro adesione alla nuova fondazione. A
seguito di un increscioso episodio, la Serva di Dio fu dichiarata apostata e trattata come
tale. Questa, ascoltato il parere di Padre Francisco Naval cmf, visto il violento
evolversi della situazione, decise di chiedere la dispensa dai voti.
[ Sommario ]
La nuova fondazione di Ancelle dell'a.m. come associazione civile -
Nella povertà più assoluta, in un appartamento di Calle Velázquez 97, la notte di
Natale del 1930 ha inizio, in forma privata, la nuova fondazione delle Ancelle dell'A.M..
Non potendo fondare una Congregazione religiosa, il 14 gennaio, Madre Speranza chiese ed
ottenne l'iscrizione nel Registro Civile, con il nome di "Asociación de Esclavas del
Amor Misericordioso".
Nell'aprile del 1931 poté aprire il primo Collegio, sempre in Madrid, e a questo
seguiranno, con un ritmo impressionante per una Associazione appena sorta, numerose
fondazioni in altre parti di Spagna, con l'unico fine di annunciare l'A.M. attraverso
l'esercizio della carità. Convinta che l'ignoranza poteva essere facile pretesto per
introdurre qualunque ideologia, corse sempre e dovunque ci fosse necessità per rispondere
al grande bisogno della Spagna di quel tempo: l'analfabetismo. Si dedicò anche ad
assistere malati bisognosi a domicilio e ad accogliere anziani ed handicappati. Allo
scoppio della guerra civile (1936) l'Associazione già contava nove case. In ognuna di
esse, Madre Speranza voleva regnasse una particolare attenzione ai più poveri, a quelli
che non potevano pagare, ed un clima di vera famiglia dove il cibo delle suore non poteva
essere diverso da quello dei bambini e, se c'era qualcosa di più buono, era per questi
ultimi.
[ Sommario ]
L'associazione di ancelle dell'a.m. diviene congregazione di
diritto diocesano - Il 6 gennaio 1935 l'Associazione fu accolta sotto la sua
protezione dal Vescovo di Vitoria, Dr. Mateo Múgica che eresse l'Associazione a
Congregazione di diritto diocesano. Da questo momento la nuova fondazione di Madre
Speranza si chiamerà: Congregazione delle Ancelle dell'A.M.
Nel maggio del 1936, Madre Speranza, insieme alla Sig.na Pilar de Arratia, insigne
benefattrice della Congregazione, venne a Roma dove prese in affitto una casa in una delle
zone più povere, via Casilina 222, di proprietà delle Suore di Namur.
Gli anni che seguirono furono tra i più sofferti. L'aperta opposizione nei confronti
della nuova fondazione scatenata dai Vescovi e Sacerdoti di Spagna non si era mai fermata.
In questi anni, dal 1936 al 1941, detta opposizione incontrò un terreno propizio e
favorevole per scatenare una forte lotta all'interno stesso dell'Istituto, fra alcuni
membri di esso. Questi arrivarono a desiderare e provocare la rimozione di Madre Speranza
dal Governo della Congregazione, ritenendola intransigente ed eccessivamente dura nel modo
di impostare per sé e per gli altri la vita religiosa. Fu accusata di aver mancato a
tutti e dieci i comandamenti, furono inventati fatti e diffusi scritti infamanti. Madre
Speranza si vide ancora una volta sola con la netta percezione che questa volta si stava
tentando di distruggere quello che lei aveva di più caro e per cui aveva speso la vita:
la sua "amata Congregazione". Le accuse, inviate alle Autorità ecclesiastiche,
furono tali da obbligare il Nunzio apostolico ed il Santo Officio a dover intervenire.
Il 6, 7 e 8 agosto del 1940 Madre Speranza fu chiamata una prima volta dal Santo Officio a
rispondere sulle accuse rivoltele, sulla ortodossia della dottrina dell'A.M., sulla sua
condotta e sulla veridicità e natura di particolari fenomeni attribuiti alla sua persona.
