Il tuo Spirito Madre a cura di P. Mario Gialletti fam
N
on potete immaginare quanto soffro sentendo qualcuno lamentarsi delle prove a cui è soggetto. Ciò vuol dire che avete dimenticato che la vita di una religiosa è vita di lotta e solo lottando otterremo la corona di gloria che il Buon Gesù ci ha preparato.Dimenticano anche che un’Ancella dell’Amore Misericordioso deve affrontare con serenità le prove, le calunnie e le contrarietà di questa vita sicura che tale è il cammino che ci porta alla gloria dei santi alla quale dobbiamo tendere continuamente, ricordando che le prove anche se ci domano e umiliano, ci insegnano a separare la paglia dal grano, le cose preziose da quelle inutili e ci illuminano perché conosciamo la vita futura e evitiamo quanto non piace a Dio.
Ricordiamoci che le tribolazioni sono la via al cielo e se ciò è vero perché rifiutiamo la sofferenza? Che diremmo di un uomo a cui è data un’enorme ricchezza per farlo uscire dalla sua povertà e questi la rifiutasse dicendo che preferisce restare povero? È un pazzo. Rifiutando la sofferenza commettiamo tale pazzia. Dobbiamo ricordarci che siamo poveri, molto poveri di beni spirituali.
Siamo peccatori e pieni di debiti da pagare o in questa o nell’altra vita. Mercanti che debbono raddoppiare i talenti ricevuti con l’oro purissimo della carità e delle virtù. Siamo poveri esiliati, schiacciati da mille necessità e miserie materiali e spirituali. Gesù che conosce la nostra viltà e debolezza ha messo nelle nostre mani un preziosissimo tesoro, una sorgente inesauribile di meriti con cui arricchirci e pagare i nostri debiti; ma noi ci permettiamo di rifiutare questo inestimabile tesoro.
Non dimentichiamo quali ricchezze spirituali ci procurano le tribolazioni e capiremo che invece di rifiutarle o temerle le cercheremo. Ma perché? Cosa sono le tribolazioni? Le tribolazioni sono una misericordiosa visita del Buon Gesù, una prova d’amore che ci dimostra il nostro Buon Padre. Ricordiamo anche che Gesù quanto più ama una persona tanto più la prova. Egli sferza e corregge i figli che più ama. Quale figlio non è punito dal padre?
Poco tempo fa ho sentito qualcuna che diceva: «Perché Gesù permette le prove?». Perché la tribolazione ci fa ricorrere a Lui. Gesù si serve delle tribolazioni per attirare a sé le anime consacrate, che dimentiche della loro vocazione e dei doveri del proprio stato si lasciano sedurre dalle cose di questo mondo alle quali avevano rinunciato.
Sapete bene che gli amici più cari di Gesù sono i poveri, i perseguitati, gli afflitti, perché sono quelli che più gli assomigliano. Infatti essi vivono e muoiono abbracciati alla propria croce. E noi consacrate rifiuteremo la croce? Le tribolazioni ci scoraggeranno?
No! Al contrario! Ne ringrazieremo il buon Gesù e aiuteremo le nostre sorelle ad accoglierle con gioia, o almeno con buona volontà, pazienza e conformità alla volontà di Dio, insegnando loro quale bisogno ha il cristiano di tali virtù per la propria salvezza; inoltre la pazienza nelle prove ci fortifica e ci fa acquistare tutte le virtù.
Insegneremo loro ciò che non dobbiamo mai dimenticare: è più meritorio soffrire con pazienza che risuscitare i morti e compiere altri miracoli. Ricordando anche che se il mondo chiama miseri gli afflitti, i calunniati, i poveri, i tribolati… Gesù li chiama felici e beati perché li ha scelti per Sé.
Fortezza
Poco tempo fa qualcuna mi ha chiesto: perché il bene è così osteggiato? E perché anche la nostra attività, con la quale vogliamo fare del bene esercitando la carità, viene trattata in tal modo?
Certo il bene o quanto si riferisce alla gloria di Dio deve per forza avere il marchio della contraddizione e spesso questa viene proprio da dove umanamente parlando dovremmo aspettarci l’aiuto. Ma è necessario si realizzi la volontà di Dio.
Allora non preoccupiamoci perché se lavoriamo per amore di Gesù e per la sua gloria i frutti verranno quando la provvidenza vorrà. Quanto più crescono le sofferenze tanto più aumenteranno i risultati. Ma quando saranno esaurite le risorse umane e crederete di non aver fatto niente, non temete perché – lo ripeto – se questa opera la vuole Gesù non dobbiamo scoraggiarci e tanto meno fuggire nella lotta: è questo infatti il momento emergerà l’azione soprannaturale della grazia.
Non dimenticate che per portare avanti questa lotta dobbiamo essere forti e non scoraggiarci, ma pensare che se Gesù ce lo chiede non dobbiamo abbandonare il lavoro, anzi dobbiamo impiegare tutte le energie per vincere le difficoltà e sofferenze che Egli permetterà
per il nostro bene.Non critichiamo o lamentiamoci mai contro chi ci presenta questa amara bevanda; essi sono gli strumenti di cui Gesù si serve e davanti a Lui piuttosto che sfigurare acquisteranno la loro ricompensa. Non dimentichiamo che un angelo presentò tutto questo allo stesso Gesù e rimase puro come prima. Preoccupiamoci di non far passare giorno senza aver pregato, con passione, per quanti crediamo ci abbiano ferito. (El pan 5, 147-160)
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ultimo aggiornamento
17 febbraio, 2025