Gesù mio, Tu che sei Fonte di vita …
"Dobbiamo aspirare a che il nostro amore sia così puro, intenso e profondo da farci dimenticare noi stessi…Ricordiamo però che mai potremo amare di un amore perfetto senza continue rinunce. Giungeremo alla perfezione dell’amore solo attraverso la pienezza del dolore" (El Pan 2, 36).
Per influsso dello Spirito Santo, Madre Speranza impara, dalla contemplazione di Gesù Crocifisso, che la perfezione del voler amare deve anche includere il perdono dei nemici fino all’amore per loro.
Per molti di noi il termine "nemico" rimarrà soltanto una parola e non un’esperienza di odio e persecuzione vissuta sulla propria persona. Mentre è comune per tutti ricevere, quasi sempre all’improvviso, offese che riteniamo più o meno gravi a seconda di chi ce le infligge e del periodo che stiamo attraversando.
Perdonare sarà il banco di prova della nostra volontà di amare e ancora una volta non consisterà nel "sentire" che non proviamo più alcun rancore o irritazione. Non può essere immediato smettere di soffrire per il dolore subito, mentre dipende solo dalla nostra volontà decidere di non vendicarci e pregare per chi perseguita (cfr Mt 5, 44).
Imparare a perdonare sarà, allora, scegliere sempre di non vendicarci, chiedere al Signore di avere la forza di restare umili e la pazienza di sopportare, piuttosto che esercitare con prontezza una rivalsa anche solo condannando con rimostranze chi ci offende.
"Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio... Ti guiderà sempre il Signore... sarai come una sorgente le cui acque non inaridiscono" (Is 58, 9b-11).
Amare è donare, perdere qualcosa di sé con gioia, come fa una sorgente d’acqua e la prima Sorgente, continuando ad offrirsi dall’alto della Croce in tutta la concretezza del Suo Amore, attende il ritorno dei figli, per poterli immergere in Sé, nella misericordia, e, amati e perdonati , renderli creature nuove capaci di amare come Dio ama.
"Colui che ha misericordia di loro li guiderà e li condurrà alle sorgenti d’acqua"(Is.49,10).
Maria Antonietta Sansone
Dammi da bere l’acqua viva che sgorga da Te
Nel gennaio 1982 portai a Collevalenza, con me, una ragazza americana che non parlava neppure una parola di italiano. Ero io a tradurre a lei quanto mi spiegavano le suore; siamo stati tra gli ultimi a fare l’immersione alle vasche del Santuario prima della chiusura invernale.
La ragazza soffriva di un prurito continuo alla pelle di tutto il corpo che dopo l’immersione nell’Acqua del Santuario non avvertì più. Al suo rientro negli Stati Uniti, si convertì al cattolicesimo, fu battezzata, cresimata e fece la prima comunione nel mese di giugno di quello stesso anno.
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ultimo aggiornamento
11 settembre, 2013