In data 10 aprile 1941 il Santo Officio accolse la Congregazione sotto la sua protezione
affidandone la direzione al Vescovo di Tarazona; pur lasciando a Madre Speranza il titolo
di Superiora generale e la possibilità di formare le suore, affidò alla Vicaria generale
il governo della Congregazione. Madre Speranza accolse il provvedimento con spirito di
sottomissione e di obbedienza e a questo esortò anche le sue figlie.
Fu destinata alla casa di Roma dove lavorò come una religiosa qualsiasi della Comunità:
"La Madre sta come sempre - scrive Mª Pilar de Arratia -, alcuni giorni meglio,
altri meno; appena si sente benino lavora nell'orto come un operaio, fino a che non ricade
inferma. Sua continua preoccupazione sono le sue Figlie e che esse si facciano
sante".
Durante la seconda guerra mondiale, libera dal governo della Congregazione e libera dalle
accuse, fece risplendere il suo spirito di abnegazione nel diffondere la Misericordia di
Dio. Avviò un laboratorio di taglio e cucito, portato avanti solo dalle sue suore, per
poter rispondere con più generosità a chi si trovasse nel bisogno e per poter accogliere
gratuitamente un maggior numero di bambini poveri. Erano anni di timore, di paure, di
bombardamenti, di fame. Madre Speranza si prodigò in ogni modo: accolse rifugiati
politici, nascose ed assitette nei sotterranei della casa soldati fuggiti dal fronte, si
preoccupò di dar da mangiare a chi non aveva niente. Fidando della Provvidenza, aprì una
mensa dove arrivò ad accogliere oltre mille persone al giorno. In questi anni sorsero, in
Italia, nuove e numerose fondazioni. Nel 1950, le suore mostrarono la loro generosa
disponibilità ed abnegazione per accogliere oltre cinquecento pellegrini al giorno, che
venivano a Roma per l'Anno Santo; riflesso di quella disponibilità infinita con la quale
Dio sempre ci accoglie.
[ Sommario ]
La fondazione dei figli dell'amore misericordioso e la sua
passione per i sacerdoti - Fin dal dicembre del 1927, Madre Speranza si sentì chiamata da
Dio ad offrirsi vittima di espiazione per i peccati commessi dai sacerdoti del mondo
intero e perché fossero santi.
Il 15 agosto 1951, nella Cappella della Casa generalizia delle Suore, a Roma, nacque la
Congregazione dei Figli dell'A.M., con la missione di annunciare l'A.M. e di aiutare e
sostenere i sacerdoti del clero secolare, fomentando l'unione con questi.
Per i sacerdoti volle che tutte le Case della Congregazione fossero la loro casa, dove
ognuno potesse recarsi a pieno diritto come a casa sua, senza pagare il pranzo o la
permanenza.
Per i sacerdoti vincolò la missione dei Figli dell'A.M. che potranno dedicarsi a
qualunque attività e a qualunque servizio apostolico sempre "uniti" ai
sacerdoti.
Per i sacerdoti del clero secolare propose una forma nuova di appartenenza alla
Congregazione dei Figli dell'A.M. che, pur lasciandoli a totale servizio delle proprie
diocesi, li considera, a pieno diritto, membri della Comunità.
Il 18 agosto 1951, a tre giorni dalla nuova fondazione, Madre Speranza si trasferì a
Collevalenza, piccolo paese dell'Umbria, per aprire una Comunità di Ancelle e la prima
Comunità dei Figli dell'A.M.. I Figli trovarono alloggio nella casa parrocchiale e le
Suore nella casa Valentini. Diede così inizio ad una nuova ed originale forma di vita
religiosa che è la Famiglia dell'A.M.: Fratelli e Sorelle, figli della stessa madre, con
lo stesso spirito, lo stesso carisma ed il compito di testimoniare ed annunciare al mondo
l'A.M. e di aiutarsi mutuamente nella reciproca santificazione. Da questo momento
Collevalenza diventò il centro di questo annuncio che Figli ed Ancelle, nel tempo,
porteranno anche in altri luoghi con nuove fondazioni: Spagna, Italia, Germania, Brasile.
