I segni del Giubileo

Gli eventi del Mese

la Parola del Papa

Catechesi giubilare del Santo Padre

Omelia di Mons. Gualtiero Sigismondi per l’apertura del Giubileo a Collevalenza

Preghiera del Giubileo

 

Il logo del Giubileo

Il Logo rappresenta quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Sono una abbracciata all’altra, per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Si noterà che l’apri-fila è aggrappato alla croce. È il segno non solo della fede che abbraccia, ma della speranza che non può mai essere abbandonata perché ne abbiamo bisogno sempre e soprattutto nei momenti di maggiore necessità. È utile osservare le onde che sono sottostanti e che sono mosse per indicare che il pellegrinaggio della vita non sempre si muove in acque tranquille. Spesso le vicende personali e gli eventi del mondo impongono con maggiore intensità il richiamo alla speranza. È per questo che si dovrà sottolineare la parte inferiore della Croce che si prolunga trasformandosi in un’ancora, che si impone sul moto ondoso. Come si sa l’ancora è stata spesso utilizzata come metafora della speranza. L’ancora di speranza, infatti, è il nome che in gergo marinaresco viene dato all’ancora di riserva, usata dalle imbarcazioni per compiere manovre di emergenza per stabilizzare la nave durante le tempeste. Non si trascuri il fatto che l’immagine mostra quanto il cammino del pellegrino non sia un fatto individuale, ma comunitario con l’impronta di un dinamismo crescente che tende sempre più verso la Croce. La Croce non è affatto statica, ma anch’essa dinamica, si curva verso l’umanità come per andarle incontro e non lasciarla sola, ma offrendo la certezza della presenza e la sicurezza della speranza. È ben visibile, infine, con il colore verde, il Motto del Giubileo 2025, Peregrinantes in Spem.

 

I Segni del Giubileo

Il secondo segno: la Porta Santa

Dal punto di vista simbolico, la Porta Santa assume un significato particolare: è il segno più caratteristico, perché la meta è poterla varcare. La sua apertura da parte del Papa costituisce l’inizio ufficiale dell’Anno Santo. Originariamente, vi era un’unica porta, presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano, che è la cattedrale del vescovo di Roma. Per permettere ai numerosi pellegrini di compiere il gesto, anche le altre Basiliche romane hanno offerto questa possibilità.

Nel passare questa soglia, il pellegrino si ricorda del testo del capitolo 10 del vangelo secondo Giovanni: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo". Il gesto esprime la decisione di seguire e di lasciarsi guidare da Gesù, che è il Buon Pastore. Del resto, la porta è anche passaggio che introduce all’interno di una chiesa. Per la comunità cristiana, non è solo lo spazio del sacro, al quale accostarsi con rispetto, con comportamenti e con vestiti adeguati, ma è segno della comunione che lega ogni credente a Cristo: è il luogo dell’incontro e del dialogo, della riconciliazione e della pace che attende la visita di ogni pellegrino, lo spazio della Chiesa come comunità dei fedeli.

A Roma questa esperienza diventa carica di uno speciale significato, per il rimando alla memoria di S. Pietro e di S. Paolo, apostoli che hanno fondato e formato la comunità cristiana di Roma e che con i loro insegnamenti e il loro esempio sono riferimento per la Chiesa universale. Il loro sepolcro si trova qui, dove sono stati martirizzati; insieme alle catacombe, è luogo di continua ispirazione.

 

GLI EVENTI DEL MESE

1° gennaio: Apertura della Porta Santa di Santa Maria Maggiore

Nel giorno della solennità di Maria Santissima Madre di Dio, il Cardinale Rolandas Makrickas, Arciprete Coadiutore della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, alle ore 17:00 ha presieduto il Rito di apertura della quarta Porta Santa del Giubileo Ordinario.

L’ evento ha seguito le aperture delle Porte Sante delle Basiliche di San Pietro in Vaticano, di San Giovanni in Laterano e del carcere di Rebibbia, e precede l’apertura della quinta ed ultima Porta Santa della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura.

«Chiediamo la grazia che quest’ Anno giubilare ci muova e ci spinga a camminare verso il Signore» ha detto nell’omelia Sua Eminenza Makrickas «con una preoccupazione autentica e sincera per i nostri cari, per i nostri poveri, per i malati, per chi ha smarrito la strada della verità, della gioia e della pace». Il Cardinale ha proseguito con l’invito a raccogliere l’appello che il Papa fa nella Bolla di indizione Spes non confundit di "sperimentare la vicinanza della più affettuosa delle mamme»: Maria. A Lei anche l’affidamento della preghiera finale della meditazione dell’Arciprete Coadiutore: «Ci conduca a Gesù: la pienezza del tempo, di ogni tempo, del tempo di ognuno di noi».

La Porta Santa della Basilica Liberiana, opera dello scultore Luigi Enzo Mattei, è frutto di un concorso indetto in occasione del Grande Giubileo del 2000. Dedicata al III Millennio, è stata benedetta da San Giovanni Paolo II l’8 dicembre 2001 e aperta per la prima volta da Papa Francesco il 1° gennaio 2016 in occasione del Giubileo della Misericordia. Su di un’anta è raffigurata la Madonna, realizzata sul calco dell’immagine della Salus Populi Romani conservata all’interno della Cappella Paolina, nell’atto di indicare il Cristo Risorto, che sull’altra anta tiene il braccio destro steso con la mano rivolta alla Madre e ai fedeli.

