Il tuo Spirito Madre

a cura di P. Mario Gialletti fam

 

Quale lavoro mi attende?

5 gennaio 1928 - Questa notte il buon Gesù mi ha chiesto - e oserei dire, mi ha imposto - di aspirare decisamente ad una maggiore perfezione, per potermi chiedere ciò che tanto desidera; per conseguire ciò, ha aggiunto, devo usare tutti i mezzi. Il primo è incoraggiarmi a fare per Lui grandi cose, costi quello che costi.

La supplico, padre mio, mi aiuti e non si stanchi di lavorare con questa povera creatura perché, se è vero che non do al buon Gesù e a lei la soddisfazione di vedermi avanzare nella perfezione alla quale sono chiamata, tuttavia è vero anche che, già da tempo, non desidero altro che fare la volontà del buon Gesù, sempre dopo avergliela comunicata e averne ottenuto il permesso.

 

23 gennaio 1928 - Questa notte mi sono distratta e il buon Gesù si è comportato, al solito, come un vero Padre! Mi ha detto nuovamente che desidera non abbia altra aspirazione se non quella di amarlo e soffrire per Lui; a tale scopo Egli mi farà gustare con più intensità le dolcezze del suo amore; mi ha ordinato di chiederle che mi permetta di non scrivere in questo quaderno tali colloqui d’amore, perché lei, dice il buon Gesù, non potrà servirsene.

Ciò mi ha preoccupato e mi ha tolto il tempo che potevo impiegare pensando al mio Dio. Quante cose sono passate per la mia mente, padre mio! Siccome non posso nasconderle niente, per quanto mi vergogno, debbo confessarle che avevo un fortissimo desiderio di lasciarla per sempre, sembrandomi ingiusti molti suoi ordini.

Quanto mi ha tormentato il demonio questa mattina, o meglio il mio orgoglio, perché non le raccontassi più ciò che il buon Gesù mi dice o ciò che avviene nella mia anima! Per questo si è impossessata di me una tristezza tale, da rendermi incapace di elevare il cuore a Dio. Nonostante il mio proposito di non nasconderle niente, non so se riuscirò a mantenerlo nello stato in cui mi trovo. Mi perdoni, padre, e chieda al buon Gesù mi aiuti ad essere fedele a Lui e a lei.

 

7 febbraio 1928 - Questa notte il buon Gesù mi ha detto che lavoro ben poco per far conoscere a coloro che mi sono vicini il suo Amore Misericordioso per gli uomini. Ciò perché ancora non compio pienamente la sua divina volontà, ma, al contrario, perdo tanto tempo a fare castelli in aria da quando ho saputo che fallirà la diffusione della dottrina del suo Amore Misericordioso. Presa da ciò che accadrà e da quanto diranno di me, sto perdendo miseramente i giorni e parte delle notti, a vergognarmi del fallimento. Che pena per tale paterno rimprovero, padre mio! Mi aiuti a chiedere, ancora una volta, il perdono a Gesù.

È vero, da tempo sono preoccupata per il fallimento della dottrina dell’Amore Misericordioso. Infatti p. Arintero, anche se è un grande santo, come uomo ha un modo tutto suo di vedere le cose e così, molte volte, nei suoi opuscoli sull’Amore Misericordioso, propaga idee che, secondo il buon Gesù, non sono corrette.

Gliel’ho detto più volte, ma vedo che gli costa molto sottostare, in tante cose, ad una povera religiosa, ignorante e senza tanta cultura come lui. Rendendomi conto di ciò, con grandissimo sforzo, gli riferisco ciò che Gesù mi dice, ma vedo che lui non lo pubblica come gli viene riferito. La stessa cosa ha fatto con alcuni particolari della novena che ha divulgato in America, Francia e Spagna.