In questo tempo, e precisamente nel Capitolo generale del 1952, rimossa definitivamente
dalla Santa Sede la proibizione a Madre Speranza di avere il Governo della Congregazione
(toltale nel Capitolo del 1946), fu riconfermata all'unanimità Madre generale delle
Ancelle dell'A.M. e lo rimarrà fino al 1976, quando sarà nominata Madre generale ad
onorem.
Gli anni 60 furono, per Madre Speranza, anni di grandi prove e sofferenze che vennero
proprio dall'interno della sua "amata Congregazione" da parte di alcune sue
figlie che non seppero vedere nella nuova Opera del Santuario un piano di Dio, che
temettero che Madre Speranza stesse "tradendo" il fine della Congregazione e
stesse disattendendo la cura della medesima. Questo costò l'abbandono in massa di oltre
una quarantina di suore, con la minaccia da parte di queste di una scissione della
Congregazione stessa.
Nonostante queste prove e sofferenze, durante questi anni, la Chiesa, il 5 giugno del
1970, diede il conforto del "Decretum Laudis" per la Congregazione delle
Ancelle; il 22 settembre 1976, approvò il nuovo ramo di Ancelle dell'A.M. chiamate ad
inserirsi nei diversi ambienti di lavoro, senza alcun segno esterno di consacrazione; il
18 agosto 1982 l'approvazione Pontificia per i Figli.
[ Sommario ]
Il santuario dell'amore misericordioso - Madre Speranza dagli
anni 50 cominciò a concretizzare il progetto che già nel maggio 1949 aveva compreso
essere volontà di Dio: la costruzione di un Santuario dedicato all'A.M. e delle opere
annesse.
Presso il Santuario Madre Speranza consumò la sua vita, fino alla fine, essendo l'anima
dell'annuncio dell'A.M. in questo Tempio. Questa fu la sua ultima "missione" o,
meglio, "la sua missione", la sua opera definitiva. In questo luogo fu
"flauta" che suona (come era solita definirsi) e anima che si consuma per far
conoscere a tutti che Dio è un Padre che ama, perdona, dimentica e non tiene in conto i
peccati dei suoi figli quando li vede pentiti. Ogni giorno riceveva dalle cento alle
centoventi persone, una per una, ascoltando, consolando ed infondendo speranza in tutti.
In una sua orazione composta per il Santuario, pregava: "Fa, Gesù mio, che a questo
Santuario vengano persone dal mondo intero, non solo con il desiderio di guarire nel corpo
dalle malattie più dolorose e strane, ma per curare la propria anima dalla lebbra del
peccato mortale ed abituale... e fa, Gesù mio, che tutti vedano in Te non un giudice
severo ma un Padre pieno di amore e di misericordia che non tiene in conto le debolezze
dei suoi figli, le dimentica e le perdona".
Il 22 novembre 1981 fu una giornata di gioia indefinibile per Madre Speranza e per
Collevalenza per la venuta al Santuario del Santo Padre il Papa Giovanni Paolo II che ebbe
modo di incontrare anche Madre Speranza Il 17 aprile 1982 il Santuario ottenne il
riconoscimento a "Basilica minore".
[ Sommario ]
La morte - Presso il Santuario, Madre Speranza fissò la sua
residenza e qui visse fino al giorno della sua morte: 8 febbraio 1983. Aveva lasciato
scritto questo suo desiderio: "Supplico i miei Figli e le mie Figlie che, di comune
accordo, mi vogliano concedere una grazia da me tanto desiderata e precisamente: se il
buon Gesù mi concede di poter consumare la mia vita qui, vicino al Suo Santuario, io
vorrei che Voi lasciaste i resti di questa povera creatura il più vicino possibile a
questo Santuario perché desidero che si consumino vicino ad esso come fortunatamente si
sta consumando tutta la mia vita a servizio del medesimo". La sua salma è tumulata
nella Cripta del Santuario dell'A.M. per la benevolenza della Chiesa e per il
riconoscimento da parte dello Stato italiano delle particolari benemerenze di Madre
Speranza
[ Sommario ]
La missione - All'età di dodici anni, come raccontò la stessa
Madre Speranza, avvenne un episodio che vedeva protagonista Santa Teresa del Bambino Gesù
e che influì in un modo determinante nella sua spiritualità e diede un indirizzo alla
sua vita. Questa la esortò ad impegnarsi per diffondere nel mondo la devozione dell'A.M.,
come anche lei aveva fatto in tutta la sua vita.