Quando le due ante sono aperte, le figure del Cristo e della Madonna sono rivolti verso i fedeli che passano e con la particolare posizione delle loro mani li invitano a entrare.

Nella parte superiore della Porta sono rappresentate le scene bibliche dell’Annunciazione e della Pentecoste. In basso sono raffigurati due Concilii, quello di Efeso, in cui Maria viene proclamata Madre di Dio, e il Vaticano II, dove Maria viene invocata con il titolo di Madre della Chiesa.

 

5 gennaio: Apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura

Domenica 5 gennaio 2025, vigilia dell’Epifania, il cardinale arciprete James Michael Harvey ha presieduto alle ore 10.00 il rito dell’Apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura, introdotto dal suono del corno "shofar". Il cardinale, dopo un momento di preghiera personale, ha attraversato la Porta Santa e ha fatto ingresso in Basilica sulle note dell’inno del Giubileo, iniziando poi la celebrazione della Santa Messa alla presenza di oltre tremila fedeli. L’evento ha chiuso simbolicamente il ciclo delle Aperture delle quattro Porte Sante delle Basiliche papali maggiori di Roma, iniziato il 24 dicembre 2024, con l’Apertura, da parte di Papa Francesco, della Porta Santa della Basilica di San Pietro.

"Con l’apertura della Porta Santa, un atto tanto semplice quanto suggestivo, - ha sottolineato l’arciprete durante l’omelia della Celebrazione eucaristica - abbiamo varcato la soglia del tempio sacro con immensa gioia perché, in modo emblematico, abbiamo varcato la porta della speranza". Il cardinale Harvey ha invitato i fedeli a cogliere l’apertura della Porta Santa come simbolo del passaggio salvifico offerto da Cristo: "Varcando con fede questa soglia entriamo nel tempio della misericordia e del perdono".

In un periodo segnato da "tragedie, guerre e crisi di varia natura", il porporato ha ribadito l’importanza della speranza, definendola "una certezza fondata sulla fedeltà di Dio, infusa da Lui e garantita da Lui stesso". Citando Benedetto XVI, in Spe Salvi, ha aggiunto: "Anche un presente faticoso può essere vissuto se conduce verso una meta sicura". Il cardinale Harvey ha concluso esortando i fedeli a vivere il Giubileo come un cammino spirituale: "Accogliamo con gioia l’appello del Papa a essere seminatori di speranza, il dono più bello che la Chiesa può offrire al mondo".

Alla fine della Santa Messa, i pellegrini hanno iniziato a varcare la Porta Santa di San Paolo, aprendo così anche i pellegrinaggi giubilari alla tomba dell’apostolo Paolo.

 

24 - 26 gennaio 2025: Giubileo del Mondo della Comunicazione

Il primo dei grandi eventi dell’Anno Santo è stato il Giubileo del Mondo della Comunicazione nell’ambito dei festeggiamenti per San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. A questo momento hanno preso parte tutte le figure professionali del mondo della comunicazione sia a livello ecclesiale sia a livello civile (giornalisti, operatori dei media, dirigenti e direttori di testata, membri dei CdA, videomaker, grafici, copywriter, PR, social media manager, tecnici audio e video, tipografi, informatici...).

Il Giubileo si è aperto con una celebrazione Eucaristica presso la Basilica di San Giovanni in Laterano per poi continuare sabato 25 con il passaggio della porta Santa a San Pietro e l’incontro con il Santo Padre nell’Aula Nervi. Nel pomeriggio si è tenuto un meeting di carattere culturale e spirituale "Dialogo con la città". Il tutto è culminato con la S. Messa della "Domenica della Parola di Dio" presieduta dal Papa nella Basilica di S. Pietro.

Gli operatori dell’informazione si sono fatti pellegrini di speranza, in cammino, per riflettere su come comunicare questa speranza in una realtà in cui incombono conflitti, povertà, disastri climatici, eventi drammatici.

Il papa nell’Omelia per la "Domenica della Parola", ha voluto rendere omaggio agli operatori della comunicazione che rischiano la vita per raccontare la verità. Ha ricordato i giornalisti che, nel corso dell’ultimo anno, hanno pagato con la vita il loro impegno professionale. Un appello accorato è stato rivolto ai leader mondiali affinché si adoperino per la liberazione dei giornalisti ingiustamente incarcerati: «La libertà dei giornalisti è libertà per ognuno di noi», ribadendo così la necessità di difendere la libertà di stampa e il diritto fondamentale all’informazione.

Papa Francesco guarda al giornalismo come una vocazione e una missione e il linguaggio nella narrazione dei fatti è un linguaggio che può fare la differenza tra una comunicazione che crea ponti e una che accresce le divisioni. La responsabilità dei media, secondo il Pontefice, non si limita alla trasmissione dei fatti, ma si estende alla capacità di ascoltare, riflettere e dare voce agli emarginati. Il tema del coraggio ha rappresentato il filo conduttore del discorso, il Papa infatti ha ricordato che la parola coraggio deriva dal latino "cor", cuore, e che "parlare con il cuore" è essenziale per una comunicazione autentica.

Il Cardinale vicario di Roma Baldo Reina apre la Porta Santa di San Giovanni

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ultimo aggiornamento 17 febbraio, 2025