Anno Santo della Misericordia 2015-2016
"Un incontro con Dio che ci aspetta a braccia aperte, come fa il padre con il figlio prodigo" (Papa Francesco)
LETTURE BIBLICHE INTRODUTTIVE
LETTURE BIBLICHE INTRODUTTIVE |
Dal libro dell’Esodo (Es 33,18-23)
Mostrami la tua gloria!
Sul monte Sinai, Mosè disse a Dio: «Mostrami la tua gloria!».
Gli rispose: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome – "Signore" – davanti a te. A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia. Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo».
Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere».
Dalla lettera agli Ebrei (Eb 1,1-6)
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della Maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato?". E ancora: "Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?". Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: "Lo adorino tutti gli angeli di Dio".
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 14,6-11)
Chi ha visto me, ha visto il Padre.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: "Mostraci il Padre"? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?
Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse».
L’ANNO SANTO DI PAPA FRANCESCO |
Stiamo celebrando l’Anno Santo straordinario della Misericordia.
Le date
Ricordiamo innanzitutto alcune date.
Il primo annuncio di Papa Francesco è arrivato (davvero a sorpresa) il 13 marzo 2015, secondo anniversario della sua elezione a Papa.
La Bolla di indizione invece è stata presentata l’11 aprile, durante i Primi Vespri della Festa della Divina Misericordia. La Bolla è intitolata "Misericordiae Vultus" (Gesù Cristo, Volto della Misericordia del Padre).
Il Giubileo si è aperto: a Bangui, Repubblica Centrafricana, il 29 novembre 2015, prima domenica di Avvento (anche qui a sorpresa); a San Pietro, in Vaticano, l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata; e nelle Diocesi, il 13 dicembre 2015, terza domenica di Avvento.
Il Giubileo si concluderà: nelle Diocesi, la domenica 13 novembre 2016; e a San Pietro, il 20 novembre 2016, solennità di Cristo Re.
I motivi
Ma per quali motivi Papa Francesco ha indetto questo Anno Santo?
Nei documenti viene indicato innanzitutto un motivo formale: il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II (dall’11 ottobre 1962 al 7 dicembre 1965). Ma forse questa spiegazione da sola non basta...
Viene indicato poi un motivo generale: svegliare tutta la Chiesa e renderla segno e strumento della missione che il Signore le ha affidato per il mondo intero: missione di annuncio, di santificazione e di carità.
Ma se dovesse esistere qualche altro motivo particolare, questo diventerà sicuramente più chiaro durante lo scorrere delle settimane e dei mesi...
Il tema e il logo
E qual è il grande tema – e il relativo logo – di questo Anno Santo?
Il tema è appunto quello della "Misericordia": 1) la Misericordia di Dio verso di noi; 2) e la misericordia nostra nei confronti degli altri.
Diciamo subito che la parola "misericordia" è composta da due termini che sono uniti tra di loro in modo indissolubile: "miseria" e "cuore". La misericordia quindi è il cuore che si china in modo compassionevole sulla miseria, per alleviarla e – se possibile – per risanarla.
Il tema dell’Anno Santo viene espresso nel logo ufficiale innanzitutto con la figura di Gesù crocifisso e risorto che, assomigliando un po’ al buon Pastore
Nel logo poi c’è anche il motto: «Misericordiosi come il Padre». Esso si rifà alla frase di Gesù: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36), esortazione che lega perfettamente la dimensione teologale (o verticale) del discorso, con quella morale (o orizzontale). 4
L’AMORE MISERICORDIOSO DEL SIGNORE
Per entrare in sintonia con questo Anno Santo, mettiamoci in sintonia con il luogo dove ci troviamo: il Santuario di Collevalenza, un Santuario che è stato dedicato all’Amore misericordioso del Signore fin dal lontano 1959.
Rivisitiamo alcuni punti fermi del suo messaggio spirituale, con l’aiuto della Beata Speranza Alhama Valera e di Santa Faustina Kowalska.
Dio è Amore
L’apostolo Giovanni (quello che ha poggiato il capo sul Cuore di Gesù) proclama: «Dio è Amore!».
