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P. Gabriele Rossi fam |
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5. La dedizione verso i bisognosi e i sofferenti
«Non rifiutare il sostentamento al povero,
e non essere insensibile con i bisognosi.
Non esasperare un uomo già in difficoltà,
e non rattristare un affamato» (Sir 4,1-2)
Animata dalla spiritualità dell’Amore Misericordioso, Madre Speranza ha perseguito innanzitutto una finalità di natura spiccatamente caritativa nei confronti di varie categorie di persone bisognose, avvalendosi a tale scopo della piena collaborazione della Famiglia Religiosa da lei fondata.
Questo suo interesse apostolico: ha affondato le radici nella sua esperienza personale di bambina povera, accolta ed aiutata da persone generose; si è definito meglio attraverso i primi tentativi assistenziali, realizzati nei due precedenti Istituti di appartenenza; si è alimentato con le indicazioni spirituali ed operative che il Signore stesso le ha offerto nel corso degli anni, in risposta alle diverse emergenze sociali del momento; e ha germogliato e fruttificato soprattutto per mezzo della sua Congregazione femminile.
Le Ancelle dell’Amore Misericordioso infatti sono nate la notte di Natale del 1930, in un contesto di estrema precarietà; e sono chiamate soprattutto ad alleviare le diverse forme di povertà materiale e morale che incontrano sul loro cammino, operando sempre con materna e laboriosa carità. E ciò – concretamente – nel campo dell’assistenza all’infanzia più abbandonata, agli handicappati, ai malati, agli anziani e ai bisognosi in generale...
In sintonia e in appoggio alle proprie Consorelle e senza nulla togliere al proprio impegno prioritario a favore del Clero, lo stesso ideale caritativo viene poi condiviso anche dai Figli dell’Amore Misericordioso, specie nel settore dell’assistenza ai giovani meno abbienti o più problematici.
L’opera caritativa di Madre Speranza è destinata certamente a prolungarsi nello spazio e nel tempo con lo sviluppo della sua Famiglia Religiosa; la quale è tenuta ad agire stabilmente in fedeltà dinamica agli insegnamenti teorici e pratici della Fondatrice e alle esigenze del momento presente.
5a. La passione apostolica per i poveri
«Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede
ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?» (Gc 2,5)
Nella vita di Madre Speranza, la missione più propriamente caritativa si è espressa in modo chiaro e costante e si è tradotta in forma generosa e dinamica. Ne fanno fede alcune scene emblematiche, come per esempio: i pranzi gratuiti di Natale per gente povera e sola; l’accoglienza materna verso i bambini orfani o di famiglie bisognose; e la mensa popolare per gli sfollati di guerra e gli operai...
«La mia aspirazione sono stati sempre i poveri. Però quella casa (di via Toledo, a Madrid) era per bambine ricche. Ed era inutile che io dicessi che avremmo dovuto accogliere le bambine povere: non si ascoltava la mia richiesta. Ricorderò sempre una delle prove sofferte in quella casa... Mancava un mese per le feste di Natale (del 1927 o 1928) e io avevo il desiderio di dar da mangiare quel giorno a un buon numero di poveri... (Con i pochi soldi disponibili) comprai un po’ di carne, di olio e di frutta... La Superiora mi disse: "E con questo intendi sfamare i poveri? Al massimo basterà per un paio di persone!"... Alla fine arrivò il giorno di Natale; e già dalla mattina presto si formò una fila che non si vedeva la fine... Allora andai in Cappella e gli dissi: "Signore, io ti ho comprato una mostra simbolica; adesso vieni tu e dà da mangiare tu stesso a tutti questi poveri che hai condotto qui". E il Signore fu così generoso che non ci mancò nulla... Tra uomini e donne erano circa 400 persone... Stavano tutti mangiando, quando arrivò la padrona di casa: "Chi le ha dato il permesso di mettere qui tutta questa gente che sporca tutto? Questo lei lo potrà fare quando la casa sarà sua?". Allora mi rivolsi al Signore; ed egli mi disse: "Speranza, dove non possono entrare i poveri, non entrare neppure tu. Fuori da questa casa!". "E dove vado, o Signore?"».1
«Figlie mie, il Buon Gesù veglierà su tutte voi, sulla Congregazione e sulle sue Case. Ma voi dovete essere madri – molto madri – per questi poveri bambini; ed essere sicure che Lui vi difenderà da ogni pericolo. Però fate molta attenzione, come vere madri, ad assistere questi poveri bambini nella scarsità in cui verrete a trovarvi (per l’imminente guerra civile), dando a loro il necessario prima che a voi stesse. E non privatevi dell’abito religioso per nessun motivo, perché io vi posso assicurare che, fin quando i vostri corpi saranno protetti con la divisa delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, non vi succederà assolutamente nulla».2
