Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …

Una delle caratteristiche del nostro tempo è la mancanza di speranza; non è immaginazione ricevere ogni giorno, da più fonti, una costante trasmissione di timori e ansie per il futuro, insieme ad una sottile induzione alla sfiducia verso gli altri.

Da inchieste recenti emerge che più della metà dei giovani intervistati considera il prossimo una minaccia.

Rimane compito prioritario per i cristiani, allora, essere testimonianza di fraternità e di speranza.

Gesù nel dono dello Spirito ci dona insieme la speranza, ma per diventarne testimoni credibili, è necessario anche impararla. Nessuna meraviglia, quindi, se per ogni credente al piacevole calore dell’entusiasmo iniziale del cammino di fede, corrisponderà, col passare del tempo, la difficoltà di un percorso che può farsi lungo e a volte tanto arido, da ricordare la sabbia di un deserto.

Così come avviene con la fede e la carità, anche per la speranza non è importante "sentirne" il conforto, ma esercitare la virtù con la volontà.

La nostra speranza è Cristo, Amore misericordioso, "che per amore della miseria dell’uomo non ha rifiutato alcuna sofferenza fino a morire nudo su una croce"(El Pan 15,8) in quale altro luogo, allora, se non nella desolazione del deserto si potrà meglio sperare con la volontà l’Acqua viva e attendere l’Amore di Dio per noi, fiduciosi che esiste veramente?

"…ora non Ti sento più, né ti trovo e mi sento sola, emarginata e afflitta, ma in questo modo spererò in Te per tutto il tempo che vorrai, gioirò e mi conforterò nella tua misericordia" (El Pan 18,663).

Così ci insegna Madre Speranza, tanto perdutamente affidata all’Amore di Dio da non dubitarne mai in nessuna delle numerose prove attraversate, diventando in questo modo fonte di speranza, conforto e incoraggiamento per innumerevoli persone che ricorrevano a lei.

"Scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua" (Is 35, 4-7a).

Maria Antonietta Sansone

Dammi da bere l’acqua viva che sgorga da Te

Nell’agosto del 1960 notai che la mia bambina zoppicava. La portammo da uno specialista che ci disse di fare delle lastre dalle quali si notò una macchia nell’osso della gamba destra. Lo specialista, vedendo le lastre, disse che non si poteva fare nulla e che la bambina, crescendo, avrebbe zoppicato sempre di più.

Insieme a mio marito ci recammo da Madre Speranza con tutta la nostra fiducia. Lei ci disse di pregare molto, di cominciare la Novena e di far bere alla bambina l’Acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso.

Già dopo qualche mese rifacemmo le lastre e sembrava che la macchia si vedesse un po’ meno e che la bambina camminasse un po’ meglio. Questo miglioramento è continuato e ora la piccola cammina perfettamente.

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ultimo aggiornamento 07 marzo, 2013