«Il mondo abusa della parola amore, perché erroneamente chiama amore la passione disordinata e la trasgressione criminosa. Questo non è amore! L’amore invece è un frutto dell’anima, è qualcosa di spirituale che viene dal Signore. E parlare di amore, è parlare precisamente delle virtù divine o della divina essenza». (Madre Speranza)
Per capire però questa definizione, noi abbiamo bisogno di "scomporla", in modo da coglierne tutti i riflessi e le sfumature... L’Amore del Signore verso di noi, infatti, è allo stesso tempo: creativo e provvidente, paterno e materno, sponsale e amicale, gratuito e fedele, giusto ed esigente, paziente e misericordioso, crocifisso e regale, redentivo e santificante...
Evidenziamo brevemente alcune di queste caratteristiche.
Amore paterno e materno
La prima esperienza che noi abbiamo dell’amore è quella che si realizza in famiglia, ad opera dei nostri genitori: un’esperienza talmente importante che, se manca, se ne portano poi le conseguenze per tutta la vita.
Ora, dire con la Sacra Scrittura che il Signore è per noi "come un padre e una madre", significa dire: 1) che lui è la vera sorgente della vita; 2) e che in lui ritroviamo sia la forza e il senso di responsabilità della figura paterna, sia la tenerezza e l’attaccamento viscerale della figura materna. 6
«Il Buon Gesù mi diceva che io devo fare in modo che tutti gli uomini lo conoscano non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre pieno di bontà: che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i suoi figli; e che li segue e li cerca con un amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro». (Madre Speranza)
«Mettiamo un interesse speciale nel far comprendere che Gesù è per tutti un Padre pieno di bontà, il quale ci ama con un amore infinito che non esclude nessuno... [Egli è] un Padre e una tenera Madre». (Madre Speranza)
«Fa’, Gesù mio, che tutti ti conoscano e ti amino...; e che tutti vedano in te la vera immagine del Padre del figliol prodigo...». 7 (Madre Speranza)
Amore giusto e misericordioso...
Proprio per il fatto di essere un "Padre fedele e premuroso", il Signore rivolge il suo Amore a tutti e a ciascuno, in maniera uguale e proporzionata. Egli cioè non trascura nessuno e non fa preferenze per nessuno, ma rispetta i diritti fondamentali di ogni persona umana e anche i meriti acquisiti. Se così non fosse, il Signore non sarebbe giusto (cioè, equo); e mancando di questa virtù così importante, egli non sarebbe neppure Dio...
Ma ci sono delle circostanze, nella vita del mondo o delle singole persone, nelle quali questa logica della giustizia e del merito diventa insufficiente; e allora il Signore ricorre alla logica dell’amore e della gratuità. Se così non fosse, il Signore forse sarebbe Dio, ma non sarebbe certo un Padre.
E qui arriviamo, appunto, al "cuore pulsante" del Vangelo.
Con le sue parole e il suo esempio, il Signore Gesù ci ha rivelato l’Amore misericordioso del Padre Celeste verso tutti i suoi figli, un Amore che – senza trascurare nessuno – si china di preferenza sull’uomo che è segnato da una qualche "miseria" o "necessità", fino al punto che, quanto più grande è la miseria umana, tanto più grande è la Misericordia divina.
«Il Buon Gesù mi ha incaricato di comunicare: che Lui ama tutte le anime con la stessa intensità; e che, se esiste una qualche differenza, è proprio quella di amare di più quelle anime che, pur piene di difetti, si sforzano e lottano per essere come Lui le vuole; e che l’uomo più perverso, il più abbandonato e miserabile è amato da Lui con immensa tenerezza». (Madre Speranza)
«Quanto più un uomo è povero, debole e miserabile, tanto più Gesù si interessa di lui: la sua misericordia cioè diviene più grande». (Madre Speranza)
«Scrivi che quanto più grande è la miseria dell’uomo, tanto maggiore è il diritto che egli ha alla mia misericordia». (Suor Faustina)
I fattori, quindi, che entrano in gioco sono due:
Da una parte abbiamo la miseria dell’uomo, la quale può essere: o di tipo materiale (i poveri e gli emarginati...); o di tipo corporale (i malati e i sofferenti...); o di tipo morale (i malvagi e i peccatori...).
