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Domenica 22 novembre 1981: un bacio, un programma
Il 22 novembre 1981, Giovanni Paolo II venne in visita presso il Santuario dell’Amore Misericordioso per ringraziare la misericordia di Dio che lo aveva preservato, per intercessione della Vergine Santa, dalla morte nell’attentato, e annunciare nuovamente il contenuto principale dell’enciclica che aveva scritto soltanto un anno prima: Dives in misericordia.
Dopo la sua morte, vogliamo ereditare, come nostra specifica missione, la Parola della misericordia che Dio Padre ha pronunciato, che Gesù ha incarnato, che lo Spirito ha soffiato nei nostri cuori, resi capaci di un così grande annuncio.
Non possiamo ignorare che, nonostante un incontro ufficiale fra Giovanni Paolo II e Madre Speranza non fosse previsto, l’incontro è provvidenzialmente avvenuto, e il Santo Padre ha potuto “baciare” la fronte della Madre ormai anziana e malata. Baciarle la fronte, come avrebbe fatto un padre, o un fratello; baciare la sua persona, vittima d’amore anche per la sua salute, baciare la sua opera, lo stesso programma di vita: Tutto per Amore di Gesù Cristo…
Il vicario di Cristo rivelava sempre più chiaramente il messaggio della misericordia con segni e gesti visibili, un messaggio da rileggere e fare nostro, insieme al nostro Papa Benedetto, che con coraggio sta percorrendo le stesse sante orme del suo predecessore.
Il vicario di Cristo Giovanni Paolo ha già approvato le virtù eroiche di Madre Speranza, ma noi confidiamo ancora nel “bacio” che suggella definitivamente il programma di vita che la Madre ci ha lasciato, il bacio della sua beatificazione.
Quel giorno, tutta la Chiesa di Cristo potrà conoscere il messaggio della misericordia anche con le parole di Madre Speranza: “Gesù aumenta a dismisura il suo amore quanto più l’uomo diventa miserabile”1. Non vogliamo fare protagonismo, ma aiutare la Chiesa nella fedeltà alla sua vocazione di testimone e garante della misericorda del Padre: “La Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia. La conversione a Dio è sempre frutto del “ritrovamento” di questo Padre, che è ricco di misericordia”2.
In attesa di quel giorno, ci mettiamo anche noi “piccoli” sulle orme autorevoli di alcuni discepoli3 e maestri dell’amore misericordioso: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Madre Speranza.
Dio ricco di misericordia4
“Che sarebbe l’uomo se non avesse il supremo suo fondamento in Dio? Che sarebbe di lui, se non ci fosse per lui, su nel Cielo, un Padre che lo segue e lo ama con la generosità della sua provvidenza? Che sarebbe di lui peccatore, se non potesse contare sulla certezza di avere in questo stesso Padre colui che sempre lo comprende e lo perdona con la generosità della sua misericordia?”5.
Chi sarebbe l’uomo… senza Dio? Che cosa sarebbe ora se non fosse stato redento?
Questa è “la domanda” che ha reso intrepido e inquieto il cuore di Giovanni Paolo II, la sua costante preoccupazione, il programma del suo ministero: “il compito fondamentale della Chiesa di tutte le epoche e, in modo particolare, della nostra, è di dirigere lo sguardo sull’uomo, di indirizzare la coscienza e l’esperienza di tutta l’umanità verso il mistero di Cristo, di aiutare tutti gli uomini ad avere familiarità con la profondità della Redenzione, che avviene in Cristo Gesù”6. “Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”7.
L’uomo, peccatore redento e misericordiosamente amato da Dio, è stato per Giovanni Paolo II la via privilegiata per pascere nel modo migliore il gregge che Cristo gli ha affidato, nella svolta epocale di fine-inizio millennio.
All’uomo il Papa ha rivolto con chiarezza un messaggio che potrebbe suonre così: Oh uomo, riconosci il tuo profondo e insaziabile desiderio di Dio. Per capire te stesso devi avvicinarti a Cristo8. Tu che credi di dominare la terra9, il tuo destino e la tua storia con la sola giustizia, o con l’impero di un progresso inarrestabile, con la violenza e guerre fratricide, proprio tu hai “bisogno di misericordia e di usare misericordia”10.
