studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

 

Vangelo e santità laicale

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Giulio Salvadori
dalla cattedra un formatore di giovani

Un’altra figura di santità laicale ci viene da un poeta e critico letterario. Veramente in attuazione e alla luce del Concilio Vaticano II, con il Decreto sull’Apostolato dei laici.

Si tratta di Giulio Salvadori (14 settembre 1862 – 7 ottobre 1928). È il quinto di sette figli, nasce a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, dove vi trascorre la sua giovinezza. Qui Giulio comincia a stringere una amicizia con lo storico Gian Francesco Gamurrini e viene così avviato allo studio.

All’età di tredici anni, l’agiata famiglia Salvadori si trasferisce a Roma da poter permettere a questi ragazzi di dare maggiori possibilità di studio. Si rivela fin da subito in Giulio un’inclinazione agli studi letterari tanto da frequentare a Roma il liceo classico "Visconti"; la sua passione allo studio lo porta a conoscere lo scrittore Edoardo Scarfoglio che lo introduce a Gabriele D’annunzio. Nel frattempo intraprende la sua prima attività letteraria, collaborando con varie riviste, particolarmente con "Cronaca bizantina" dove pubblica il sonetto "Contrasto" e "Capitan Fracassa".

L’amicizia con Gabriele D’Annunzio, la lettura delle "Odi barbare" di Giosuè Carducci e l’adesione a movimenti letterari d’avanguardia, portarono Giulio non solo ad allontanarsi dalla fede cristiana ma anche ad aderire all’anticlericalismo e allo scientismo.

Questo periodo per lui durò per circa cinque anni, dal 1880 al 1884. Per aiutare economicamente la sua famiglia, nel 1884 va ad insegnare al liceo classico di Ascoli Piceno. Qui conosce e si innamora perdutamente di una giovane signora; la sua sensibilità d’animo però lo porta ad interrompere questo rapporto. La crisi di coscienza per quell’amore illecito, lo porta pertanto a riscoprire fortemente la fede. Era il venerdì santo del 1885. Giulio ritorna a Roma dove prosegue gli studi e comincia ad insegnare al ginnasio di Albano Laziale. Dal 1890 insegna presso due licei di Roma e nel 1895 consegue la docenza in Letteratura Italiana, sempre a Roma, presso l’Università "La Sapienza". Nel 1889 aveva pubblicato la raccolta di poesie "Il Canzoniere Civile".

Giulio a motivo della fede riscoperta, trovò però difficoltà presso l’insegnamento universitario. Si viveva in quegli anni un periodo fortemente anticlericale tanto che la Massoneria riuscì finanche a togliergli la cattedra di Stilista. Solo dopo sette anni, nel 1917, Giulio poté riprendere l’insegnamento nella stessa Università romana, fino al 1922.

Nel 1886 grazie all’incontro con Paul Sabatier, storico francese considerato l’iniziatore della moderna storiografia francescana, Giulio aveva ricevuto l’abito del terzo ordine francescano facendo la professione religiosa sette anni dopo presso la congregazione dell’Aracoeli in Roma. Si dà quindi all’assistenza sociale fondando anche un’associazione a scopo caritatevole "Unione per il Bene".

Giulio non si sposa e dedica la sua vita allo studio e all’insegnamento. Nel 1923, padre Agostino Gemelli, riconoscendogli le sue capacità e cultura, gli offrì la cattedra di Lingue e Letteratura Italiana e preside della facoltà di lettere e filosofie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.

Gli venne assegnata, in seguito, anche la cattedra dantesca e l’insegnamento nell’Istituto Superiore di Magistero, sempre dipendente dalla medesima Università Cattolica.

Ma fu particolarmente il Papa Pio X che nel 1912 lo chiamò come suo collaboratore nella revisione letteraria e logistica del suo catechismo. Giulio si adoperò anche a mantenere uniti tanti intellettuali, puntando e perseguendo quei valori cristiani in cui credeva e professava.

La sua vena poetica, poi, lo portarono pure a scrivere opere letterarie e poesie. In occasione del XXVI Congresso Eucaristico internazionale scrisse il testo dell’inno: "Pane del cielo", mentre nel 1928 rifiutò la proposta di Giovanni Gentile di collaborare alla creazione dell’Enciclopedia Treccani.

Giulio terminò la sua vita terrena, quando nell’ottobre 1928 partì da Milano per Roma per presiedere a degli esami di maturità nel liceo "Mamiani". Venne colpito da una violenta polmonite mentre era nella sua antica casa di famiglia. Muore all’età di 66 anni, il 7 ottobre 1928. Venne sepolto nella Basilica di S. Maria in Ara Coeli.

Giulio lascia una grande eredità: ha sempre considerato l’insegnamento come una missione. Alla sua scuola si sono formate personalità di spicco dell’Italia cattolica, come Fanfani, Tecchi, Bontadini, Vian, il cardinale Pellegrino e il cardinale Giovanni Colombo.

La sua figura si colloca tra i personaggi di spicco della letteratura italiana della seconda metà dell’ottocento e degli inizi del novecento. Considerato anche come "Poeta di Dio" per la sua particolare fede e il suo impegno nell’annunzio della fede in versi artistici e nella vita di tutti i giorni.

Per Giulio Salvadori, l’innamorato di Dio e del sapere, formatore cristiano dei giovani, la Chiesa ha iniziato la causa di beatificazione. Attualmente è Servo di Dio, con l’augurio di averlo santo della letteratura italiana contemporanea.

Di lui, papa S. Pio X aveva detto che non era solo un buon cristiano ma un santo.

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ultimo aggiornamento 14 dicembre, 2021