E dall’altra abbiamo la Misericordia di Dio, la quale altro non è che la qualità più profonda e commovente del suo Amore verso di noi; o – se preferiamo – il riflesso più bello e luminoso del suo Mistero "ad extra".
«Annuncia che la misericordia è il più grande attributo di Dio». (Suor Faustina)
«[In Dio,] l’amore [è] il fiore e la misericordia [è] il frutto». (Suor Faustina)
... specie verso i peccatori
Chiarito il concetto, aggiungiamo una precisazione.
Delle tre situazioni di necessità di cui abbiamo detto (miseria materiale, corporale e morale), la terza è sicuramente la più grave e pericolosa, perché è quella che procura dei danni sia nel tempo che nell’eternità.
Ora, la Misericordia di Dio raggiunge il vertice, proprio quando si effonde sul peccatore, perché: voler bene a un povero o a un malato, è più che ragionevole; ma voler bene a uno che non se lo merita, è davvero eroico.
«Non è molto tempo che mi hanno domandato da dove trae origine tanta misericordia divina. Mi chiedevano: Da dove procede questa tenera compassione umanamente inspiegabile verso i peccatori? Quale ne è la causa? La causa è che Gesù raddoppia il suo amore in proporzione della miseria dell’uomo. Mi sembra che tutte le qualità divine del Buon Gesù stiano sempre al servizio del suo amore: infatti, vediamo che Egli impiega la sua sapienza per riparare i nostri errori; la sua giustizia per correggere le nostre iniquità; la sua bontà e la sua misericordia per consolarci e colmarci di benefici; e infine la sua onnipotenza per sostenerci e proteggerci». (Madre Speranza)
«Scrivi: Io sono più generoso con i peccatori che con i giusti. Per loro infatti sono sceso in terra e per loro ho versato il mio sangue. Non abbiano timore di avvicinarsi a me, perché sono essi che hanno maggiormente bisogno della mia misericordia... Io sono l’amore e la misericordia stessa. Non c’è miseria che possa misurarsi con la mia misericordia; né la miseria la esaurisce, poiché nel momento stesso che si dona essa aumenta». (Suor Faustina)
Le possibili obiezioni
L’esercizio della Misericordia da parte del Signore, specie nei confronti del peccatore, produce sempre delle resistenze e delle obiezioni. 9
Anche se il Signore non ne avrebbe bisogno, perché sa difendersi da solo, proviamo a "giustificare" il suo modo di ragionare e di operare.
Il Signore è "Giusto e Santo", sempre e comunque. Egli però non desidera manifestare la sua Giustizia e la sua Santità solamente con il giudizio, la condanna e il castigo... Al contrario, essendo Giusto e Santo, egli ci vuole "giustificare" (cioè perdonare) e "santificare", sempre e comunque.
La benevolenza verso il peccatore non è mai, da parte del Signore, un atto di debolezza o di connivenza con il suo peccato. Al contrario, la Misericordia è precisamente la "medicina" che viene offerta al "malato" per il superamento della sua "malattia". In ogni dottore, infatti, "l’amore" per il paziente coincide perfettamente con "l’odio" per la sua patologia.
La Misericordia, pertanto, non rinnega mai la Giustizia, ma la purifica da ogni tentazione di vendetta, la amplia secondo criteri di gratuità, e la subordina nettamente alle esigenze dell’Amore. 12 La Misericordia desidera sempre e soltanto una cosa: «Cercare e salvare ciò che era perduto».
Ai piedi del Crocifisso
Tutte queste riflessioni sarebbero incomplete, se non ci conducessero sul Calvario, ai piedi della Croce. La rivelazione piena del Mistero del Padre, infatti, passa attraverso la passione, morte e risurrezione del Figlio, perché è soprattutto sulla Croce che Gesù diventa "il Volto della Misericordia".
E questo Volto, qui a Collevalenza, è particolarmente bello ed espressivo: è il Volto del grande "Crocifisso dell’Amore Misericordioso" (davanti al quale già siamo passati varcando la Porta Santa).
Che cosa ci dice, dunque, questo Crocifisso, voluto direttamente da Madre Speranza e ricco di elementi propri rispetto a tante altre immagini sacre?