«Il Buon Gesù mi ha detto: che (dopo la morte della Signorina Pilar) io debbo dedicarmi per completo a soccorrere tutti i bisognosi che, per questa crudele guerra (la seconda guerra mondiale), saranno molti; che non pensi più al lavoro delle camicie militari; che Lui farà in modo che non mi manchi il necessario per dare da mangiare a quanti si presenteranno a questa piccola Casa; e che impegni in questo servizio ai suoi poveri tutte le Figlie, perché Lui vuole che si veda che questo lavoro si fa non con i soldi della Pilar, ma con la sua Provvidenza e con la collaborazione delle sue Ancelle... (Alle mie obiezioni) Egli ha risposto: "Io ti prometto che (con questo lavoro) aumenterà nelle Figlie la fede e l’amore verso di me; e che si sentiranno contente, come contenti si sentirono i miei Apostoli quando si trattò di dare da mangiare a tutta quella moltitudine di gente che mi stava seguendo senza preoccuparsi affatto del mangiare e del bere"».3
5b. La missione prioritaria delle Ancelle
«Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare;
ho avuto sete e mi avete dato da bere» (Mt 25,35)
La missione prioritaria delle Ancelle dell’Amore Misericordioso è di tipo caritativo ed assistenziale nei confronti di diverse categorie di persone bisognose. Essa scaturisce da una esplicita ispirazione proveniente dal Signore; si nutre degli insegnamenti teorici e pratici della stessa Madre Fondatrice; e si esprime tramite apposite formulazioni normative, approvate ufficialmente dalla Santa Sede.
«Nel mese di maggio del 1929, compresi che il Buon Gesù voleva che si realizzasse la fondazione di una Congregazione, chiamata Ancelle dell’Amore Misericordioso, per aprire Collegi ed educare in essi orfani e poveri, figli di famiglie numerose e di classi modeste della società; facendo in modo che queste famiglie collaborassero al sostentamento dei propri figli secondo le loro possibilità; ed inoltre Collegi per bambini e bambine anormali, come pure Case di accoglienza e Ospedali per ogni classe di bisognosi; togliendo da queste strutture tutto ciò che potesse avere carattere di ricovero; e facendo in modo che le Religiose consumassero gli stessi alimenti dei bambini... Così pure compresi che in questi Collegi i bambini dovessero avere una solida educazione; e quelli che per la loro intelligenza ne fossero capaci, potessero accedere agli studi superiori, perché questo generalmente non è alla portata dei poveri...».4
«Figlie mie, i nostri Collegi debbono essere sempre un rifugio per i bisognosi; e in tutte le Case della nostra amata Congregazione dovrebbero essere esposte queste consolanti parole: "Chiamate, poveri, e verrete soccorsi; chiamate, afflitti, e verrete consolati; chiamate, malati, e verrete assistiti; chiamate, orfani, e nelle Ancelle dell’Amore Misericordioso troverete sempre le vostre madri"».5
«Noi, Ancelle dell’Amore Misericordioso, dobbiamo essere davanti agli uomini segni di bontà e di grazia e riflesso dell’amore crocifisso e risorto... Pienamente convinte che i più bisognosi sono "i beni più cari di Gesù", ci impegniamo ad aver cura di chiunque viene a chiederci aiuto, pace e conforto. "Siate madri dei poveri, ricordando che il cuore della mamma con facilità propende per il figlio più incapace e sventurato; sono per lui, di solito, le espressioni dell’affetto più vero e della premura". In un autentico clima di famiglia dobbiamo identificarci con i poveri, sentendoci corresponsabili del male che essi potrebbero fare qualora non mettessimo in opera tutto ciò che la capacità creativa dell’amore deve suggerirci. Ogni forma di povertà – materiale, morale e spirituale – deve trovarci sensibili e pronte ad intervenire, affinché ogni uomo recuperi la sua dignità di figlio di Dio, libero e responsabile di accogliere il suo Amore...».6
«La Congregazione, in virtù del carisma e secondo le possibilità e le risorse di cui dispone, abbraccia tutte quelle opere di carità nelle quali l’Amore Misericordioso vuole essere annunciato e testimoniato. Di preferenza essa si dedica alla educazione dei bambini poveri e abbandonati, agli umili, agli emarginati, agli handicappati, ai giovani, agli anziani e ai malati più bisognosi. Ne ha cura con il Cuore stesso del Cristo e si impegna per la loro promozione integrale, "senza riguardi umani e senza altro limite che l’impossibilità morale"...».7
5c. Le motivazioni spirituali della carità
«Io vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo
di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40)
Aiutata dalle sue esperienze mistiche, Madre Speranza ha sempre sorretto la pratica della carità fraterna con le migliori motivazioni teologiche e spirituali. L’amore verso il prossimo, infatti: è inseparabile dall’amore verso Dio; si riversa direttamente sulla stessa persona di Gesù; e costituisce la materia privilegiata del giudizio finale. Da qui il proposito apostolico di compiere "tutto per amore".