Ormai religiosa, probabilmente dalla seconda metà degli anni 20, Madre Speranza
collaborò con il Padre Juan Gónzalez Arintero per la devozione all'A.M. che si stava
diffondendo nel mondo. Per Madre Speranza questa fu un'esperienza vitale, che segnò e
diede l'impronta a tutta la sua esistenza e alla sua missione. Ma anche per lei sarà un
graduale cammino, al quale il Signore la spronerà perché diventi sempre più trasparenza
del suo amore e della sua misericordia, come ella stessa scrisse nel suo diario il 7
febbraio del 1928. Per mantenere l'anonimato anche Madre Speranza firmò i suoi scritti
con lo pseudonimo "Sulamitis". Per il Padre Arintero e Madre Speranza,
creature scelte dal Signore per divulgare la devozione e la dottrina dell'A.M., non si
trattò certamente di inventare una dottrina nuova, ma di raccogliere la preziosa eredità
di tanti altri che, nel corso dei secoli, furono chiamati dal Signore a preparare, per
questi nostri tempi, una particolare rivelazione della misericordia di Dio. Emerge da
tutto questo una idea dell'infinito amore di Dio per l'uomo che, nel suo provvidenziale
disegno di salvezza, grazie alla generosità di tante creature, nel corso dei secoli, è
andato annunciando la manifestazione della sua infinita misericordia.
Luogo privilegiato per questo annuncio rimarrà per Madre Speranza e per l'intera Famiglia
religiosa il Santuario dell'A.M. di Collevalenza.
Ancora oggi Madre Speranza continua ad essere annuncio per le migliaia di pellegrini che
arrivano a Collevalenza da ogni parte. Padre Bartolomeo Sorge sj così sintetizza la nuova
"missione" di Madre Speranza e della sua Famiglia Religiosa: "Davanti a
quella tomba, non mi stanco di guardare al di là di ciò che rappresenta, perché vedo in
essa il simbolo del futuro cammino della Chiesa. Quella tomba sintetizza mirabilmente il
legame tra il carisma di Madre Speranza e la storia dei tempi nuovi. Perché? Arrivando a
Collevalenza noi ammiriamo questa grande Basilica; è bella, è degna della gloria di Dio,
immagine della Chiesa protesa verso il Cielo, una Chiesa dove gli uomini vanno e vengono
in gran numero; è accogliente, aperta al mondo, nuova, nella quale tutti si sentono come
in famiglia, accolti dai Figli e dalle Ancelle dell'A.M. attraverso un servizio sorridente
e delicato. Ammiriamo questo tempio, questo "trionfo" come diceva Madre
Speranza, e non ci rendiamo conto di che cosa sta succedendo nella Cripta.
"Cripta", per definizione, si intende il luogo più nascosto, più basso di
tutto l'edificio... Nella Cripta, nel luogo più nascosto, due metri di terreno si
sollevano, così come il chicco di grano che, gettato a terra, la muove e la solleva. Si
guarda il campo sconfinato, grande, senza orizzonte, e non si vede che la terra si solleva
un po'. E' un chicco di grano piccolo, nascosto nella Cripta, nella base della Chiesa di
Dio, che rimuove la terra e annuncia la nuova spiga, la Chiesa dei nostri tempi".
[ Sommario ]
Il processo di canonizzazione
- 8 febbraio 1983 Giorno della morte di Madre Speranza.
- 24 aprile 1988 Apertura del Processo diocesano nella diocesi di Orvieto-Todi.
- 11 febbraio 1990 Chiusura del Processo diocesano nella diocesi di Orvieto-Todi.
- 12 giugno 1992 A Roma la Congregazione delle Cause dei Santi concede il Decreto di
validità giuridica degli atti del Processo Diocesano.
- 12 giugno 1993 Consegna alla Congregazione delle Cause dei Santi della Positio sulla
vita e le virtù di Madre Speranza.
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ultimo aggionamento 05 maggio, 2005