Esso ci dice, anzitutto, che sulla Croce il Figlio di Dio si è caricato di tutte le miserie dell’uomo: povertà materiali (è morto privo di tutto); patimenti corporali (è stato letteralmente martoriato); e soprattutto, degradazioni morali (si è fatto lui stesso "peccato" e "maledizione" per noi).
Esso ci dice, inoltre, che sulla Croce il Figlio di Dio si è offerto volontariamente come Vittima di espiazione alla Giustizia divina (le cui esigenze non vanno mai mortificate...), pagando così il prezzo del nostro riscatto, un prezzo alto e doloroso che copre ormai i debiti dell’intera umanità.
Esso ci dice, infine, che sulla Croce il Figlio di Dio non ha inteso accusare o condannare nessuno, ma ha voluto scusare e difendere tutti, dicendo: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!» (Lc 23,34). Così Gesù Crocifisso chiede e ottiene per noi il perdono del Padre, placa la Giustizia, attesta il primato dell’Amore e fa trionfare la Misericordia.
«In questi momenti nei quali l’inferno lotta per togliere Gesù dal cuore dell’uomo, è necessario che noi lavoriamo quanto più possiamo affinché l’uomo conosca il suo Amore Misericordioso e veda in Lui un Padre pieno di bontà, che arde d’amore per tutti e che si offre a morire su una Croce, perché l’uomo possa vivere... Facciamo il possibile perché l’uomo non veda in Lui un Giudice bramoso di castigare, ma un Padre ricco di misericordia, desideroso di vederci ricorrere a Lui per poterci perdonare. Anche se fossimo stati i peggiori peccatori, non dobbiamo temere, perché il suo Cuore misericordioso ci perdona e ci ama con Carità infinita». (Madre Speranza)
Ringraziamo il Signore Gesù... Adoriamo il suo Amore infinito... Accogliamo il suo abbraccio di riconciliazione... Diffondiamo il suo Regno...
LA DUPLICE RISPOSTA DELL’UOMO |
Arrivati a questo punto, ci si impone una domanda molto concreta: se questo è l’Amore del Signore verso di noi, noi che cosa dovremmo fare? quale dovrebbe essere la nostra risposta verso di lui e verso gli altri?
La fiducia verso il Signore
La risposta verso il Signore si esprime con una sola parola: "fiducia" (o – se vogliamo – "confidenza").
Il Signore infatti continua ad essere Vittima di espiazione e Avvocato difensore anche per ciascuno di noi; lui ci ricerca ancora con l’interesse del Buon Pastore e ci accoglie con la festosità del Padre della parabola...
Questa fiducia, quindi, non si fonda su noi stessi (non è una sorta di concessione psicologica da parte nostra), ma si fonda sulla fedeltà assoluta del Signore al suo Amore paterno e materno nei nostri confronti.
Questa fiducia allontana da noi la paura (o timore servile) che sentirono i Progenitori nel Paradiso terrestre, quando si nascosero lontano da Dio; e che avverte ancora ogni peccatore che trasgredisce la Legge santa di Dio. E ci facilita il ritorno al Signore (pentimento in rapporto a singole colpe), e la permanenza nel suo Amore (conversione stabile e duratura).
«Quanto mi ferisce la diffidenza di un’anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, ma non crede che io sono misericordioso; e così non ha fiducia nella mia bontà. Ora, anche i demoni ammirano la mia giustizia, ma non credono alla mia bontà!». (Suor Faustina)
«Le grazie della mia misericordia si attingono con un solo recipiente: e questo è la fiducia. Più un’anima ha fiducia, più ottiene. Sono di grande conforto per me le anime che hanno una fiducia illimitata; e su tali anime riverso tutti i tesori delle mie grazie. Sono contento quando chiedono molto, perché è mio desiderio dare molto, anzi moltissimo. Mi rattrista invece se chiedono poco, comprimendo i desideri dei loro cuori». (Suor Faustina)
Come non applicare questo discorso alla Confessione sacramentale che a volte ci costa (specie quando l’abbiamo trascurata da tanto tempo), ma che diventa indispensabile, specie nel contesto di questo Anno Santo?