«Il 18 dicembre 1935 si aprì la nostra Casa di Colloto (in Spagna). In quei primi giorni, mentre nostra Madre e la Sig.na Pilar de Arratia stavano nel giardino, bussarono alla porta. Andò ad aprire nostra Madre: all’apparenza era un giovane che chiedeva l’elemosina. A nostra Madre le parve brutto che, così giovane come era, chiedesse la carità invece di lavorare. Il povero le diede ragione; però le disse di rimediare qualcosa perché aveva fame. La Madre rispose che gli avrebbe dato del cibo ma non denaro, perché lui magari ci avrebbe comprato del vino. Mentre nostra Madre andò a cercare del pane, la Sig.na Pilar, mossa a compassione per quel giovane affamato, per tre volte mise la mano in tasca per regalargli qualche soldo, ma fedele al desiderio della Madre di non dargli denaro, si trattenne. La Madre tornò con pane e cioccolata; ma prima di consegnarla al povero, gli ripeté con energia che non era conveniente che un giovane chiedesse la carità invece di lavorare... In quel momento, agli occhi della Sig.na Pilar sparì il povero e agli occhi di nostra Madre apparve Gesù: il povero era Lui. Nostra Madre cadde estasiata in ginocchio; e il Signore le disse che il consiglio dato al giovane andava bene, ma che il modo era stato un po’ troppo forte».8
«Figlie mie, sappiamo che qualsiasi servizio offriamo al nostro prossimo, lo offriamo a Gesù in persona: egli infatti prende come fatto a se tutto il bene e tutto il male che facciamo agli altri; e secondo questo saremo anche giudicati».9
«Figlie mie, una di voi mi diceva che non sapeva come fare per amare il prossimo come se stessa, perché lo vedeva molto difficile. Io in cambio non lo vedo così difficile, perché credo che per arrivare a tanto è sufficiente amare il Signore. Infatti è risaputo che chi ama qualcuno senza sforzo, ama anche coloro che sono amati dal suo amato. E siccome Gesù ama profondamente gli uomini, ne deriva che chi ama Lui, ami anche il prossimo che è tanto amato da Lui».10
«Figlie mie, debbo dirvi che senza carità verso il prossimo non c’è possibilità di perfezione né di santità, perché la santità consiste essenzialmente nel partecipare dello stesso amore di Gesù; e tale amore possiede come sua parte sostanziale di rivolgersi anche ai nostri consimili... La carità pertanto deve essere il nostro distintivo e la virtù che deve portaci ad amare i poveri come noi stessi».11
«Chiedo al Buon Gesù: che (le mie Figlie) compiano la loro missione, essendo il conforto degli afflitti e le madri dei poveri; che, estese per il mondo intero, diffondano il regno di Dio più con le opere e gli esempi che con le parole; e che, aiutate da Lui, possano innalzare in ogni luogo e in ogni tempo la bandiera con il motto "Tutto per Amore": cioè nulla per denaro, onore o interesse alcuno».12
1 MADRE SPERANZA ALHAMA, Esortazioni, 15 agosto 1966 (n. 914-918).
2 MADRE SPERANZA ALHAMA, Circolari, 23 maggio 1936 (n. 50).
3 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, 4 settembre 1944 (n. 957-958; 961).
4 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, maggio 1929 (n. 185-187).
5 MADRE SPERANZA ALHAMA, Circolari, 6 luglio 1941 (n. 180).
6 Costituzioni rinnovate delle AAM, 16 luglio 1984, art. 17.
7 Costituzioni rinnovate delle AAM, 16 luglio 1984, art. 18.
8 MADRE PEREZ DEL MOLINO, Appunti, 18 dicembre 1935. Un fatto analogo accadde anche a Bilbao, in via Elejabarri, dove le Ancelle dell’Amore Misericordioso operarono dal 1932 al 1935.
9 MADRE SPERANZA ALHAMA, Consigli pratici, anno 1933 (n. 77).
10 MADRE SPERANZA ALHAMA, Consigli pratici, anno 1941 (n. 70).
11 MADRE SPERANZA ALHAMA, Consigli pratici, anno 1933 (n. 60).
12 MADRE SPERANZA ALHAMA, Diario, Giovedì Santo del 1943 (n. 864-866).
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ultimo aggiornamento
15 febbraio, 2013