ROBERTO LANZA
"Però mai devi dimenticare che Io mi sono sempre servito dei mezzi più insignificanti e piccoli per fare cose grandi e meravigliose".
(Diario)
N
el Diario della Madre Speranza, c’è una pagina straordinaria che racchiude e sintetizza un vero e proprio cammino di santità. E’ una pagina che la Madre scrive nel suo Diario il 14 maggio 1949: "[…] Così, tu devi passare per tutta questa elaborazione, per essere come io ti voglio, cioè voglio servirmi di te come alimento e sostegno di molte anime e che i figlie e le figlie succhino da te la sostanza di questa elaborazione per darmi molta gloria in questo Santuario, con il soave profumo del sacrificio, dell’orazione, della rinuncia e con il continuo esercizio della carità e dell’amore ai più bisognosi"1. Davvero una pagina "meravigliosa", dove si intravede in maniera trasparente, il percorso che il Signore ha tracciato per la Madre Speranza e dove è racchiuso il "segreto" della sua obbedienza. Una verità che dimentichiamo spesso è che quando il Signore vuole affidarci una missione, ci lavora, per poi realizzarla.
Certe vie in cui abbiamo da camminare possono sembrarci difficili, ma dobbiamo ricordare che il Signore è con noi, Dio ci vuole modellare, ci vuole plasmare, ma noi spesso siamo troppo duri di cuore, non ci lasciamo mettere "le mani addosso", ci ribelliamo alla Sua volontà, impedendo alla forza dello Spirito Santo di togliere le impurità della nostra vita e così facendo non gli permettiamo di fare di noi dei credenti veramente "consacrati", dei vasi per la Sua gloria. Il lavoro da fare è faticoso, perché l’argilla estratta è piena di scorie e di grumi che la rendono dura e difficile da modellare. Dio è il vasaio, noi siamo l’argilla, Egli fa girare il tornio della sua ruota da vasaio, ci plasma e ci modella bagnandoci per renderci più simili a Cristo e così per poterci meglio usare per la Sua volontà.
Dio non ci abbandona, né "rattoppa" la nostra vita togliendoci dei difetti, vizi e mettendo al loro posto delle virtù cristiane, ma ricrea, "costruisce" delle nuove creature con nuove menti e nuovi cuori, nuovi modi di pensare, di agire e di vivere. Anche la Madre è stata modellata, e lei è stata pienamente malleabile, ovvero è stata pronta ad accettare i "comandamenti" di Dio, è stata docile nel piegarsi liberamente e ripetutamente al volere di Dio. Il "Mastro vasaio", mise spesso alla prova la disponibilità della Madre ad essere obbediente; ella aveva capito molto bene e compreso profondamente nel suo cuore che, quello che gli chiedeva il buon Dio, poteva essere realizzato soltanto se sarebbe rimasta sulla ruota del vasaio, ossia se avesse permesso, all’Amore Misericordioso, di modellarla, senza resistenze e senza scoraggiamenti.
Ma torniamo alla nostra pagina del Diario e alle righe iniziali che ci accompagneranno per alcuni mesi: quale percorso di santità e di carità aveva pensato il Signore per la Madre Speranza? Per quali tappe è dovuta passare? Come ci lavora il Signore? Quale "strategia" usa nei nostri confronti?
Come figli di questa epoca, tutti siamo in qualche modo sotto l’influsso della cultura attuale "globalizzata", che, pur presentandoci valori e nuove possibilità, ci presenta un modello di uomo completamente immerso nell’efficienza e nel valore delle proprie capacità. È degno di nota il fatto che, persino chi apparentemente dispone di solide convinzioni dottrinali e spirituali, spesso cade in uno stile di vita che porta ad attaccarsi a spazi di potere e di gloria umana che ci si procura in qualsiasi modo, invece di dare la vita per il Signore e per gli altri. Il rischio della nostra fede è proprio quello di adeguarsi alle logiche di grandezza umana nel valutare e nel vivere la vita. Per servire Dio non serve l’efficienza o il nostro sentirsi "bravini", non serve l’orgoglio di sapersi più bravi o più capaci degli altri. Quante volte, nella nostra vita di tutti i giorni, commettiamo questo "errore".
Ci sono troppi maestri, siamo immersi in mille voci, opinioni, condizionamenti, è il nostro orgoglio che Dio non vuole, quel tipo di presunzione che ci spinge ad incensarci e a concentrarci solo su noi stessi, ma che ci allontana da Lui. Ci vantiamo delle nostre buone qualità, ci gloriamo dei pregi che non abbiamo, quanti sono asini e si credono portenti! La Scrittura ci ricorda che: "Dio resiste ai superbi, ma dona la sua grazia agli umili"2, di fatto, quello che conta, non è ciò che facciamo per Dio, ma piuttosto quello che Dio, nel suo grande amore, fa per noi! I piccoli ascoltavano questa buona novella e si rallegravano. I sapienti e i dottori, al contrario, non riuscivano a capire un tale insegnamento. Gesù, una volta aveva detto: "Se uno vuol essere il più grande, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti"3. Nella Chiesa nessuno deve ritenersi superiore agli altri, perché su tutti c’è un solo Signore, Gesù Cristo, e insieme con Lui, noi tutti costituiamo un unico corpo nella grazia dello Spirito: "Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi con tutta umiltà consideri gli altri superiori a sé stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri"4.