«Desidero che tu dica... che usino quest’Acqua [del Santuario dell’AM] con molta fede e fiducia...; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime, dalle piaghe che le affliggono, per questo mio Santuario, dove li sta aspettando non un Giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto e dimentica». (Madre Speranza)
La carità verso i fratelli
La risposta verso i fratelli si esprime, invece, con una duplice espressione: "opere di misericordia corporale" e "opere di misericordia spirituale".
La cosa importante da capire è che se ci impegniamo su questo versante della solidarietà (o della riconciliazione), non è per motivi semplicemente ideologici, ma per motivi essenzialmente teologici: perché nel bisognoso (o nel nemico) noi vediamo Gesù stesso; perché al bisognoso (o al nemico) vogliamo manifestare l’Amore del Signore; e perché il bisognoso (o il nemico) lo vogliamo avvicinare all’Amore del Signore.
Ecco dunque le sette opere di misericordia corporale:
1) Dar da mangiare agli affamati; 2) dar da bere agli assetati; 3) vestire gli ignudi; 4) alloggiare i pellegrini (o anche: accogliere i forestieri); 5) visitare gli infermi (o anche: assistere gli ammalati); 6) visitare i carcerati; 7) seppellire i morti.
«Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nella indifferenza che umilia, nella abitudinarietà che anestetizza l’animo, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo... Le nostre mani stringano le loro mani e tiriamoli a noi, perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo». (Papa Francesco, MV 15)
«Sappiamo che qualsiasi servizio offriamo al prossimo, lo offriamo a Gesù in persona: egli infatti prende come fatto a se tutto il bene e il male che facciamo agli altri; e secondo questo saremo anche giudicati». (Madre Speranza)
Ed ecco le sette opere di misericordia spirituale:
1) Consigliare i dubbiosi; 2) insegnare agli ignoranti; 3) ammonire i peccatori; 4) consolare gli afflitti; 5) perdonare le offese; 6) sopportare pazientemente le persone moleste; 7) pregare Dio per i vivi e per i morti.
«Esigo da te atti di misericordia, che debbono derivare dall’amore verso di me. Devi mostrare misericordia sempre e ovunque verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, né ritirarti, né giustificarti. Ti sottopongo tre modi per dimostrare misericordia: il primo è l’azione, il secondo è la parola, il terzo è la preghiera. In questi tre gradi è racchiusa la pienezza della misericordia; ed essa è una dimostrazione irrefutabile dell’amore verso di me. In questo modo l’anima esalta e rende culto alla mia misericordia..., poiché anche la fede più forte non serve a nulla senza le opere». (Suor Faustina)
«Scrivi [queste parole] per le molte anime che talvolta si affliggono perché non posseggono beni materiali con i quali poter praticare le opere di misericordia. La misericordia spirituale ha un merito molto maggiore ed è accessibile a tutti. Se un’anima non pratica la misericordia in qualunque modo, non otterrà la mia misericordia nel giorno del giudizio. Oh, se le anime sapessero accumulare per sé tesori eterni, non verrebbero giudicate, perché avrebbero già prevenuto il mio giudizio con la misericordia!». (Suor Faustina)
Come non applicare questo discorso a situazioni di precarietà (o di conflittualità) che forse riscontriamo attorno a noi e che attendono da parte nostra un pronto intervento, specie nel contesto di questo Anno Santo?
Il motto dell’Anno Santo, «Misericordiosi come il Padre», altro non è che un invito all’esercizio concreto di queste quattordici opere di carità.
LA SPIRITUALITÀ DELLA MISERICORDIA |
A volte, parlando della "spiritualità della misericordia", c’è la tendenza a considerarla come una riflessione "debole" o "accomodante", nel senso che pretenderebbe imporre un sorta di "buonismo" sterile e pericoloso.
Dalle cose dette finora, invece, risulta che essa è una riflessione quanto mai "esigente" e – persino – "scomoda". Riconsideriamo i perché.
Le conseguenze operative
In dimensione verticale, la spiritualità della misericordia è esigente perché ci "obbliga" alla conversione: ci spinge cioè a prendere coscienza di noi stessi, a ritrovare la familiarità con il Signore, a rimanere nel suo Amore, a lavorare con impegno nella sua vigna... E tutto questo non per timore, ma per amore: perché il Signore "merita" una risposta positiva.