La sequenza de L’apprendista stregone, la più famosa del film Fantasia di Walt Disney11, ci dà un’immagine suggestiva del sogno umano di dominare il mondo. Topolino, indossando il cappello magico del potere, che il Mago aveva lasciato incustodito, prima di andare a riposare, dopo aver compiuto la sua magia, si addormenta sulla sedia e sogna…Si erge nell’universo su di un alto “pinnacolo”, e con le sue piccole dita è capace di controllare nubi, stelle, pianeti, meteore, oceani… tutto lo spazio si anima sotto di lui e diviene teatro delle sue ardite esibizioni…
Ma quel potere che sognava di tenere in mano, gli sfugge quando la scopa da lui animata sta ormai inondando d’acqua il sotterraneo… Deve intervenire il Mago, figura della Sapienza, che calma e divide le acque con “cinque cenni della sua mano”… Lui sì che è onnipotente! Il piccolo Topolino lo guarda con timore, abbozzando un sorriso colpevole. Il Mago ha uno sguardo serio e severo, ma prima di assestare a Mickey un “sonoro” colpo di scopa, che si accorda perfettamente sulle ultime note di Paul Dukas,… si concede una rapida occhiata divertita, segno del suo perdono.
Topolino rappresenta ogni uomo e il Sapiente può essere immagine, anche se limitata, del Creatore.
Il Creatore ha pietà della sua creatura, del suo piccolo e vanesio apprendista. Gli mette in mano le sorti del mondo… ma certamente non approva il suo tentativo di auto-distruzione.
Per questo interviene con la potenza del suo amore.
“L’uomo non può vivere senza amore”12.
L’amore vero non si ferma di fronte al peccato e alla morte, alla sete di potere incontrollato, che attanagliano e distruggono il cuore dell’uomo.
L’amore vero è Dio. “Dio è amore”13.
La verità dell’amore sarebbe rimasta inaccessibile, se Dio non l’avesse rivelata: “la rivelazione dell’amore e della misericordia ha nella storia dell’uomo una forma e un nome: si chiama Gesù Cristo”14.
Dives in misericordia, cioè “ricco di misericordia”, è “colui che Gesù Cristo ci ha rivelato come Padre”15.
Madre Speranza traduceva questo “concetto” con queste parole: “Sforziamo di far capire ai fratelli che Gesù è per tutti un Padre buono, che ci ama di amore infinito, senza distinzioni. L’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più emarginato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre”16.
Madre Speranza è un’anima semplice, che parla dall’esperienza: è stato tanto vero che Dio Padre e Gesù sono una cosa sola nella sua vita di fede, nel suo trasporto per l’amore misericordioso, che la paternità del Padre è stata facilmente attribuita a Gesù. Come avrebbe fatto Gesù a mostrarci il Padre, e noi come avremmo potuto vederlo, se Gesù stesso non ci avesse amato con lo stesso amore del Padre? Con un amore dai tratti paterni e materni?
Quando Gesù ha pregato: “Padre giusto,…ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”17, si riferiva a un rapporto intimo, materno e paterno che aveva stabilito con i suoi; a una conoscenza profonda della fedeltà e misericordia18, caratteristiche proprie del suo amore.
Abitare in lui non è come entrare nel suo seno? Essere generati dal suo amore? Nel suo grembo, ricco di misericordia per tutte le sue creature?
Se il Padre ha voluto “generare” altri figli nel Figlio suo Gesù per comunicare a noi la ricchezza del suo amore, la conoscenza della sua paternità sta al fronte di ogni nostra esperienza di Dio19. Inoltre, essa è legata al Figlio, che in se stesso rivela il Padre e il suo amore20.
Credo che, per quanto distorta dalle nostre personali vicende, ciascuno di noi abbia esperienza della maternità e della paternità, come fonte e radice della sua esistenza di uomo, di donna.
