P A S T O R A L E
g i o v a n i l e p a s t o r a l e g i o v a n i l e
Sr. Erika di Gesù, eam Memoranda dell’Anima mia
- Nell’Anno della Vita consacrata -
Un passo verso la luce
Chi non So e Non so Chi
Buongiorno, anima mia!
Lo sai che dentro un fiocco di neve può abitare un paese intero?
Il paese di Chi non so.
Laggiù è festa tutto l’anno, il Natale è la festa più gradita, si fa a gara nel decorare la casa con luci di tutti i colori.
Che bello, mi dirai! Un paese da sogno!
Sì, eppure non è perfetto! Un suo abitante non vuole partecipare alla festa ed è così diverso da tutti gli altri abitanti, i Non so Chi… Infatti, è verde e… peloso.
Viene chiamato Il Grinch.
Ricordi ancora il film?
Forse no. Prevale il ricordo della piccola commedia che abbiamo messo in scena con i ragazzi per spiegare ai più piccoli della Parrocchia di Collevalenza il senso del Natale.
Ragazzi animatori di bambini… o forse animati dai bambini per scoprire insieme che cosa e Chi è Natale!
Solo i bambini, come la piccola Cindy, conoscono il segreto del Natale.
Natale può essere ogni giorno, senza effetti speciali di luci stroboscopiche.
Natale può essere in ogni luogo, magari a casa tua, nell’albergo del tuo cuore.
Natale può essere per tutti, in particolare per i figli di Nessuno, tanto arrabbiati da diventare verdi di bile, come il nostro amico Grinch!
Tutti matti
Scrive Samuel Beckett: nasciamo tutti matti, qualcuno lo rimane.
Il Grinch in effetti è un tipo fuori dalle righe, per questo emarginato e solo.
Non lo è stato anche Gesù?
Di fatto, così hanno pensato di Gesù "i suoi" quando lo andarono a prendere, dicendo che era "fuori di sé" (cf. Mc 3,21).
E i santi?
Il 4 gennaio 1965, la Beata Speranza di Gesù, parlando a noi suore, ricorda la nascita della Famiglia religiosa:
«Noi siamo nate nella notte di Natale quest’anno sono trentaquattro anni1 nella povertà, nella miseria, nell’abbandono e perseguitate; solo il Signore conosce quanto abbiamo sofferto io e quelle creature che mi hanno seguito; così è nata la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. La povertà, la sofferenza, l’emarginazione e il disprezzo erano tali che a Madrid, quando nacque la Congregazione, si diceva che seguivano una pazza e poco mancò che mi richiudessero in un manicomio, come fossi pazza. Fortunatamente non avete da raccontare questa nota tanto triste: Siamo figlie di una Madre che hanno dovuto rinchiudere in manicomio". Senza dubbio tale era l’impressione che davamo a questa povera gente che ci vedeva così abbandonate e perseguitate senza alcuna ragione. Il Signore lo ha permesso perché ci mantenessimo sempre umili; ricordiamo le nostre origini, quanto hanno sofferto le prime e che anche noi dobbiamo soffrire».
Come fossi pazza: la Madre lo racconta con dolore e sapiente umorismo.
Nella storia di Gesù e nella nostra storia, il bene fa sembrare pazzo colui che lo compie; il bene spesso viene considerato una pazzia.
Non c’è accusa peggiore. Chi può dar credito a un povero pazzo? Dirà mai la verità?
Può una pazzia generare il bene?
Ecco l’inganno – quante volte siamo ingannati! – delle apparenze!
Il Grinch fa il matto per difendersi dalla disperazione di non essere amato.
Gesù lo sembra perché ama senza misura.
Madre Speranza perché ascolta Gesù che le chiede di fare tutto per Amore, lavorando solo per Lui, per dargli gloria nei poveri, i bambini, i malati, i pellegrini, i sacerdoti… Non c’è limite nel campo dell’amore.
Anzi, quel campo diventa il mondo intero.
In alto i cuori
Rimanere matti… essere malati d’amore è una sfida sempre aperta.
La Madre ci teneva che non perdessimo un minuto. No alla negligenza, al calcolo; sì al rischio, all’impegno libero, totalizzante. Lavorare fino ad ammalarsi. E poi curarsi fino a guarire.
Non per stacanovismo, ma per amore… di Gesù.
Gesù: Dio e uomo.
Ecco il Natale, oltre ogni apparenza. Anche a luci spente.
Il Natale di Gesù: un Dio bambino.
Un Bambino che i giovani hanno portato nelle case di persone anziane e malate. Un Bambino che si è servito di noi per donare gioia, fra canti e cioccolatini, scambiati con affetto.
Un Bambino che abbiamo visto sorridere fra le lacrime degli anziani, l’imbarazzo dei malati.
Un Bambino davanti al quale una bambina del nostro paese, piccola come Cindy, si è fermata a lungo, parlandogli a tu per tu, con religioso timore.
Il Bambinello che è stato portato trionfalmente in Parrocchia per ricevere, anche lui, la benedizione del Parroco, insieme a tutti i Bambinelli dei nostri presepi! E soprattutto, anima mia, un Bambino che illumina le tenebre del tuo cuore, un cuore troppo piccolo ancora per contenere il suo Amore infinito.
A Lui abbiamo lanciato le nostre preghiere, facendo volare in cielo, al termine della Messa della Quarta domenica d’Avvento, tante lanterne a forma di cuore.
In cielo, verso l’alto… Forse così hanno raggiunto il suo Cuore divino.
Quelle lanterne, simbolo del nostro fragile amore, hanno fatto fremere di compassione il suo cuore di Bambino per tutti noi, che con fatica camminiamo verso la sua Luce.
Non perdiamo altro tempo: il nuovo anno segna un altro passo in questo cammino, dove nulla è perduto e nessuno è escluso.
Un altro passo per elevare il cuore a Dio, che ci vuole felici anche quando siamo tristi…
Oggi, proprio oggi. Basta scuse!
Può sempre essere Natale!
Cominciamo?
Con affetto,
sr. Erika di Gesù
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione
webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
13 gennaio, 2015