In questo senso, se la misericordia non risana il disordine morale che incontra sulla sua strada, ma si limita a coprirlo con una sorta di "velo pietoso", non è una vera virtù divina o umana, ma una sua caricatura.
In dimensione orizzontale, invece, la spiritualità della misericordia è esigente perché ci "obbliga" al senso di fraternità: ci spinge cioè ad uscire dai nostri egoismi, a superare l’indifferenza e il cinismo, a farci carico delle tribolazioni altrui, a perdonare di cuore... E tutto questo facendo leva sul nostro senso di umanità e sulla stessa fede che professiamo.
In alcuni casi poi, specie quando si tratta delle "sette opere di misericordia corporale", la spiritualità della misericordia ci costringe letteralmente "a mettere mano al portafoglio", perché l’esercizio concreto della carità ha sempre i suoi costi. E l’Anno Santo che celebriamo è proiettato anche su questo versante operativo (cf. alcune proposte di Papa Francesco...).
La spiritualità della misericordia, quindi, è quanto mai seria e impegnativa su tutti i fronti: è ciò di cui ha bisogno il nostro povero mondo per curare le sue infermità (guerre, povertà, migrazioni; ingiustizie, corruzioni, immoralità...); ed è ciò di cui abbiamo bisogno anche noi...
«L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo [ne] può essere privo... La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole». (Papa Francesco, MV 10)
La preghiera per il mondo intero
Ma c’è anche u
n’altra operazione che la spiritualità della misericordia ci consente di realizzare: quella di pregare per il mondo intero, in rapporto ai gravi pericoli che ci minacciano a causa della nostra stessa follia.È quello che richiedeva espressamente e fortemente Giovanni Paolo II nella sua Enciclica "Dives in misericordia", fin dall’anno 1980:
«È necessario che quanto ho detto nel presente documento [DM] si trasformi in una ardente preghiera, si trasformi di continuo in un grido che implori la misericordia, secondo le necessità dell’uomo nel mondo contemporaneo... Come i profeti, facciamo appello a quell’amore [divino]... anche se l’umanità contemporanea meritasse per i suoi peccati un nuovo "diluvio", come un tempo lo meritò la generazione di Noè [cf. Gen 6,5-8]... Imploriamo la misericordia divina per la generazione contemporanea!». (Giovanni Paolo II, DM 15)
È necessario quindi fare nostra la supplica di Abramo per le città corrotte di Sodoma e Gomorra, affinché Dio non castighi il giusto con l’empio, ma tenga conto dei meriti dei buoni per essere clemente con i cattivi.
È necessario far leva sui meriti infiniti dell’unico vero Giusto, il Signore nostro Gesù Cristo, che per noi ha patito la passione e la morte, per caricarsi lui stesso del castigo che tutti noi stiamo meritando.
«Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero... Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero... Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero». (Suor Faustina)
È necessario applicare al momento presente l’antica orazione della liturgia: «O Dio che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono...», 20 affinché egli ricavi il bene anche dal male.
«Amore Misericordioso, non venire meno! Amore Misericordioso, sii infaticabile! Sii più grande di ogni male che è nell’uomo e nel mondo! Sii più grande di quel male che è cresciuto nel nostro secolo e nella nostra generazione! Sii più potente con la forza del Re Crocifisso!». (Giovanni Paolo II)
E questa stessa preghiera si avvale infine dell’aiuto materno di Maria, la Mediatrice di tutte le grazie. Lei infatti sta con le braccia aperte tra il cielo e la terra: per magnificare l’infinita misericordia divina; per intercedere con forza a nostro favore; e per distribuire le grazie che ottiene per noi.
«Madre mia, tu che stai continuamente con le braccia aperte, implorando dal tuo Divin Figlio la sua misericordia per ogni bisognoso..., intercedi perché si plachi la sua ira, la sua giustizia e il suo rigore; e perché liberi il mondo intero dal grande castigo che tutti abbiamo meritato...». (Madre Speranza)
In questo senso, è possibile interpretare il presente Anno Santo, che va dal 2015 al 2016, anche come una preparazione immediata e provvidenziale al centenario delle apparizioni di Fatima, che si celebrerà nel 2017.
