Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …

Amare non consiste, quindi, nel sentire l’emozione di un affetto per qualcuno, ma nel compiere opere di amore con la volontà.

E’ necessaria una vera e propria "rivoluzione copernicana" per poterci decentrare da noi stessi. Per abbandonare la consueta abitudine, comune a tutti, di usare gli altri e di servirsene per il proprio tornaconto ed entrare, invece, poco a poco, nell’ottica dei veri credenti in Dio: rendersi disponibili a lasciarsi usare da Lui e a diventare Suoi strumenti per servire ogni prossimo.

Una simile svolta è avvenuta anche nella vita di Madre Speranza quando, fin dagli inizi della sua vita consacrata, comprese che, per compiere in ogni momento le opere dell’amore, doveva vincere completamente le resistenze dell’orgoglio e l’attaccamento al proprio io e considerarsi una semplice scopa che non si lamenta se la usano senza attenzioni e senza garbo.

" …Da allora posso dire che ho sempre fatto la scopa e ogni giorno ho chiesto al Signore mi concedesse tanto amore e un forte e costante desiderio di santificarmi e, come per la scopa, per me fosse la stessa cosa se mi buttavano di qua o di là e mi usavano in questo o in quel modo; purché fossi sempre la scopa che serve soltanto a spazzare la sporcizia." (El Pan 21, 723)

È un lungo e difficile lavoro di distacco da sé, che dura tutta la vita e non deve arrendersi ma perseverare in modo lento e costante. Come la goccia d’acqua che, cadendo continuamente sullo stesso posto, riesce nel tempo a vincere anche la roccia più dura.

Il segreto è attingere sempre alla Sorgente dell’Amore, come Madre Speranza, che a distanza di molti anni, più di cinquanta, da quell’intuizione giovanile di considerarsi come una scopa per diventare puro amore donato per tutti, continuava ogni giorno a chiedere al Signore: "… Fa’ di me quello che Tu vuoi e se desideri che sia come una scopa, quando avranno terminato di spazzare che mi buttino pure via, perché io non desidero fare niente altro che quello che Tu desideri da me." (El Pan 22, 1695)

Maria Antonietta Sansone

Dammi da bere l’acqua viva che sgorga da Te

Da tempo avvertivo dolori addominali ma procrastinai al punto che un giorno venni operato d’urgenza e mi fu posta una stomia per l’occlusione intestinale causata da un cancro del retto. Nel Santuario dell’Amore Misericordioso, intanto, si pregava per me e io continuamente usavo l’Acqua del Santuario e insieme alla mia famiglia pregavo anch’io la Novena all’Amore Misericordioso. In seguito venni operato per l’asportazione del cancro rettale, ma per la gravità del caso, la stomia intestinale, secondo il chirurgo, non si sarebbe mai più potuta chiudere. Tornai al Santuario a ringraziare l’Amore Misericordioso e da Madre Speranza mi sentii dire che ero completamente guarito e potevo insistere col chirurgo per la chiusura della stomia. E così avvenne.

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ultimo aggiornamento 18 maggio, 2013