studi Vangelo e santità laicale

Sac. Angelo Spilla, fam

Ancora un’esperienza di fede profonda di un giovane, rubato alla terra per rendere il cielo ancor più bello di quello che è.

E’ interessante conoscere la breve vita di Gianluca Firetti, morto a venti anni, lasciando al mondo una delle più belle testimonianze di fede e di fiducia nel Signore.

Gianluca Firetti (8 settembre 1994 - 30 gennaio 2015) era nato a Cremona e vissuto a Sospiro, in provincia di Cremona. E’ il secondo figlio della coppia di sposi Luciano e Laura. Un ragazzo normale come tutti gli altri, che si dedica allo studio e allo sport, particolarmente al calcio; frequenta volentieri l’oratorio parrocchiale di Sospiro, un po’ meno la messa domenicale; consegue il diploma di perito agrario.

La vita e le prospettive future di questo giovane cambiano, però, improvvisamente quando nel dicembre 2012, durante una partita, si manifesta la malattia con un dolore forte alle gambe. In breve peggiorerà in quanto gli viene diagnosticato un osteosarcoma, un tumore maligno, che nasce dalle cellule ossee. Questo male partito dal ginocchio in due anni ha intaccato tutto il corpo.

Da quel momento tutto cambia nella vita di Gianluca, nel suo rapporto con Dio, con la famiglia e con gli altri. E’ stata infatti questa malattia che permettono a Gianluca di rivisitare la propria fede, istaurando un vero rapporto di amore con Gesù, fede che nei rimanenti due anni di vita ha saputo trasmettere e testimoniare agli altri.

Grazie all’amica Valentina, Gianluca ha conosciuto don Marco D’Agostino, all’epoca insegnante al liceo «Vida» di Cremona. Dall’incontro con questo sacerdote, Gianluca apre il proprio cuore a Dio confidando i suoi dubbi e le sue domande sulla vita dopo la morte. Non si sentì solo in questo momento di profondo dolore, anzi fu sempre circondato da amici, vecchi e nuovi, che lo hanno accompagnato nella sua lotta contro il tumore.Fu propriamente don Marco che facendo visita a Gianluca, con questi si instaurò un ottimo rapporto di fiducia nell’accompagnamento alla fede cristiana. E da questo intenso dialogo ne venne fuori il libro, scritto da entrambi: «Spaccato in due». L’alfabeto di Gianluca, pubblicato dall’Edizione San Paolo, nel 2015, a pochi giorni dalla morte di Gianluca.

Don Marco narra come è avvenuto questo incontro fra loro due e come soprattutto Gianluca ha aperto il suo cuore, fidandosi che, chi gli voleva bene, avrebbe saputo aiutarlo. Gianluca ha contagiato tutti con la sua malattia più grave: l’amore. Si rendeva conto come il tramonto stava per diventare alba.

Era consapevole di dover morire e domandava al suo sacerdote: «Don, sto morendo. Che cosa mi attende? Quale sarà la mia ricompensa? Gesù mi sta aspettando?". E con don Marco, Gianluca ha così scrive un libro in un alfabeto, la sua vita in poche pagine, dando una chiara testimonianza di fede nel Signore.

È stata la sofferenza che lo ha maturato e purificato fortemente. Ha saputo essere, insomma, un atleta della vita. Nella malattia Gian, come lo chiamavano tutti, scopre un volto di Gesù prima solo intuito. E’ un giovane sereno nonostante la dolorosa malattia, e sa trasmettere serenità a chi lo incontra. Ha saputo dare sempre parole d’incoraggiamento per gli altri, anche quando il tumore lo blocca sulla sedia a rotelle o su un divano. Non si ribella alla sofferenza, ma nemmeno la nasconde: «Mi raccomando - confida ad un amico - non sprecare la vita, fa il bravo, studia perché io farei cambio e studierei 500 pagine piuttosto che di soffrire». Sale sulla Croce con Cristo e per questo diventa un segno di risurrezione.

Gianluca dall’ospedale ha pure scritto una lettera a Papa Francesco in questo suo tempo di dolore e il 18 dicembre 2014 ha ricevuto la telefonata del segretario personale del Papa.

Gli ultimi mesi della sua vita gli sono serviti ancor più, non tanto a chiedere il miracolo della guarigione quanto la crescita nella fede, desiderando l’incontro con il Signore. I suoi occhi accesi diventarono la sua luce, che sapeva trasmettere agli altri. Essendo uomo di comunione ha saputo comunicare questo bisogno di amore, inviando anche messaggi tramite whatsApp ai suoi amici.

In questo combattimento e in questa storia di dolore Gianluca si è allenato nella fede. Muore all’ospedale di Cremona il 30 gennaio 2015, a soli vent’anni, lasciando a tutti una bella testimonianza di fede e di fiducia nel Signore.

Nell’introduzione al suo libro aveva scritto: «In questo libro mi ritroverai, in ogni pagina. E io troverò te. Sento che, in Dio, siamo già amici".

Nel momento finale della sua esistenza, don Marco ha pronunciato delle belle parole di affidamento al Signore: «Tu, dono, sei riconsegnato a Chi ti ha donato a noi». Un messaggio d’incoraggiamento e di speranza per tutti, soprattutto per i giovani.

Gian é stato seppellito nel cimitero cittadino di Sospiro.

 

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ultimo aggiornamento 09 giugno, 2023