La conversione infatti, tanto a livello individuale che generale, conserva sempre il suo carattere di necessità, anzi di urgenza: 23
«Scrivi: Prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della mia misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della mia misericordia, deve passare attraverso la porta della mia giustizia». (Suor Faustina)
Ricapitolando...
Ricapitolando le cose esposte fin qui – e in sintonia con il Magistero della Chiesa su questo stesso tema –, 24 possiamo dire che:
La Misericordia divina bisogna: 1) annunciarla (avvalendoci soprattutto della rivelazione biblica); 2) accoglierla (con la conversione personale e la frequenza dei Sacramenti); 3) praticarla (immettendola in vari modi nella vita dei singoli e dell’intera società); 4) e invocarla (perché si effonda con forza sulle miserie e sui pericoli del mondo contemporaneo).
GLI ADEMPIMENTI DELL’ANNO SANTO |
Completiamo la nostra riflessione, mettendo a fuoco alcuni adempimenti che sono tipici anche di questo Anno di grazia che stiamo vivendo.
Il Pellegrinaggio giubilare
L’Anno Santo è caratterizzato, in primo luogo, dal segno del Pellegrinaggio. Quali sono i suoi significati a livello spirituale?
Il Pellegrinaggio è anzitutto immagine del nostro cammino terreno verso la Patria celeste, dato che «non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura» (Eb 13,14). Questo significato ci invita a non appesantirci o soffermarci più del necessario lungo la strada.
Il Pellegrinaggio inoltre è immagine del cammino nella fede, che va affrontata necessariamente come popolo, cioè come Chiesa, articolata in Diocesi, parrocchie, gruppi e comunità... Questo significato ci invita ad uscire dal nostro individualismo religioso per integrarci con gli altri. 26
Il Pellegrinaggio infine è immagine di quel processo di conversione, che siamo chiamati ad avviare o a rafforzare, per raggiungere una migliore sintonia spirituale con il Signore e con i fratelli. Questo significato ci invita a non sentirci mai perfetti o arrivati, ma a progredire fino alla fine.
La Porta santa
Il Pellegrinaggio giubilare culmina poi con il passaggio attraverso la Porta santa. Anche qui: quali sono i suoi significati a livello spirituale?
La Porta santa raffigura il Signore Gesù: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore... Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo... Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,7-10). Essa quindi è simbolo di salvezza: 1) salvezza nel tempo (la Porta della Chiesa, ovile e gregge del Signore); 2) e salvezza nell’eternità (la Porta del Cielo).
Ma nel contesto dell’Anno Santo della Misericordia, essa esprime anche una sorta di abbraccio: 28 1) l’abbraccio festoso e gioioso che il Signore ci riserva ogni volta che ci avviciniamo a lui affaticati e stanchi, o contriti e umiliati; 29 2) e l’abbraccio solidale e generoso che anche noi dovremmo offrire al nostro prossimo, per un sostegno materiale o spirituale.
L’Indulgenza giubilare
L’Anno Santo è
caratterizzato infine dalla possibilità di ottenere uno speciale dono di grazia, che si chiama "indulgenza". Questa può essere applicata o a noi stessi, o ai nostri defunti, per la remissione totale o parziale delle "pene temporali" (cioè, non eterne) del Purgatorio. 31Proviamo ad elencare i diversi "atti" che ci vengono richiesti.
Occorrono innanzitutto alcuni ATTI ESTERNI, che sono in fondo i più facili da compiere, ma che – da soli – non possono bastare:
1)
Visitare questo Santuario, passando per la Porta santa;2)
Recitare in questo luogo il Padre nostro (siamo figli di Dio); il Credo (abbiamo una fede); e una preghiera per il Papa (formiamo la Chiesa);3)
Fare in questa stessa occasione, oppure nell’arco dei 15 giorni: la Confessione sacramentale; e la Comunione eucaristica.Occorre poi un ATTO INTERNO, che è sicuramente il più difficile da realizzare e – proprio per questo – il più importante di tutti:
4)
Fare (magari nella Confessione) un atto perfetto di pentimento interiore, che includa il distacco da tutti i propri peccati, anche quelli veniali. 32Sarebbe poi molto opportuno compiere un ATTO AGGIUNTIVO, che si ispiri al messaggio specifico di questo Anno Santo, e cioè:
5)
O un’opera significativa di misericordia corporale (realizzata o a livello privato, o in collaborazione con iniziative comunitarie di carità);6)
O un’opera significativa di misericordia spirituale (come, ad esempio, un gesto di perdono e di riconciliazione con un nemico personale).A Collevalenza, infine, a tutto ciò può abbinarsi anche un gesto di tipo devozionale con l’Acqua del Santuario: Acqua che costituisce, appunto, "un segno della Grazia e uno strumento della Misericordia del Signore".