Noi figli siamo il segno visibile di un amore umano che non può essere diviso; “abbiamo” un padre e una madre, ma “siamo” l’unità di quel padre e quella madre che ci hanno generato. Dentro il fatto biologico, dovrebbe esserci amore fra un uomo e una donna; certamente c’è l’amore di Dio.
Per questo noi cattolici siamo contrari alla fecondazione artificiale, o come si dice nella Legge 40/2004 alla “Procreazione Medicalmente Assistita”: l’embrione è già oggi, in potenza, l’uomo e la donna che sarà domani… “In verità gli squilibri, di cui soffre il mondo contemporaneo, si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. […] Debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società”21.
Tante volte Giovanni Paolo II ci ha avvertito sulla gravità della nostra situazione. Anche nella Dives in misericordia ci comunica la preoccupazione per il declino dei valori fondamentali: “Il rispetto per la vita umana sin dal momento del concepimento, il rispetto per il matrimonio nella sua unità indissolubile, il rispetto per la stabilità della famiglia”22.
Cerchiamo, per quanto possibile, di arginare l’onda di disprezzo che investe la vita, che macchia la paternità e la maternità dell’uomo. La durezza del cuore umano ha permesso la legge del divorzio, già ai tempi di Mosè, ma Gesù ci ricorda che in principio non era così.
Il principio sommo della vita è Dio. La paternità e maternità non sono comprensibili nella loro autenticità, se non in riferimento a Dio Padre e Madre, a Dio datore di vita.
Anche Dio, nel Figlio, ha vissuto l’esperienza della generazione divina.
Anche Gesù è stato embrione, è stato bambino.
In Lui si manifesta la tenerezza del cuore paterno e materno di Dio.
“In Cristo e mediante Cristo diventa anche particolarmente visibile Dio nella sua misericordia […] Egli stesso è, in un certo senso, la misericordia”23.
Non dobbiamo scoraggiarci: la nostra miseria non può fermare la misericordia. Semmai è la miccia che innesca la sua diffusione: “Dio, Amore Misericordioso… vuole benigno elargire (derramar) le ricchezze della sua misericordia”24.
“Nel Verbo fatto carne avviene l’incontro definitivo della Misericordia divina con la miseria umana, da Lui assunta fino in fondo. In Lui ci viene rivelato il cuore misericordioso del Padre”25.(Continua)
1 M. Speranza di Gesù, Consigli pratici, Collevalenza (PG) 2004, 49.
2 DM 13.
3 “In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste quese cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”” (Mt 11,25). La nota j della Bibbia TOB chiarisce che “in Mt i piccoli sono i discepoli (Mt 10,42)…”. Bibbia TOB , Torino 1992, 2209.
4 “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia siete stati salvati” (Ef 2,4).
5 Giovanni Paolo II, Parole del Santo Padre Giovanni Paolo II all’arrivo presso il Santuario dell’Amore Misericordioso, Collevalenza (PG), 22 novembre 1981, festa di Cristo re.
6 RH 10.
7 GS 22.
8 Cf. RH 10.
9 Cf. DM 2.
10 G. Concetti, ed., Dio, ricco di misericordia, Roma 1980, E. Mariani, Dalla “Redemptor hominis” alla “Dives in misericordia”, 9-18, 13.
11 La sequenza è basata sulle note del concerto del compositore francese Paul Dukas, a sua volta ispirato da un’antica leggenda che il grande Goethe ha tradotto in uno dei suoi poemi. Il film di Walt Disney risale al 1940.
12 RH 10.
13 1 Gv 4,8.16.
14 RH 9.
15 DM 1.
16 M. Speranza di Gesù, Consigli pratici, Collevalenza (PG) 2004, 40.
17 Gv 17,25a.26.
18 Cf. Bibbia TOB, 2465.
19 Cf. Madre Speranza di Gesù, Novena all’Amore misericordioso, primo giorno.
20 Cf. DM 1.
21 GS 10; DM 10.
22 DM 13.
23 DM 2.
24 Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, Tutto per Amore. Costituzioni, Collevalenza (PG) 1983, art. 1, 19.
25 Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, Tutto per Amore. Costituzioni, Collevalenza (PG) 1983, art. 3, 21.
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ultimo aggiornamento
25 luglio, 2005