ESPERIENZE

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L. S.

L’amore misericordioso di Dio risplende nella devozione al Sacro Cuore

 

A giugno - quando la natura si accinge a vivere il massimo del suo rigoglio in noi è emergente il desiderio di verde, di acqua di mare, di alture montane siamo protesi a riscoprire l’ambiente originario della vita. È questo un mese da assaporare rilassandoci e apprezzando la quotidianità. Ma è anche il tempo valevole per coltivare dentro di noi la popolare devozione al Sacro Cuore di Gesù. Con tale culto siamo instradati a considerare il vero volto di Dio, fasciandoci di consolante luce spirituale: perché stiamo a rigustare la tenerezza dell’amore misericordioso di Dio, e sentiamo raccorciate le distanze tra Dio e noi penitenti.
La pietà cristiana nel corso dei secoli è entrata nell’intimità di Gesù, e -rivivendo il mistero del Cenacolo- ha esaltato il cuore della Persona divina umanizzata: perché è nel cuore che ogni amore e dolore trova eco profonda. Anche se la sede principale delle emozioni sta nel sistema nervoso, il cuore più di ogni altro organo risente l’influenza delle sensazioni emotive. Per cui il cuore è simbolo della vita affettiva e soprattutto dell’amore. Ora il Cuore di Gesù rappresenta tutto l’amore che Egli ha avuto ed ha ancora per noi è l’immagine della sua immensa carità per gli uomini.
E noi con il culto al Sacro Cuore rivolgiamo un’attenzione speciale all’amore umano di Gesù, e adoriamo il suo Cuore di carne perché è il Cuore del Verbo incarnato, e lo adoriamo unito e non separato dalla persona di Cristo.
Perciò il Cuore di Gesù è “vivente” di vita divina, ed è la rivelazione più commovente della SS. Trinità, che ci ama anche con un cuore di carne. Così, attraverso il culto al Sacro Cuore, noi siamo spinti a praticare la religione nel suo aspetto più luminoso e consolante.
Se è ben Compresa questa devozione al Cuore di Gesù smuove gli uomini dalla loro indifferenza, e li costringe a riflettere, a subire tutto il fascino dell’amore di Cristo. Essa richiama le parabole dell’amore evangelico; ricorda l’agonia, la croce, l’ucaristia; fa vedere tutta la creazione come atto di amore; ed obbliga a credere che c’è Uno che ama infinitamente.
Oggi che la ricerca sfrenata del piacere ha portato il peccato a “modo di vivere”, la devozione al Cuore di Gesù induce a cogliere l’aspetto più impressionante del peccato, a considerarlo più che come infrazione alla legge di Dio, come offesa all’Amore Incarnato, come ingratitudine verso l’Amore infinito. E al figliuol prodigo di ogni tempo il Cuore di Gesù ripete con fremiti di commozione: “Venite a me voi tutti che siete stanchi ed affaticati ed io vi ristorerò”
Appena un’anima si accosta al Sacro Cuore e comincia a conoscerlo, comprende che cosa più di tutto ha causato la passione di Gesù e l’ha ferito al cuore; legge in quella lacerazione ancora aperta tutto il suo passato. Ed allora lo spirito di amore penetra in tutta la sua vita, e la spinge a trasformare in offerta di riparazione le fatiche e le contrarietà della giornata. Per cui diventa abituale sintonizzarsi con la formula usuale dell’apostolato della preghiera.

Tutti abbiamo bisogno di serenità e di amore, quale basamento di vita, per non lasciarci abbattere da mattinate burrascose e da affetti disordinati. L’amabile figura di Gesù che mostra il suo cuore ci ricorda che in Lui è la sorgente della pace interiore, e ci indica un passaggio sempre aperto: il suo Cuore, con la ferita rosseggiante d’amore, opera del nostro peccato, ma fatto rimedio allo stesso peccato. Sta a noi entrare in questo Cuore di Gesù, diventato rifugio commovente per piangere ed espiare. Vi sentiremo l’invito ad una energica potatura spirituale, vi lasceremo tante infelici miserie, e vi acquisteremo tanta bontà e bellezza d’anima.
Ecco il modo migliore di diventare “giulivi” in questo esaltante anno giubilare.

 

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ultimo aggionamento 13 giugno, 2009