Concludiamo con una invocazione filiale alla nostra Madre del Cielo.
O Maria,
Madre dell’Amore misericordioso di Dio fatto carne,
Regina potente e clemente verso tutti i tuoi figli:
guidaci sempre per mano
sulla via del pentimento e della conversione,
così da entrare per la Porta della salvezza;
e aiutaci a non chiudere mai
la Porta della solidarietà e della riconciliazione
verso i nostri fratelli.
Te lo chiediamo come singoli, come famiglie
e come comunità ecclesiali. Amen.
(P. Gabriele Rossi fam)1 Cf. Gv 14,1-11: Chi ha visto me, ha visto il Padre.
2 Cf. Lc 15,4-7: La
parabola della pecorella smarrita.3 Cf. Lc 10,25-37: La
parabola del buon Samaritano.4 Cf. Lc 6,35-38: Amate i vostri nemici... Siate misericordiosi...
5 Cf. 1 Gv 4,7-16: Dio è amore.
6 Cf. Os 11,1-9: Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore.
7 Cf. le due mani del Padre del figliol prodigo nel quadro del REMBRANT.
8 Cf. Lc 15,1-32: Le tre parabole della misericordia.
9 Cf. Lc 15,25-32: La protesta del fratello maggiore nei confronti del padre.
10 Cf. Rm 3,21-28: Essendo giusto, Dio ci giustifica per mezzo della fede.
11 Cf. Mc 2,13-17: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
12 Cf. Mt 20,1-16: Non posso fare delle mie cose quello che voglio?
13 Cf. Lc 19,1-10: Zaccheo, scendi, perché oggi devo fermarmi a casa tua.
14 Cf. 2 Cor 5,21: Dio lo fece peccato in nostro favore (cf. anche: Gal 3,13).
15 Cf. Is 53,1-12: Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui.
16 Cf. Lc 23,33-46: In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso.
17 Cf. Gen 18,20-32: Davvero sterminerai il giusto con l’empio?
18 Cf. Is 53,5: Il castigo che ci da salvezza si è abbattuto su di lui.
19 Santa Faustina Kowalska, Coroncina della Divina Misericordia.
20 Colletta della XXVI Domenica del Tempo Ordinario.
21 Giovanni Paolo II, Visita a Collevalenza, 22 novembre 1981.
22 Beata Speranza Alhama Valera, Supplica a Maria Mediatrice (anno 1959).
23 Cf. Lc 13,1-9: Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
24 Cf. in particolare: Giovanni Paolo II, Dives in Misericordia, n. 12.
25 Cf. 1 Cor 7,29-31: Il tempo si è fatto breve. Passa la scena di questo mondo.
26 Cf. At 4,32-35: La moltitudine dei credenti aveva un cuor solo e un’anima sola.
27 La Bolla Misericordiae Vultus (n. 14), per le tappe di questo pellegrinaggio spirituale, fa riferimento a Lc 6,37-38: Non giudicate, non condannate, perdonate e date...
28 Le due ante della Porta che si apre danno l’idea di due braccia che accolgono.
29 Cf. Lc 15,20: Suo padre gli si gettò al collo e lo baciò.
30 Cf. Lc 10,33: Un Samaritano lo vide e ne ebbe compassione.
31 Queste, in genere, sono causate dalla imperfezione dei nostri atti di pentimento.
32 Questo atto interiore diventa poi spinta propulsiva per i necessari cambi esteriori.
|
[Home page | Sommario Rivista]
realizzazione webmaster@collevalenza.it
ultimo aggiornamento
18 dicembre, 2015