La domanda, allora, non sarà "sono capace?" È del tutto ovvio che non lo sei, io non lo sono, nessuno lo è. La domanda invece deve essere: "il Signore ti chiama a questo?" Se infatti è il Signore a chiamarci per questo incarico, lui ci darà anche tutto quello che serve per svolgerlo come lui vuole. "Tutto posso in Colui che mi dà forza"5. possiamo avere la sensazione o l’illusione di fare tante cose da soli, anche senza Cristo, ma non è così, da soli siamo condannati al fallimento, con Cristo possiamo fare tanto, possiamo fare tutto. "Nulla è impossibile a Dio"6, anche che una piccola suora spagnola nata nella povertà, diventi araldo e profeta di un messaggio divino da portare a tutti gli uomini e che sia capace di realizzare completamente quel progetto di misericordia al quale Dio l’aveva predestinata dall’eternità, così come ben evidenzia una strofa di una canzone scritta in occasione della sua beatificazione:
7.Hai scelto me Gesù,
per compiere un’impresaportare a tutto il mondo
il tuo immenso Amore.Hai scelto me Gesù,
io che non sono nientema so che col tuo aiuto farò qualsiasi cosa
La Madre Speranza ha vissuto fino in fondo questa "beatitudine", il suo è stato il fiat di un’Ancella, la totale consegna di sé, come serva, per adempiere la volontà del proprio Dio, come libera collaboratrice di un Padre che non costringe, non si impone, ma si propone. Una "comprensione" del volere di Dio, che diventa più solenne quando nel suo Diario il giorno 24 febbraio 1951, scrive così: "Il buon Gesù mi ha detto che è arrivato il momento di fondare la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso. […] Io, Signore, non sono disposta a servire da strumento per farti soffrire collaborando al tuo fallimento; cercati una creatura più adatta per questa impresa, cercati, Signore, un Vescovo, un monsignore o un sacerdote esperto e virtuoso, chiunque tu voglia, ma non io, Signore, e per giunta aiutata da un secolare che non ha la più pallida idea di cosa sia la vita religiosa". […] Al che ho aggiunto: "Ecce Ancilla, Domini"8.
Da questa pagina del Diario, emerge in maniera determinante la profonda considerazione, della Madre, di non essere in grado di portare avanti una missione tanto importante. La capacità di saper donare la vita giorno dopo giorno, era ciò che desiderava il buon Gesù, ma la Madre risponde che non ne sarà capace e presenta tutti i suoi dubbi e timori. Fino ad arrivare al "fiat" del servo inutile, all’accettazione piena e consapevole di essere stata chiamata ad essere Madre, umile ancella del Signore, per essere, nelle sue mani, strumento di misericordia. Da questo punto di vista, la Madre Speranza, ha potuto ripercorrere lo stesso itinerario di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto"9.
Come si serve il Signore?
Gli Atti degli Apostoli ci ricordano: "ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei"10. Qui l’indicazione è preziosa: l’umiltà si impara accogliendo come occasione preziosa gli abbassamenti della vita. Chi vive un’esistenza che gli ricorda spesso i suoi limiti, fa meno fatica di altri a capire quale sia il suo posto nella relazione con Dio. La salvezza è data in dono senza alcun merito, e chi è riconoscente è mite e umile: "Chiunque s’innalzerà sarà abbassato, e chiunque si abbasserà sarà innalzato"11. Nel suo Diario troviamo una bellissima preghiera: "Fa, Gesù mio, che abbia sempre in mente che la carità e l’umiltà sono il fondamento della santità e che la raggiungerò solo col tuo amore"12. La persona umile riconosce di essere un nulla davanti all’onnipotenza di Dio e non pretende di gestire e controllare ogni cosa che accade: "Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi"13. Dio non guarda tanto al numero delle opere buone che compiamo, quanto all’amore con cui le compiamo.
Dio non affida a nessuno un peso più grande di quello che è in grado di sopportare, tutti rifiutano e rimangono schiacciati da questa "pietra", ma chi fonda su questa pietra angolare la sua esistenza, chi sperimenta nella croce che Dio non lo ha abbandonato, non sarà mai scosso. Chi non necessita di rassicurazione nei momenti di incertezza e di prova? Chi è tanto sicuro di sé che non ha bisogno della grazia di Dio?
Per concludere, un’ultima cosa
Anche nella vita occorre un maestro che ci faccia vedere come viverla. Così come per le scalate in montagna e per le immersioni subacquee occorre un istruttore, qualcuno che ne sappia più di noi e ci insegni le tecniche per salire o per scalare o per immergerci… Coraggio fratello mio, noi crediamo nel sole anche quando non brilla… crediamo all’Amore anche quando non lo sentiamo… e crediamo in Dio anche quando tace.
Ieri è storia, domani un mistero, oggi è un dono da vivere che si chiama Amore Misericordioso!
(continua)
1 Diario (1927-1962) (El Pan 18)
2 Gc. 4,6
3 Mc. 10
4 Filippesi 2,3-4
5 Filippesi 4,13
6 Lc. 1,37
7 “Sia fatta la tua Volontà” scritta e cantata da Chiara Rossini
8 Diario (1927-1962) (El Pan 18)
9 Lc. 1,38
10 Atti. 20,19
11 Mt. 23,12
12 Diario (1927-1962) (El Pan 18)
13 1 Pt. 5, 6-7
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ultimo aggiornamento
09 giugno, 2023