Padre, mi perdoni, per non averle detto prima tali cose; temevo che il mio desiderio di riferirle tutto ciò non fosse sincero, ma misto ad amor proprio e con lo scopo che lei dicesse bruscamente: "basta, smetti di collaborare con questo padre". Questa infatti sarebbe la cosa che più gradirei, specialmente dopo che la marchesa di Almaguer mi ha fatto sapere che non si può più lavorare nel diffondere la dottrina dell’Amore Misericordioso, perché è una novità che la Chiesa non approva. Padre, mi perdoni per averle nascosto tanto a lungo queste cose. Le chiedo di non proibirmi di proseguire questo lavoro nonostante la minaccia del fallimento, perché se ciò dovesse accadere, non rivelerò mai chi mi spingeva a farlo.

 

19 febbraio 1928 - Oggi, la marchesa di Almaguer mi comunica che devono essere ritirate le immagini dell’Amore Misericordioso da tutte le chiese e che i Domenicani le hanno già tolte; si devono ritirare anche tutte le immagini in possesso delle famiglie.

Questa notizia ha provocato in me una tristezza tale da non riuscire a concludere nulla per l’intera mattinata. Mi mancavano anche le forze per comunicarle tale situazione con la scusa che lei si sarebbe vergognato e rattristato per avermi chiesto tante volte di avventurarmi in questo lavoro senza rispetto umano. Mi meravigliava e contribuiva a moltiplicare la mia tristezza, il fatto che lei non aveva voluto che i miei superiori sapessero che lavoravo con p. Arintero.

Che sciocchezza chiedermi per tutta la giornata "il padre temeva di fare brutta figura nel farmi lavorare col p. Arintero, per questo motivo la riservatezza del mio padre spirituale?".

Mi perdoni, padre, e non si stanchi di aiutarmi nonostante la mia malvagità e sfrontatezza per pensare queste cose nei suoi riguardi ed applichi a me un po’ di quello che il buon Gesù mi ha chiesto di rivelare a tutti, ossia: "che Egli ama ogni uomo allo stesso modo e se c’è qualche preferenza è per quanti, schiacciati dalle proprie miserie, si sforzano e lottano per essere come Lui vuole e che l’uomo più perverso, il più abbandonato e miserabile è amato da Dio con una infinita tenerezza".

Padre, chieda al buon Gesù che oggi applichi a me tutto questo e dimentichi la mia ingratitudine e i dispiaceri che gli ho arrecato e che la conoscenza di me stessa rinnovi il mio bisogno di Dio e mi faccia sospirare ardentemente, notte e giorno, per Lui solo e per il compimento della sua divina volontà.

 

26 febbraio 1928 - Questa notte il buon Gesù mi ha ripetuto nuovamente che devo sforzarmi di più per distaccarmi totalmente dalle creature e unirmi completamente a Lui. Io, padre, non riesco a capire dov’è questo attaccamento per poterlo troncare. La prego, mi aiuti.

Mi ha anche detto che desidera raddoppi l’impegno per progredire nella santità; ma facendo attenzione che tale desiderio non sia precipitoso, né febbrile e, meno ancora, presuntuoso. Egli, infatti, dice che gli sforzi violenti non sono duraturi e che i presuntuosi sempre si scoraggeranno ai primi insuccessi. Mi avverte anche che, nel corso della mia vita e nel lavoro che sono chiamata a svolgere, mi troverò con la forte impressione (e talvolta realmente) di grandi insuccessi. Cosa vorrà dire, padre mio?

Quale lavoro mi attende? Ho paura, molta paura, non del buon Gesù, ma di non potergli dare quanto mi chiede e quindi di procurargli tanti dispiaceri.

 

Il buon Gesù sa bene, e anche lei, che da molto tempo mi sento spinta ad amarlo fortemente e, mossa dalla forza di tale amore, vorrei abbracciare la croce che più gli piace. Ma nonostante il mio desiderio si vede che non è così. Padre, preghi perché il mio amore a Gesù non sia un entusiasmo passeggero, ma realtà. (El Pan 18, 7-25)

 

 

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ultimo aggiornamento 08 febbraio, 2022